Green economy filo verde d’Italia, 571mila imprese e 3,1 milioni lavoratori

Green economy filo verde d’Italia, 571mila imprese e 3,1 milioni lavoratori
Die efeubewachsene, ehemalige Ölmühle an der historischen Ostedeichroute im alten Ortskern von Neuhaus (Niedersachsen) an der Ostemündung liegt am 16.07.2013 im Sommerlicht Die Girlande zeugt vom Sommerfest in dem stimmungsvollen Hafenstädtchen. Photo by: Ingo Wagner/picture-alliance/dpa/AP Images

Il nuovo rapporto di Fondazione Symbola e Unioncamere. Realacci: “Transizione ecologica sia fattore di competitività”

Il filo verde della sostenibilità in Italia passa dalla cura dell’ambiente, dall’innovazione, e dalla competitività delle nostre imprese della green economy. Il nuovo rapporto ‘GreenItaly’ di Fondazione Symbola e Unioncamere censisce che negli ultimi cinque anni oltre 571mila imprese hanno investito in transizione ecologica, che siamo arrivati a 3,1 milioni di lavoratori, e che il nostro Paese è “una superpotenza europea dell’economia circolare”. Il 15esimo rapporto della serie (per ‘un’economia a misura d’uomo contro le crisi’) racconta di come le imprese green “affrontino meglio le crisi: 571.040 imprese italiane che tra il 2019 e il 2023 hanno investito sulla green economy e sulla sostenibilità per affrontare il futuro, con i green jobs che arrivano a 3,1 milioni, pari al 13,4% degli occupati“. Inoltre – viene rilevato – come “l’Italia sia leader nell’economia circolare e abbia la più alta percentuale di avvio al riciclo sulla totalità dei rifiuti, il 91,6%, un tasso di gran lunga superiore alla media europea che è del 57,9%”.

Di questa forza ‘verde’ il governo è consapevole: “Le nostre imprese green sono un grande valore per l’Italia – dice il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin – il nostro Paese è leader nei processi d’innovazione. La green economy è l’economia del futuro; è una tendenza che dobbiamo accompagnare”.

L’Italia si conferma leader sul fronte del recupero di materia. La capacità nell’avvio a riciclo dei rifiuti totali in Italia ha raggiunto il 91,6% nel 2022. Non soltanto questo, perché con un tasso di riciclo effettivo al 75,3% l’Italia si conferma leader del riciclo in Europa per i rifiuti di imballaggio (tra le filiere più virtuose, carta al 92,3% di riciclo, vetro al 77,4%, acciaio all’87,8%). Tendenza positiva per l’Italia nelle nuove installazioni da fonti rinnovabili che nel 2023 toccano i massimi storici pari a 5,7 Gigawatt.

A livello territoriale, il primato per numero di attivazioni resta al nord-ovest, con 622.270 attivazioni green nel 2023, seguito da sud e isole (475.720 attivazioni), dal nord-est (456.110 attivazioni), e dal Centro (364.510 attivazioni). A livello regionale, la Lombardia conferma il proprio primato con 440.940 nuovi contratti green jobs attesi nel 2023 (+4,7% rispetto al 2022). Le prime quattro regioni per numero di attivazioni green previste sono, oltre alla Lombardia, il Veneto, l’Emilia-Romagna, il Lazio. A livello provinciale, il primato va a Milano che anche nel 2023 fa registrare il maggior numero di attivazioni green 203.550 unità (+9,2% rispetto al 2022), pari al 10,6% del totale dei nuovi contratti green. Nelle prime quattro posizioni dopo Milano, ci sono Roma, Napoli e Torino.

Questi nuovi dati di ‘GreenItaly’ – osserva il presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci – “confermano la concretezza dell’invito del presidente Mattarella a Bonn e del rapporto di Draghi a fare della transizione verde e della decarbonizzazione un importante fattore di competitività. C’è un’Italia che può essere protagonista con l’Europa alla Cop29 a Baku. Siamo una superpotenza europea dell’economia circolare e questo ci rende più competitivi e capaci di futuro”.

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