Roma, 6 apr. (LaPresse) – “Siamo l’unica vera forza di opposizione alla grande ammucchiata e a questo governo delle banche. Ci sono le elezioni. Ed ecco che proprio adesso tirano fuori questo scandalo, e chiamano in causa proprio i miei figli. Non vi sembra strano, non vi chiedete perché?”. Lo afferma l’ex segretario della Lega, Umberto Bossi, in una intervista a Repubblica. Lo scandalo, afferma, rappresena una operazione “per colpire me, attraverso la mia famiglia. Bisogna colpire Bossi, per far fuori la Lega”. Sulle accuse di sottrazione di fondi al partito il Senatur non ammette nulla: “Io sento il dovere di capire, gliel’ho detto. E lo farò. Vedo troppe cose strane”.

Bossi nega anche di aver partecipato alla scelta dell’ex tesoriere Francesco Belsito: “Io non ho scelto un bel niente, quel tipo lo abbiamo ereditato dal precedente amministratore, lavoravano insieme, ci siamo fidati. E saltano fuori questi strani collegamenti all’improvviso, senza che nessuno ci avverta mai di niente?”. “Aggiungo una cosa – prosegue -. L’amministratore ha legami di lavoro con una società pubblica importante: possibile che nessuno abbia fatto un controllo? Perché non chiedete a loro come mai non sapevano niente e lo chiedete solo a me?”.

Il Senatur spiega di essersi dimesso “per il bene della Lega, per lasciarla più libera di difendersi. Questo – dice – era il momento di lasciare, e l’ho fatto. Non se ne va mai nessuno, io sì”. Ma, annuncia, non ha intenzione di lasciare il Carroccio: “Piano. Mi sono dimesso, ma combatto. Da semplice leghista. Umberto Bossi, militante della Lega. Questo è per sempre”.

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