Il giorno successivo alla sentenza per la morte di George Floyd, che ha stabilito la condanna a 22 anni e mezzo per l’agente Derek Chauvin, decine di persone si sono ritrovate nel luogo della sua morte. Tanti i turisti e tante anche le persone del posto. Sperano che il pellegrinaggio in quel luogo possa aiutare a ricordare la morte dell’afroamericano, ucciso durante un fermo di polizia mentre per 9 minuti e mezzo l’ex agente Chauvin premeva il ginocchio sul suo collo e lui urlava ‘I can’t breathe’. “State entrando nel libero Stato di George Floyd” si legge su un cartello appoggiato sulla strada.