Roma, 14 nov. (LaPresse) – Il presidente del Consiglio incaricato, Mario Monti, apre all’ingresso dei politici nel nuovo governo, ma la strada per un esecutivo misto, composto da tecnici e da rappresentanti dei partiti, appare tutta in salita per il no di Pdl e Lega. E’ il deputato dei Liberali per l’Italia, Roberto Antonione, il primo a rendere noto che l’ex commissario “ha espresso la volontà di avere all’interno del governo le forze politiche più rappresentative ai massimi livelli”, parlando con i giornalisti dopo la consultazione del gruppo parlamentare a palazzo Giustiniani. A frenare sulla fattibilità del progetto è pero, poco dopo, il leader del Pri, Francesco Nucara, che riferisce che “i partiti non ne vogliono sapere di impegnarsi in un programma di lacrime e sangue”.
Il fronte della contrarietà a un governo con i politici è guidato dal Popolo della libertà, con le dichiarazioni del capogruppo al Senato, Maurizio Gasparri, che non lasciano spazio a dubbi: “Il Pdl ritiene che non ci debbano essere politici in questo governo”, sottolineando che il partito di via dell’Umiltà proseguirà sulla strada indicata già ieri dal suo segretario politico, Angelino Alfano, al Quirinale. Al di là della composizione della futura squadra dei ministri, la partita politica in queste ore si gioca preliminarmente su un piano più generale, ovvero la fiducia stessa al governo Monti.
Se ieri, dopo le consultazioni al Colle, la strada per un consenso parlamentare al senatore a vita sembrava più forte, oggi la posizione di Monti appare indebolita per le riserve del Pdl (“nessuno può pensare a consensi dati al buio”, ha detto il capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto) e della Lega. Il Carroccio oggi infatti non si è neanche presentato alle consultazioni e il suo leader, Umberto Bossi, ha telefonato a Monti per dirgli che la Lega non voterà la fiducia al nuovo governo e sui singoli provvedimenti valuterà caso per caso.
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