C’è l’accordo nella Ue sul prestito all’Ucraina. “Abbiamo raggiunto un accordo che ci consente di soddisfare il fabbisogno finanziario dell’Ucraina per i prossimi due anni. Gli Stati membri hanno concordato di finanziare l’Ucraina attraverso l’indebitamento dell’Ue sui mercati dei capitali per un importo di 90 miliardi di euro per i prossimi due anni. Lo faremo attraverso una cooperazione rafforzata, sostenuta dal margine di bilancio dell’Ue e basata su un accordo unanime per modificare il QFP, analogamente al prestito per le riparazioni. In questo caso, è molto importante che l’Ucraina rimborsi il prestito solo dopo aver ricevuto le riparazioni”. Lo afferma la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nella conferenza stampa al termine del Consiglio europeo. Salta dunque l’utilizzo degli asset russi congelati, sul quale non c’era intesa.
L’Ungheria, la Repubblica Ceca e la Slovacchia non parteciperanno al prestito europeo da 90 miliardi di euro a favore dell’Ucraina. L’opt-out è scritto nero su bianco nelle conclusioni adottate dal Consiglio europeo.
“A seguito delle recenti proposte della Commissione e dell’Alta Rappresentante, il Consiglio europeo invita il Consiglio e il Parlamento europeo a continuare a lavorare sugli aspetti tecnici e giuridici degli strumenti che istituiscono un prestito di riparazione basato sui saldi di cassa associati ai beni immobilizzati della Russia”, si legge nel testo. “Nel frattempo, al fine di garantire il necessario sostegno finanziario all’Ucraina a partire dal secondo trimestre del 2026, comprese le sue esigenze militari, il Consiglio europeo concorda di erogare all’Ucraina un prestito di 90 miliardi di euro per gli anni 2026-2027, basato sui prestiti contratti dall’Ue sui mercati dei capitali e sostenuto dal margine di bilancio dell’Ue. Attraverso la cooperazione rafforzata (articolo 20 TUE) in relazione allo strumento basato sull’articolo 212 TFUE, qualsiasi mobilitazione di risorse del bilancio dell’Unione a garanzia di tale prestito non avrà alcun impatto sugli obblighi finanziari della Repubblica Ceca, dell’Ungheria e della Slovacchia”, hanno deciso i leader.
“Tale prestito sarà rimborsato dall’Ucraina solo una volta ricevute le riparazioni. Fino ad allora, tali attività rimarranno immobilizzate e l’Unione si riserva il diritto di utilizzarle per rimborsare il prestito, nel pieno rispetto del diritto dell’UE e internazionale”, recitano le conclusioni.
“Il Consiglio europeo sottolinea l’importanza dei seguenti elementi in relazione al prestito da erogare all’Ucraina: a) rafforzamento delle industrie della difesa europee e ucraine; b) il mantenimento da parte dell’Ucraina dello Stato di diritto, compresa la lotta alla corruzione; c) il carattere specifico della politica di sicurezza e di difesa di alcuni Stati membri e gli interessi di sicurezza e di difesa di tutti gli Stati membri”, si legge ancora nel testo.
“Il pacchetto finanziario per l’Ucraina è stato finalizzato. Come avevo chiesto, all’Ucraina viene concesso un prestito a tasso zero di 90 miliardi di euro. Questi fondi sono sufficienti a coprire le esigenze militari e di bilancio dell’Ucraina per i prossimi due anni. Questo è un messaggio decisivo per la fine della guerra, perché Putin farà concessioni solo quando si renderà conto che la sua guerra non darà i suoi frutti”. Lo afferma il cancelliere tedesco Friedrich Merz in una nota, commentando la decisione del Consiglio europeo di concedere all’Ucraina un prestito di 90 miliardi di euro.
“I beni russi congelati rimarranno bloccati finché la Russia non avrà pagato le riparazioni all’Ucraina. Abbiamo già preparato il terreno per questo la scorsa settimana. L’Ucraina dovrà rimborsare il prestito solo dopo che la Russia avrà pagato le riparazioni. E lo diciamo molto chiaramente: se la Russia non paga le riparazioni, utilizzeremo – nel pieno rispetto del diritto internazionale – i beni russi immobilizzati per rimborsare il prestito”, aggiunge.
“Sono lieto che oggi siamo riusciti a prendere questa decisione all’unanimità, dopo intensi negoziati. In questo modo possiamo ricorrere a metodi collaudati e strumenti europei comprovati e sostenere l’Ucraina immediatamente, senza ulteriori ritardi”, conclude.
“Oggi abbiamo approvato una decisione per erogare 90 miliardi di euro all’Ucraina per i prossimi due anni. Con urgenza, erogheremo un prestito garantito dal bilancio dell’Unione Europea. Questo affronterà le urgenti esigenze finanziarie dell’Ucraina, e l’Ucraina rimborserà questo prestito solo dopo che la Russia avrà pagato le riparazioni. L’Unione si riserva il diritto di utilizzare i beni immobilizzati per rimborsare questo prestito”. Lo afferma il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, nella conferenza stampa al termine del vertice.
“Allo stesso tempo, abbiamo dato mandato alla Commissione di continuare a lavorare sul prestito di riparazione basato sui beni immobilizzati russi. Inoltre, abbiamo concordato di rinnovare le nostre sanzioni contro la Russia. Il nostro obiettivo non è prolungare la guerra. In effetti, le decisioni odierne rappresentano un contributo cruciale per raggiungere una pace giusta e duratura in Ucraina”, aggiunge.
“Sono grato a tutti i leader dell’Unione Europea per la decisione del Consiglio europeo di stanziare 90 miliardi di euro di sostegno finanziario per l’Ucraina nel 2026-2027. Si tratta di un sostegno significativo che rafforza davvero la nostra resilienza”. Lo scrive su X il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky. “È importante che i beni russi rimangano immobilizzati e che l’Ucraina riceva una garanzia di sicurezza finanziaria per i prossimi anni. Grazie per il risultato e per l’unità. Insieme, stiamo difendendo il futuro del nostro continente”, ha aggiunto.
“Sono soddisfatta dei risultati di questo Consiglio europeo nei quali ho portato le posizioni alle quali chiaramente ero obbligata dalla risoluzione parlamentare e dalla posizione che abbiamo portato ieri in Parlamento, particolarmente su due temi che per noi erano importanti. Il primo era quello di garantire il necessario supporto all’Ucraina per i prossimi due anni, ma di farlo con una soluzione sostenibile sul piano giuridico e sul piano finanziario. E sono contenta che abbia prevalso il buon senso, che si sia riusciti a garantire le risorse che sono necessarie ma a farlo con una soluzione e una base solida sul piano giuridico e finanziario”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al termine del vertice Ue a Bruxelles.
“Il tema degli asset rimane nelle conclusioni. La decisione più importante sulla questione degli asset l’abbiamo già presa qualche giorno fa quando abbiamo immobilizzato gli asset garantendo che non vengano restituiti. Nelle conclusioni viene detto che l’Unione europea,e seguendo quella che è la normativa, lo stato di diritto si riserva anche di considerare l’uso di questi asset soprattutto per ripagare il prestito che dovrà fare. Ma questo è un lavoro che deve ancora andare avanti”, aggiunge.

