Roma, 18 ott. (LaPresse) – Tutti alla Camera per la prima votazione dopo aver incassato la fiducia venerdì scorso. Il monito del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, affinchè non si ripetesse “l’incidente” del Resoconto 2010 è stato ascoltato dai deputati del Pdl e, per essere martedì, la sfilata di ministri oggi a Montecitorio è stata alquanto insolita. L’assemblea era chiamata, infatti, a votare gli emendamenti al disegno di legge costituzionale sulla libertà d’impresa, già approvato dal governo. Il ddl che riforma l’articolo 41, 45, 97 e 118 della costituzione era approdato in aula due settimane fa, ma aveva bisogno di una riformulazione a causa del cosiddetto “inciso Tremonti”, il quale prevedeva, paradossalmente, che la stessa libertà potesse essere limitata con una legge ordinaria.
In sostanza l’inciso voleva rafforzare la dicitura “l’iniziativa economica privata è libera” con “è permesso tutto ciò che non è espressamente vietato dalla legge”, ma il risultato andava oltre quanto progettato. Su questo punto sia l’opposizione che parte della maggioranza si erano espresse negativamente, accogliendo così, durante la riunione del comitato ristretto, un emendamento di Peppino Calderisi (Pdl) che elimina “l’inciso Tremonti” e quindi il testo originale del governo. Reintrodotta nell’articolo 41 anche l’utilità sociale con il via libera del ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli, per il governo. La nuova formula è quindi la seguente: “L’iniziativa e l’attività economica private sono libere. La legge non può stabilire limitazioni all’iniziativa e all’attività economica privata se non quando necessario a tutelare i principi fondamentali della Costituzione, la sicurezza, la libertà e la dignità dell’uomo e l’utilità sociale. La legge, nel rispetto del principio di libera concorrenza, disciplina le attività economiche al fine di impedire la formazione di monopoli”.
Ma l’iter a Montecitorio del disegno di legge del governo, in apertura di seduta, si preannuncia difficile. Oggi sono state due le sospensioni, una con aggiornamento alle 16.15, per permettere di allungare i tempi per la presentazione dei subemendamenti, la seconda con ripresa alle 17. La richiesta è stata avanzata, a nome della commissione, dal vicepresidente della commissione Affari costituzionali, Jole Santelli (Pdl), per la mancanza del numero legale. Non poche le polemiche in aula e gli scambi di accuse tra Lega e Pd, che ha chiesto il rinvio in commissione del provvedimento. La Camera, con la maggioranza al completo, prima ha respinto la richiesta del partito democratico, poi ha bocciato a chiusura di seduta l’emendamento soppressivo dell’articolo 1 con 296 voti contrari, 223 a favore e 56 astensioni. Il premier Silvio Berlusconi a quel punto è volato a Palazzo Grazioli per il vertice sul decreto legge sviluppo, dopo assersi accertato che i numeri della maggioranza non avrebbero provocato altre ‘cadute’ in aula.
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