Torino, 15 ago. (LaPresse) – Rimane stabile lo spread Btp-Bund al debutto, dopo l’annuncio delle misure del Governo da 45,5 miliardi di euro. Il differenziale tra i titoli tedeschi e quelli italiani si attesta a 271 punti base, ridotto anche per effetto del programma di acquisti della Bce, che ha comunicato di aver comprato la quota record di Btp italiani e Bonos spagnoli per 22 miliardi di euro la scorsa settimana. Il rendimento del Btp è al 5,03% dopo la chiusura delle Borse europee. Mentre i titoli di Stato italiani arrivano alla prova dei mercati, Piazza Affari tiene chiusi i battenti per Ferragosto e le principali Borse europee terminano la giornata in rialzo, con il Ftse 100 di Londra che guadagna lo 0,57% a 5.350,58 punti, il Dax di Francoforte che sale dello 0,41% a 6.022,24 punti e il Cac 40 di Parigi che mostra un rialzo dello 0,78% a 3.239,06 punti. A Madrid, l’indice Ibex si muove sulla parità con lo 0,01% di guadagno a 8.647,9 punti.
Dall’Unione europea è arrivata l’approvazione alla manovra dal presidente francese, Nicolas Sarkozy, dal cancelliere tedesco, Angela Merkel, e dal presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker. Secondo le indiscrezioni però, Berlusconi starebbe pensando ad aggiustamenti per non passare come “uomo delle tasse” dopo le critiche arrivate dalla sua stessa parte politica. “La manovra che voi avete appena approvato è l’esatto contrario di ciò in cui avete creduto e di ciò che avete predicato per anni” perché invece di ridurre le imposte, “ne avete create di nuove. E lo avete fatto nel modo peggiore, infilando le mani in tasca al vostro popolo”, scrive nel suo editoriale di oggi il direttore di Libero, Maurizio Belpietro. Secondo il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, che ha parlato su La Stampa, “tutto si può rivedere ma a saldi invariati”. Ma il compagno di partito del ministro leghista e governatore del Veneto, Luca Zaia, si spinge oltre sul locale Gazzettino e spiega che “oggi c’è poco da giocare sul consenso, un’era si è chiusa e contro una manovra di questo genere si dovrebbero fare solo le barricate”. Torna con durezza anche il presidente della Lombardia e pidiellino, Roberto Formigoni, ancora su Libero, che però avanza una proposta: “Tagliare le mani messe nelle tasche degli italiani e delle Regioni aumentando dell’1% l’Iva”.
Anche il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, si scaglia contro la manovra da 45,5 miliardi dalle colonne di Repubblica. “Questo governo non ha alcuna credibilità. Se non cambia rischiamo di rendere inutili tutti i nostri sforzi”. Lo afferma il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, in un’intervista a ‘la Repubblica’. “Ci vuole un governo di transizione – spiega il segretario del Partito democratico – per affrontare l’emergenza e cambiare la legge elettorale. Serve un altro volto che non sia quello di Berlusconi per presentarsi nel mondo. Detto e ribadito questo, sia chiaro che noi anche in questo quadro politico avanzeremo le nostre proposte alternative”. Secondo il leader Udc, Pier Ferdinando Casini, che ha risposto al Corriere della Sera, la manvora è “iniqua e per noi è invotabile, non è nel novero delle cose possibili: chiede sacrifici al ceto medio e alle famiglie e a chi nella vita non ha mai evaso dieci lire”.
Maroni: Ridurre tagli ai Comuni “Il mondo delle autonomie e in particolare i Comuni hanno sofferto di diminuzioni notevoli e il Parlamento deve fare uno sforzo per garantire a queste realtà un taglio ai tagli”. Lo ha affermato il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, commentando con i giornalisti, durante la consueta conferenza stampa di Ferragosto al Viminale, le misure previste dalla monovra anti-crisi. “La manovra del Governo non è blindata – ha ricordato – bisogna trovare altre misure, come aumento dell’Iva e lotta all’evazione, proposte venute anche dall’opposizione, che possano – si augura il leghista – azzerare i tagli degli enti locali”.
Maroni ha aggiunto che “ho fatto presente che il settore della sicurezza non potrà sopportare tagli. E’ una richiesta specifica che ho fatto e sono certo che il presidente Berlusconi la terrà in debita considerazione”. Rispondendo alla domanda se fosse preoccupato dei tagli ai ministeri previsti dalla manovra, il ministro ha sottolineato che nel decreto “sono previste delle esenzioni. Sarà il premier Berlusconi a deciderà quali settori tagliare e in quali ministeri”.
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