Milano, 27 ott. (LaPresse) – “Adesso l’impegno è realizzare, nei tempi previsti, gli impegni che ci siamo presi con l’Europa e con la maggioranza. Le polemiche e le chiacchiere fanno parte della solita politica italiana”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, a margine del convegno ‘Legalità e sicurezza in politica’, in corso a Sesto San Giovanni, nel milanese, in merito alla lettera di 15 pagine inviata dal premier Silvio Berlusconi a Bruxelles. Nella Lega sono toni soddisfatti all’indomani dell’ok dell’Unione europea alle misure anticrisi su cui il governo italiano si impegna davanti all’Europa. “La lettera – sottolinea il capo del Viminale – contiene un vero e proprio programma che non è solo il programma degli ultimi mesi di legislatura ma va, anche, oltre”. Un successo quello incassato dal governo Berlusconi che ispira toni positivi e rassicuranti per quanto riguarda la tenuta dell’esecutivo. “Per quanto ci riguarda, la maggioranza e la Lega dentro la maggioranza, da oggi- afferma Maroni – siamo impegnati a realizzare gli impegni che abbiamo preso”.

“E vista – continua il ministro dell’Interno – l’accoglienza molto calorosa e positiva di questi impegni, credo che il primo passo, il più difficile, forse, sia stato fatto ed è stato fatto nella direzione giusta”. “Noi abbiamo messo in salvo i conti del sistema previdenziale italiano almeno fino al 2060”, evidenzia Maroni, rispondendo agli attacchi dell’opposizione e la dichiarazione di guerra deisindacati, in particolare dopo l’annuncio di cambiamenti sull’assetto dei licenziamenti. La previdenza, partita che sta a cuore alla Lega che su questo fronte, sulle pensioni di anzianità, si gioca molto del consenso al Nord, e che su questo ha puntato i piedi. “Le pensioni di anzianità – continua Maroni – non mi pare siano state inserite nelle modifiche da fare, per il semplice motivo che non c’era bisogno di modificare un sistema che è in equilibrio, lo dice la Commissione europea, almeno fino al 2060”. Sulla questione dei cosiddetti ‘licenziamenti più facili’ che ha scatenato gli attacchi dell’opposizione, ricompattando i sindacati, Maroni spiega: “Come ha detto il ministro Sacconi, è una sintesi errata di un impegno che è quello di rendere più efficiente il mercato del lavoro e di aumentare l’occupazione”.

Sulla presunta missiva che sarebbe stata scritta da un gruppo di senatori del Pdl al premier Silvio Berlusconi per invitarlo ad allargare la maggioranza il ministro leghista risponde così e taglia corto: “Non so di cosa stiamo parlando. C’è una maggioranza che ha il compito di realizzare gli impegni presi con l’Europa. Punto. Ho parlato con Berlusconi e Alfano questa sera e hanno detto che non è vero”. Il ministro dell’Interno sulle questioni interne alla leadership della Lega ha detto che “non esistono i maroniani. L’unico Maroni sono io”. Noi – continua Maroni – abbiamo un solo grande leader e segretario che si chiama Umberto Bossi”. Sollecitato da una domanda in merito alla ripresa della discussione, in Parlamento, del decreto anticorruzione questo il ‘Maroni pensiero’: “Chi fa politica – ha detto il ministro della Lega – deve avere il ddl dentro la propria testa, deve astenersi, deve avere gli anticorpi dentro di sè, se no non fa politica. E’ meglio che cambi mestiere”.

“Serve – ha aggiunto – avere dei punti di riferimento chiari, che si fa politica per fare ciò che serve per i propri cittadini e non per diventare ricco o per arricchire il proprio partito. Questa è l’ispirazione che muove noi”.

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