Aosta, 6 ott. (LaPresse) – “Ringrazio soprattutto quel mare di bambini e di ragazzi, così gioiosi, che mi danno fiducia, giorno dopo giorno, per proseguire, in condizioni difficili, la realizzazione del mio mandato”. Nel giorno in cui il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha lanciato ‘Viva la gnocca’ il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha iniziato con una nota di sofferenza, davanti alla platea di politici e industriali biellesi, la sua tre giorni di visite istituzionali in Piemonte e in Val d’Aosta nell’anno del 150esimo anniversario dell’unità dell’Italia. Il secondo cenno di rammarico è arrivato invece nel pomeriggio, al consiglio regionale valdostano: “Il nostro vero problema è essere degni della nostra storia oggi ed essere degni del nostro passato”.
Forse non a caso il capo dello Stato ha anche evocato parlando dei biellesi che hanno contributo a fare grande il nostro Paese, un “governo di tregua”. “Quello di Giuseppe Pella – ha spiegato al teatro Sociale – fu un tentativo importante e positivo, non durò molto ma fu utile”. In entrambi i discorsi che ha tenuto, Napolitano ha esortato alla coesione. “L’Italia di tutto ha bisogno fuorchè di essere divisa da pregiudizi e da contrapposizioni che non ci portano da nessuna parte”, ha detto parlando della strage di Barletta, accennando alle condizioni “bestiali” in cui si lavora nel Mezzogiorno e riscuotendo un fragoroso applauso da una platea (quella di Biella) composta da numerosi esponenti leghisti, a partire dal presidente della Regione Piemonte Roberto Cota. Una coesione a cui contribuiscono “molte forze come la Chiesa cattolica”.
“Voglio rendere omaggio – ha sottolineato Napolitano – a questo contributo che viene soprattutto dal Papa per la causa dell’unità d’Italia”. Ma Napolitano non ha evitato di lanciare più di una stoccata nei confronti della Lega nord. Prima ha ribadito che attuare la riforma federalista “è pienamente dentro il quadro della nostra Costituzione e della nostra unità”, ovvero non qualcosa che va oltre, ma che al massimo è subordinato. E il federalismo, ha sottolineato, “va fatto con ponderazione, equilibrio e non con proclamazioni, con serietà e cura”. E così come va portata avanti la riforma federalista “senza esitare”, così va rigettato il secessionismo, “respingendo tentazioni che ci porterebbero soltanto fuori dalla storia e fuori della realtà del mondo d’oggi”.
In questa fase di crisi quindi, l’Italia per uscirne deve portare avanti le riforme senza “contrapporre una parte del Paese a un’altra”. “Guai a contrapporre un’idea di autonomia e anche di ispirazione federalistica all’esigenza di unità italiana” ha ammonito. Nell’immediato, il nostro Paese può uscire dalla fase critica riducendo il debito pubblico e rispettando i vincoli dell’Europa, accettandone quindi le regole “per poi poter fare appello alla solidarietà”. Ma soprattutto, per superare una fase così delicata, “bisogna rivedere molte cose per adeguarci al mondo di oggi, nelle scelte collettive e nei comportamenti individuali”. “Bisogna pensare ai valori da garantire e ai traguardi da raggiungere ed essere capaci di spirito di sacrificio e di slancio innovativo”.
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