Roma, 11 ago. (LaPresse) – “Le parole di Tremonti sono state deludenti e preoccupanti. L’esposizione del ministro è stata priva di contenuti e non in grado di dare le rassicurazioni che sarebbero state necessarie per affrontare la crisi inedita e drammatica che sta attraversando il nostro Paese. La delusione dichiarata ieri dalle parti sociali era palpabile anche oggi nelle commissioni riunite di Camera e Senato”. Lo afferma Cesare Damiano, capogruppo Pd in commissione Lavoro della Camera ed ex ministro del Lavoro. “Quello che tra le poche cose dette ci ha invece preoccupato – prosegue Damiano – è il riferimento del ministro di rendere più facili i licenziamenti. Noi pensiamo che toccare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori sia profondamente sbagliato, soprattutto nell’attuale situazione. L’autunno ci riserverà amare sorprese sul fronte della occupazione perché le imprese hanno realizzato nella crisi forti processi di ristrutturazione, oggi contenuti dall’uso massiccio della Cassa integrazione. Questo ammortizzatore sociale, se si liberalizzasse la flessibilità in uscita, sarebbe meno utilizzato o addirittura aggirato”. “La conseguenza – prosegue Damiano – sarebbe l’aumento esponenziale dei licenziamenti: e i dati di ieri di Datagiovani relativi alla perdita di oltre 400mila posti di lavoro fra i giovani nel 2010, non hanno insegnato nulla al governo. Inoltre, sottotraccia, riemerge la scelta di attaccare nuovamente le pensioni”. “Come abbiamo detto più volte – conclude – non è accettabile una manovra quasi esclusivamente a carico dello Stato sociale e dei redditi medio bassi, come invece sembra intenzionato a fare il governo”.
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