Brescia, 10 apr. (LaPresse) – Le dimissioni di Renzo Bossi arrivano solo “per senso morale” come risposta da dare “a chi nei giorni scorsi si è preso la briga di aprire, all’interno del mio movimento, una vera e propria caccia alle streghe”. Così l’oramai quasi ex consigliere regionale del Carroccio, spiega il suo gesto ai suoi elettori dalla pagine di Brescia Oggi. “Non faccio mistero di come il cognome che porto mi abbia aiutato – ha confessato Renzo – ma mi ha anche gettato in prima linea e costretto a dimostrare ogni giorno che le 13mila preferenze prese sul territorio erano frutto della mia passione politica e non del nepotismo di cui mio padre, la cui unica colpa è quella di aver dato un’anima alla Padania, è stato più volte accusato”. “Le poltrone lasciamole a chi urla al lupo al lupo, ma forse è talmente miope da non vedere oltre i propri interessi. Chiedo solo ai 13mila padani di continuare a credere in me, promettendo, in cambio, di dimostrare la mia totale buona fede” conclude Bossi jr.
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