Roma, 5 ott. (LaPresse) – Il disegno di legge sulle intercettazioni potrebbe avere bisogno della fiducia. L’emendamento Costa-Contento, nel quale si stabilisce che il contenuto delle intercettazioni non potrà essere pubblicato fino all’udienza filtro, ha ottenuto il parere favorevole del Comitato dei nove della commissione Giustizia e nello stesso tempo ha creato uno strappo, forse insanabile, con il Terzo Polo, che fino ad oggi aveva dimostrato di essere disponibile al dialogo. Le dimissioni di Giulia Bongiorno da relatrice del testo sono la prova tangibile che la maggioranza ha perso forse voti importanti a favore del disegno di legge che sta più a cuore al premier, Silvio Berlusconi.

Il presidente della commissione Giustizia della Camera e deputata di Fli già ieri aveva annunciato il proprio no all’emendamento, considerandolo una violazione dell’accordo del 2010, quando con Alfano e Ghedini la finiana impose che nel provvedimento potessero essere almeno pubblicati i riassunti delle intercettazioni durante le indagini preliminari. “In questo nuovo testo non mi riconosco per nulla – ha commentato al termine della riunione del comitato dei nove la Bongiorno – e quindi lascio mano libera al nuovo relatore”. Al suo posto Enrico Costa, padre della norma, che nobilita “l’udienza filtro”, quando cioè pm, gip e avvocati discutono ogni singola registrazione valutandone il contenuto. In commissione Giustizia è stato trovato anche l’accordo salva-blog.

Il comitato dei nove della Camera ha approvato all’unanimità, con il parere favorevole del governo il testo di Roberto Cassinelli (Pdl) che distingue le testate giornalistiche online dai siti amatoriali. I blog rimangono fuori anche dall’obbligo di rettifica, che riguarderà invece i siti di informazione registrati ai sensi della legge sulla stampa. Blog a parte la legge soprannominata ‘bavaglio’ dall’opposizione approderà domani in aula così come era stata concepita ma le resistenze della Lega e da oggi anche la probabile chiusura del Terzo polo potrebbe portare l’esecutivo a porre la questione di fiducia sul provvedimento. La sede per ufficializzarla potrebbe essere lo stesso Consiglio dei ministri convocato per domani alle 9. Una decisione che metterebbe al sicuro l’approvazione della legge sulle intercettazioni ma che potrebbe far tuonare il Colle. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in questi mesi ha esortato più volte infatti il governo ad attivarsi sulle misure d’urgenza per la crescita del Paese e il ddl intercettazioni non è certo tra queste.

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