Il governo fa ricorso al Consiglio di Stato sul decreto Aree idonee impugnando la sentenza del Tar del Lazio che ne chiedeva sostanzialmente la riscrittura in alcune parti fondanti. Lo riferisce a LaPresse l’avvocato Massimo Ragazzo dello studio GSLex, che segue l’Anev (Associazione nazionale energia del vento) – che aveva vinto il ricorso al Tar – e le imprese che si erano rivolte al tribunale amministrativo. Tre i ministeri coinvolti: quello guidato da Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente e sicurezza energetica), quello guidato da Francesco Lollobrigida (Agricoltura, sovranità alimentare e delle foreste), e quello guidato da Alessandro Giuli (Cultura). Associazione e imprese si costituiranno al Consiglio di Stato. Una nuova decisione dovrebbe ora arrivare il 26 agosto.
Il ricorso del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, del ministero dell’Agricoltura e del ministero della Cultura è stato presentato il 13 luglio; in linea con la scadenza dei tempi, pari a 60 giorni dalla sentenza del 13 maggio, con cui il Tar chiedeva l’adeguamento del decreto Aree idonee. L’avvocato Ragazzo annuncia quindi la presentazione di una memoria in Consiglio di Stato per contestare il ricorso.
Il decreto Aree idonee, in pratica, offre indicazioni sulle zone in cui è possibile realizzare (e non realizzare) impianti rinnovabili. Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, dopo la bocciatura parziale (ma comunque sostanziale) del decreto da parte del Tar del Lazio, aveva parlato di “rapida revisione” del provvedimento. Dopo i 60 giorni intercorsi dalla sentenza del Tar è stato invece presentato ricorso al Consiglio di Stato, evitando così di ottemperare a quanto disposto.
Adesso, la camera di consiglio è fissata per il 26 agosto, quando ci dovrà essere una decisione sulla sentenza del Tar oggetto dell’appello.
Non mancano le prime reazioni. “Il ricorso al Consiglio di Stato sul decreto Aree idonee da parte del ministero dell’Ambiente – dice Legambiente – è un grave errore. Dobbiamo accelerare sulla transizione energetica, per questo riteniamo che sia un errore il ricorso presentato in queste ore dal ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica rispetto alla questione Aree idonee. Scelta poco lungimirante da parte del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica che non farà altro che allungare ancora di più i tempi per il raggiungimento degli obiettivi al 2030″.