Milano, 21 nov. (LaPresse) – Il governo Monti invece di puntare a una grande riforma della giustizia dovrebbe optare per la riduzione dei contenziosi pendenti e dei tempi dei processi. Lo ha spiegato il vicepresidente del Csm Michele Vietti a margine della presentazione del suo libro ‘La fatica di giusti’ all’università Bocconi di Milano. “Abbiamo puntato troppo alla grande riforma della giustizia, la riforma epocale, senza vedere nulla – ha detto Vietti – credo convenga iniziare a parlare di piccole riforme mirate che si pongono due obiettivi limitati: ridurre l’arretrato pendente e accorciare la durata dei processi”.
Per il vicepresindente del Csm “se nel periodo di durata di questo governo facessimo questo, avremmo fatto un buon lavoro”. Vietti è d’accordo con il presidente della Corte d’Appello di Milano Giuseppe Canzio, che con la presidente delle commissione Giustizia della Camera Giulia Buongiorno ha partecipato alla presentazione, riguardo all’ipotesi di “sterilizzare” la prescrizione. “Dato che l’obiettivo del processo è prendere una decisione e non morire strada facendo – ha ribadito Vietti – noi dobbiamo operare contemporaneamente su due leve: accelerare la durata del processo e nello stesso tempo, da un certo punto, sterilizzarne la prescrizione. Anche perchè questo disincentiva totalmete dal ricorso a riti alternativi”.
“Se io so che ricorrendo al processo dibattimentale ottengo sempre e comunque di arrivare alla prescrizione e far morire il processo – ha aggiunto Vietti – non avrò mai alcuno stimolo a ricorrere a riti alternativi”. Sterilizzare la prescrizione, magari come sostiene Canzio, “dalla sentenza di primo grado e dettare tempi certi per ogni grado di giudizio – conclude Vietti – può consentire di individuare anche le responsabilità di chi non rispetta questi tempi e intervenire in sede disciplinare”.
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