Roma, 27 mar. (LaPresse) – “Penso che nella testa del premier ci sia qualche remora sul tema della concertazione. Io lo capisco anche. Però un conto è il consociativismo, un altro è una concertazione, che pretende che ogni attore metta sul tavolo qualcosa di suo e si porti a casa qualcosa insieme”. Lo ha detto il segretario del Pd intervistato a ‘Otto e mezzo’ su La7. “Bisogna essere convinti tutti – ha aggiunto – anche perchè l’Italia è un paese frammentato. Le forze sociali possono ancora esprimere qualcosa”.

“Se pensiamo che per convincere i mercati ci vogliano un po’ di scioperi, siamo sulla strada sbagliata, non funziona così”, ha proseguito. Bersani ha confessato di sperare di convincere Monti sull’articolo 18, sostenendo che su questo punto “abbiamo un’idea molto precisa”, perchè “se non pensassi che quello che dico è una cosa che pensa tutto il Paese, non mi ci butterei. Non ci metterei la bandierina del Pd, non è tempo di fare ideologie”.

Poi ha spezzato una lancia in favore del governo: L’insieme delle misure di austerità varate dal governo Monti “è il conto che ci ha lasciato Berlusconi. Io non accetto che su questo governo venga riversata la responsabilità. Mi fermano per strada, la gente ovviamente ferma i politici. Io capisco – ha continuato – la situazione è durissima. Il problema è che ci siamo raccontati per anni che andava benissimo e che stavamo meglio degli altri”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata