Saint Vincent (Aosta), 9 ott. (LaPresse) – “Accantonare Berlusconi per cercare un’alleanza con l’Udc? E’ una condizione impraticabile e ingiusta”. E’ questo il pensiero del segretario del Pdl Angelino Alfano che ha parlato davanti alla platea del convegno ‘Verso un nuovo Pdl’, nell’annuale incontro dei dc nel Pdl organizzato dal ministro Gianfranco Rotondi a Saint Vincent.
Se non ci si può alleare con l’Udc, non vanno meglio le cose con al sinistra, che Alfano quasi irride: “Il centrosinistra non è unito su nulla. Abbiamo perso le ultime amministrative e abbiamo scoperto che in Italia esiste l’unica opposizione che riesce a perdere anche quando perdiamo noi. Sono riusciti a non vincere facendo vincere Di Pietro, De Magistris e Pisapia. I cittadini non vedono una vera alternativa nella sinistra italiana”. E non solo i cittadini, ma secondo Alfano anche il mondo finanziario non darebbe fiducia al centrosinistra: “Il provincialismo italiano è quello di chi pensa che se domani al posto di Berlusconi arriva Bersani a capo del Governo si emoziona Wall Street. Ma perchè? Perchè è arrivato Bersani? Questo è il provincialismo di chi non sa guardare ad un orizzonte più grande che è quello del tempo che stiamo vivendo”. Alfano quindi si dice ottimista, e scalda la platea tornando a ricordare i disastri dei precendenti governi di sinistra: “Loro quando sono stati al Governo hanno avuto prima candidato Occhetto, poi Prodi, poi D’Alema, D’Alema bis, poi il Governo Amato e a fine mandato hanno candidato Rutelli nel 2006, nel 2008 Veltroni. All’elettorato non sono rimasti impressi. E’ rimasta nella mente degli elettori solo la loro inadeguatezza a governare. Rimane solo l’instabilità perchè litigano fra di loro. È questo il motivo per cui ci candidiamo a rappresentare la leadership anche per il futuro”.
Angelino Alfano ha parlato poi dei progetti per il futuro e della linea del partito, dicendo di non essere a favore della rinascita della Democrazia Cristiana, ma strizzando l’occhio al pubblico cattolico a cui stava parlando spiegando di credere “che la vita qualcuno la dà e qualcuno la toglie, e quel qualcuno non può essere un parlamento. Non legifereremo mai su questo”.
“Non intendiamo tornare indietro sul bipolarismo – ha concluso Alfano – la più grande conquista di Berlusconi, condizione di democrazia trasparente, dove chi vince va al governo e chi perde va all’opposizione. Vogliamo restituire ai cittadini il diritto di scelta del parlamentare e anche quello del premier”.
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