L'ultimo rapporto di Legambiente racconta di un Paese che finora ha realizzato il 23% dell'obiettivo a 6 anni
Rinnovabili a rilento. All’Italia mancano infatti 61 Gigawatt (GW) di nuovi impianti per raggiungere l’obiettivo al 2030.
L’Italia – secondo l’ultimo rapporto di Legambiente, presentato alla XVII edizione del Forum QualEnergia- è indietro nella realizzazione di impianti da fonti rinnovabili e nel centrare l’obiettivo di 80 nuovi GW al 2030.
L’analisi racconta di un Paese, il nostro, che negli ultimi quattro anni ha realizzato “appena il 23,2% dell’obiettivo al 2030: mancano ancora all’appello 61,4 GW da realizzare nei prossimi 6 anni, pari a 10,2 GW l’anno“.
“In Italia la rivoluzione energetica del Paese procede ma troppo lentamente – rileva Legambiente – a pesare norme insensate, burocrazia e ostruzionismo delle regioni e del ministero della Cultura nella realizzazione degli impianti che aiutano a contrastare la crisi climatica“.
Nel 2023 abbiamo installato in Italia circa 6 GW di nuovi impianti a fonti rinnovabili, mentre nel 2024 saranno tra i 7 e gli 8 GW. Sul 2025 e sugli anni successivi rischiano di incidere “negativamente il decreto agricoltura, quello ambiente e il decreto sulle aree idonee“. Tra le regioni che vanno bene c’è il Trentino Alto Adige con il 60,8% dell’obiettivo raggiunto. Le altre regioni si mantengono al di sotto del 35% con Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Valle D’Aosta e Piemonte che registrano una percentuale tra il 34,4% e il 30,6%; nelle ultime posizioni ci sono il Molise con il 7,6%, la Sardegna con il 13,9%, la Calabria con il 14%. Quasi tutte le Regioni – viene spiegato – “stanno lavorando alle normative sulle aree idonee“. Sono cinque al momento quelle che hanno elaborato norme, proposte o linee di indirizzo: tra queste è “bocciata la Sardegna, promossa la Lombardia, e rimandata la Puglia“; non si sono classificate il Piemonte e la Calabria.
“La strada per realizzare nuovi impianti a fonti rinnovabili è ancora in salita – dichiara Stefano Ciafani, presidente di Legambiente – vogliamo ricordare a governo e regioni che per raggiungere gli obiettivi al 2030 previsti dal decreto Aree idonee, ma anche per contrastare la crisi climatica e per ridurre la pesante bolletta energetica, il nostro Paese deve accelerare il passo con leggi che facilitino la diffusione di impianti a fonti pulite, invece che penalizzarli o escluderli come sta facendo la Sardegna”.
Le proposte di Legambiente sono 12 e vanno dalla definizione regionale delle aree idonee non esclusivamente relegata alle aree marginali o degradate fino alla definizione delle fasce di rispetto dei beni sottoposti a tutela senza l’obiettivo finale di limitare la diffusione degli impianti. Mentre sul fronte dell’efficienza energetica Legambiente chiede la reintroduzione della cessione del credito e dello sconto in fattura per le opere di riqualificazione edilizia.
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