Monti: Europa pensi a Economic compact

Monti: Europa pensi a Economic compact

Bruxelles (Belgio), 2 mar. (LaPresse) – “Fa piacere che da due anni a questa parte per la prima volta il consiglio europeo non sia stato dominato dalla crisi finanziaria ma si sia discusso della crescita e dell’occupazione”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Monti, al termine del vertice dell’Unione europea sottolineando che si è dedicata “attenzione speciale all’occupazione dei giovani”. Per il premier italiano “ora l’Europa si avvia a definire quello che chiamerei un Economic compact, un patto per le riforme economiche a vantaggio dei cittadini europei”, una nuova fase si apre dopo aver “trovato l’intesa che si è tradotta in 25 firme sul fiscal compact. Oggi si sono fatti passi avanti concreti nella governance economica e l’azione dei governi è centrata sull’agenda per la crescita con obiettivi precisi”. Monti ha anche spiegato che “apprezzo il pragmatismo”, gli “obiettivi e precisi e i l’indicazione di strumenti e di dati” discussi durante il Consiglio perché “questo risponde – precisa il premier italiano – alle preoccupazione che ho esposto nel Consiglio europeo precedente, e cioè che se vogliamo davvero avere un rafforzamento della governance monetaria, non basta rafforzare quegli aspetti di una politica per una moneta sana, con adozione del ‘Fiscal compact’ e della golden rule sul bilancio nelle Costituzioni, ma bisogna avere anche un’adeguata governance dell’integrazione del mercato unico e delle riforme strutturali”.

E dopo la politica europea il premier è ritornato anche a parlare di liberalizzazioni. “Non mi sembra che le banche abbiano considerato morbida l’azione del governo”, ha detto rispondendo a una domanda sulle critiche che gli sono state rivolte di essere ‘debole con i forti e forte con i deboli’. “Sarei molto preoccupato se ci fossero stati arretramenti – ha aggiunto il premier – ma non credo che ce ne siano stati. Varie lobby si sono attivate con pressioni sul Parlamento, in luoghi a volte anche vicinissime al mio ufficio”. Ma, per il presidente del Consiglio, “l’invito è quello di guardare al testo finale confrontandolo con quello iniziale. Non vedo una grande differenza tra l’impostazione iniziale e quella finale”.

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