Enea: "Sulla riqualificazione edilizia decisivi i prossimi 10 anni"
(LaPresse) – L’efficienza energetica vale 53 miliardi. Vola il superbonus al 110%. Investimenti messi a segno negli ultimi 15 anni grazie agli incentivi fiscali sulla riqualificazione edilizia; incentivi che andrebbero però razionalizzati. Il bilancio lo mette a punto l’Enea – che lo presenta insieme alle imprese, in un evento ad hoc organizzato con Confindustria – parlando della necessità di raddoppiare il ritmo della riqualificazione edilizia nei prossimi 10 anni, ritenuti “decisivi”.
“Italia avanti tutta sull’efficienza energetica – osserva l’Enea – negli ultimi 15 anni per effetto dei meccanismi di detrazione fiscale nel nostro Paese sono stati investiti oltre 53 miliardi di euro: circa 45 miliardi al 2020 con l’ecobonus al 65%, e più di 8 miliardi per interventi già realizzati con il superbonus al 110%”.
“In Europa abbiamo la politica più aggressiva – rileva il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani – siamo quelli che stanno tirando di più. E’ il momento di studiare: ricerca, sviluppo, innovazione, analisi di qualunque tecnologia che ci aiuti a decarbonizzare; e che includa dai moti ondosi delle maree al nucleare di quarta generazione e alla fusione nucleare, a nuove forme di carbon capture”.
C’è un elemento che, spesso fuori dal quadro, viene però preso in considerazione dall’Enea: la povertà energetica, “un fenomeno grave ed allarmante” e in aumento in Italia con stime che per il 2020 la fissano al 10%, anche per via dell’impatto negativo dell’emergenza Covid-19. Era all’8,3% nel 2019, e all’8,8% nel 2018. A pagarne il peso maggiore è il Meridione: le regioni del Sud Italia risultano infatti “le più colpite con tassi di povertà energetica compresi tra il 13% e il 20%”.
I numeri del capitolo superbonus al 110% – con i dati al 30 novembre 2021 e a poco più di un anno di attuazione – lasciano il segno: investimento totale ammesso a detrazione pari a 11,94 miliardi di euro, di cui 8,28 miliardi per interventi già conclusi. Si tratta di una “misura formidabile” per Cingolani, dal momento che “rilancia un mercato che era in crisi e offre risultati eccezionali sull’efficienza energetica”; ma avverte come ci sia stato “un effetto doping dei prezzi: un aspetto che si può migliorare”.
Sul futuro degli incentivi fiscali l’Enea – ritenendoli uno strumento fondamentale per il raggiungimento dei target di efficienza energetica – offre la propria disponibilità al ministero della Transizione ecologica “per una razionalizzazione che punti a ridurne il numero e a semplificare le procedure”. Una semplificazione che anche le imprese chiedono a gran voce: “Gli incentivi fiscali, ecobonus e superbonus – dice Aurelio Regina, delegato del presidente di Confindustria per la transizione energetica – hanno dimostrato di funzionare e ci auguriamo che possano proseguire e che magari siano resi ancor più efficaci”.
La soglia degli obiettivi non è lontana, è fissata al 2030: sono “decisivi” i “prossimi 10 anni, per rispettare il limite di 1,5 gradi centigradi”, e per il presidente dell’Enea Gilberto Dialuce sarà necessario “almeno raddoppiare il tasso di riqualificazione energetica degli edifici”. E le imprese seguono questa scia: “L’efficienza energetica – fa presente anche Regina – è al primo posto delle politiche europee per la decarbonizzazione, e il settore edilizio è a tutti gli effetti l’elemento centrale nell’ambito di questa impegnativa e ambiziosa transizione ecologica”.
Un nodo, quello della transizione ecologica, legato anche alla nostra capacità, e a quello che ormai spesso viene ripetuto: cioè al ‘quanto saremo bravi e veloci in questa fase di passaggio’. “Dobbiamo essere molto rapidi – rileva Cingolani – ma se siamo troppo veloci avremo una catastrofe sociale invece di quella climatica. Se invece vogliamo accompagnare questo cambiamento” in una specie di “comfort zone” rischiamo nel senso opposto. Ora – è netto Cingolani – il punto è evitare di “morire tra l’incudine e il martello; l’incudine della catastrofe climatica e il martello della catastrofe sociale”.
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