Roma, 14 ott. (LaPresse) – Il Governo supera la prova fiducia, la 53sima dall’inizio della legislatura, incassando dall’aula della Camera 316 sì, uno in più rispetto al voto del 14 dicembre 2010. I voti contrari sono stati 301, con la maggioranza che perde l’apporto del deputato di Popolo e Territorio, Luciano Sardelli e di due pidiellini, Giustina Destro e Fabio Gava. Una seduta al cardiopalma, con i numeri della maggioranza in bilico fino all’ultimo e con lo spettro del mancato raggiungimento del numero legale a causa della decisione dell’opposizione di non partecipare ai lavori durante la prima chiama.

Il progetto “aventiniano” fallisce, tuttavia, già durante il primo turno di voto, quando i deputati presenti risultano 322 (tra cui cinque Radicali e due dell’Svp). Incassata la fiducia, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sottolinea che la maggioranza a Montecitorio può contare su 318 deputati, includendo Alfonso Papa (in carcere a Poggioreale per la vicenda P4) e Pietro Franzoso, in ospedale per un incidente, anche se al premier scotta la “sorpresa negativa” riservatagli da Sardelli. Il segretario politico del Popolo della libertà, Angelino Alfano, critica la strategia “patetica e sbagliata” dell’opposizione e il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, parla di un “metodo truffaldino per unire i ‘no’ alle assenze”.

Un attacco che il segretario nazionale del Partito democratico, Pier Luigi Bersani, rispedisce al mittente, bollando come “voto al ribasso” quello a favore di un Governo “che morirà di fiducia”. L’esecutivo supera così l’incidente sul rendiconto generale dello Stato 2010, bocciato martedì dalla Camera e che oggi, dopo il via libera della Corte dei Conti, è stato approvato dal Consiglio dei ministri.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata