L’ex vicepresidente degli Stati Uniti Dick Cheney è morto all’età di 84 anni. Cheney, conservatore, è stato uno dei vicepresidenti più potenti e polarizzanti, tra i principali sostenitori dell’invasione dell’Iraq. Alla guida delle forze armate come capo della Difesa durante la Guerra del Golfo Persico, sotto il presidente George H.W. Bush, fu nominato vicepresidente dal figlio, George W. Bush. Negli ultimi anni, è diventato un strenuo difensore di sua figlia, Liz Cheney, quando è diventata la principale critica repubblicana ed esaminatrice delle azioni di Donald Trump in occasione dell’insurrezione del 6 gennaio 2021 al Campidoglio degli Stati Uniti.
Dick Cheney, le cause della morte
Cheney è morto a causa di complicazioni di polmonite e malattie cardiache e vascolari, secondo quanto dichiarato della sua famiglia. “Per decenni, Dick Cheney ha servito la nostra nazione, anche come capo di stato maggiore della Casa Bianca, membro del Congresso del Wyoming, segretario alla Difesa e vicepresidente degli Stati Uniti”, si legge nella dichiarazione. “Dick Cheney era un uomo grande e buono che insegnò ai suoi figli e nipoti ad amare il nostro Paese e a vivere una vita di coraggio, onore, amore, gentilezza e pesca a mosca. Siamo grati oltre misura per tutto ciò che Dick Cheney ha fatto per il nostro Paese, prosegue la nota -. E siamo fortunati oltre misura per aver amato ed essere stati amati da questo nobile gigante d’uomo”.
Dick Cheney, dalla guerra nel Golfo alla vicepresidenza sotto Bush
Dick Cheney ha servito i presidenti Bush, padre e figlio, ed era il direttore operativo della presidenza del giovane Bush. E’ stato uno dei vicepresidenti più potenti e polarizzanti nella storia degli Stati Uniti e uno dei principali sostenitori dell’invasione dell’Iraq.
Uomo silenzioso ma determinato ha guidato le forze armate come capo della Difesa durante la guerra del Golfo persico sotto il presidente George H.W. Bush e successivamente ha ricoperto la carica di vicepresidente nell’amministrazione del figlio, George W. Bush. Cheney ha avuto un ruolo spesso dominante nell’attuazione delle decisioni più importanti per il presidente Bush e ha costantemente difeso gli straordinari strumenti di sorveglianza e detenzione impiegati negli Usa in risposta agli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001.

Sopravvissuto a cinque infarti, Cheney nel 2013 ha raccontato che ogni mattina si svegliava “con un sorriso sul volto, grato per il dono di un altro giorno”. Nel corso della sua vicepresidenza, Cheney rivelò di aver fatto disattivare anni prima la funzione wireless del suo defibrillatore per paura che i terroristi potessero inviare a distanza una scarica fatale al suo cuore. Durante il suo mandato Cheney trasformò la vicepresidenza da un ruolo di secondo piano a una posizione capace di influenzare la politica sull’Iraq, il terrorismo, i poteri presidenziali, l’energia e altri pilastri dell’agenda conservatrice.

Cheney ha sostenuto l’esistenza di collegamenti, non confermati poi dai fatti, tra l’Iraq e gli attacchi del 2001 contro gli Stati Uniti. Cheney ha operato per gran parte del tempo da luoghi segreti nei mesi successivi agli attacchi del 2001, tenendosi lontano da Bush per garantire che uno dei due potesse sopravvivere a un eventuale nuovo attacco contro la leadership del Paese. Con Bush fuori città in quel fatidico giorno, Cheney fu una presenza costante alla Casa Bianca, almeno fino a quando gli agenti dei servizi segreti lo sollevarono letteralmente da terra e lo portarono via, in una scena che il vicepresidente descrisse in seguito come comica. Fin dall’inizio, Cheney e Bush strinsero uno strano e tacito accordo per cui, accantonando qualsiasi ambizione potesse avere di succedere a Bush, a Cheney fu concesso un potere in qualche modo paragonabile a quello della presidenza stessa.
“Quando ho firmato con il presidente, ho deciso che l’unica agenda che avrei avuto sarebbe stata la sua, che non sarei stato come la maggior parte dei vicepresidenti, che cercavano di capire come sarebbero stati eletti presidenti alla fine del suo mandato”, disse una volta Cheney. La sua propensione alla segretezza e alle manovre dietro le quinte ha avuto un prezzo. È stato visto come un Machiavelli che ha orchestrato una risposta maldestra alle critiche sulla guerra in Iraq. Nel 2006 Cheney fu al centro di un fatto di cronaca, quando sparò inavvertitamente a un compagno di caccia al torace, al collo e al viso. Il vicepresidente definì l’accaduto “uno dei giorni peggiori della mia vita”. La vittima, il suo amico Harry Whittington, si riprese e lo perdonò rapidamente.
Cheney nemico di Trump
Anni dopo aver lasciato l’incarico, è diventato un bersaglio del presidente Donald Trump, soprattutto dopo che sua figlia Liz Cheney è diventata una delle principali voci critiche dei repubblicani. “Nei 246 anni di storia della nostra nazione, non c’è mai stato un individuo che abbia rappresentato una minaccia maggiore per la nostra repubblica di Donald Trump”, aveva dichiarato, “ha cercato di rubare le ultime elezioni usando bugie e violenza per mantenere il potere, dopo che gli elettori lo avevano respinto. È un codardo”. L’ex vicepresidente repubblicano, a sorpresa, ha dichiarato lo scorso anno che avrebbe votato per la candidata democratica alla presidenza Kamala Harris, in corsa contro Donald Trump.

Bush: “La morte di Cheney è una perdita per la nazione”
“La morte di Richard B. Cheney è una perdita per la nazione e un dolore per i suoi amici”. Sono le parole con le quali l’ex presidente George W. Bush rende omaggio al suo ex vicepresidente, scomparso a 84 anni. “Nelle nostre lunghe discussioni sulle qualità che un vicepresidente dovrebbe avere – profonda esperienza, giudizio maturo, carattere, lealtà – ho capito che Dick Cheney era la persona di cui avevo bisogno. Sono ancora grato che sia stato al mio fianco per gli otto anni successivi”, afferma l’ex presidente nel suo ricordo. “Dick è stato una presenza calma e costante alla Casa Bianca in mezzo a grandi sfide nazionali. Contavo su di lui per i suoi consigli onesti e schietti, e non ha mai mancato di dare il massimo. È rimasto fedele alle sue convinzioni e ha dato priorità alla libertà e alla sicurezza del popolo americano”, è un altro passaggio della dichiarazione dell’ex presidente Usa.
Casa Bianca con le bandiere a mezz’asta
Alla Casa Bianca le bandiere sono state issate a mezz’asta, in omaggio all’ex vicepresidente repubblicano Dick Cheney, scomparso a 84 anni. Solitamente, il rituale viene preceduto da un annuncio o da una proclamazione, ma non stavolta. L’ex vicepresidente e la figlia Liz, ex deputata repubblicana del Wyoming, nelle ultime elezioni presidenziali avevano espresso il loro endorsement per Kamala Harris.

