Tra le discussioni su sanzioni, missili a lungo raggio e potenziali piani di pace, continua la guerra in Ucraina. Il leader di Kiev, Volodymyr Zelensky, afferma che il suo Paese avrà bisogno del sostegno finanziario dell’Europa per altri 2-3 anni. Intanto, gli 007 di Mosca affermano che lo Stato maggiore francese si starebbe preparando a inviare un contingente militare di fino a 2mila soldati nelle regioni centrali dell’Ucraina. Ecco tutte le notizie di oggi 28 ottobre in diretta.
“Vogliamo tutti che questa guerra finisca, ma una pace duratura si basa su un’Ucraina forte e indipendente, che è importante per la sicurezza dell’intero continente. Oggi, Putin crede ancora di poterci sopravvivere. Pensa ancora che, col tempo, la Russia possa raggiungere i suoi obiettivi sul campo di battaglia. Questo è un chiaro errore di calcolo. Una pace sostenibile richiede di correggere questo errore di calcolo, ed è per questo che garantire un sostegno finanziario a lungo termine all’Ucraina è così essenziale”. Lo dice la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen in conferenza stampa al summit del Consiglio nordico a Stoccolma. “È fondamentale per la sicurezza di tutti i nostri Paesi, e dobbiamo anche continuare ad aumentare il costo della guerra per la Russia“, aggiunge.
Il governo polacco mette in guardia gli ucraini residenti nel Paese dai tentativi di reclutamento da parte dei servizi segreti russi. “Faccio appello ai cittadini ucraini residenti in Polonia affinché non si lascino convincere a partecipare a tali attività per poche migliaia di euro“, ha dichiarato a Polsat il coordinatore dell’intelligence Tomasz Siemoniak. Nelle ultime settimane, i servizi segreti interni polacchi hanno catturato un numero sempre maggiore di sospetti agenti accusati di aver preparato atti di sabotaggio per la Russia o di aver spiato infrastrutture militari. “È triste che a questo scopo vengano solitamente assunti cittadini ucraini“, afferma Siemoniak. I servizi segreti russi possono quindi prendere due piccioni con una fava, spiega il ministro: “In primo luogo, preparano atti di sabotaggio e, in secondo luogo, dividono polacchi e ucraini“. I profili delle potenziali spie variano notevolmente. Alcuni sono individui provenienti da ambienti criminali, altri sono semplicemente persone in cerca di guadagni facili. “Tra loro ci sono anche cittadini comuni, contro i quali nessuno aveva alcun sospetto”, ha spiegato Siemoniak, affermando che il reclutamento avviene solitamente tramite servizi di messaggistica online.
I dati dell’intelligence russa secondo cui il governo francese prevede di inviare un contingente militare nelle regioni centrali dell’Ucraina che potrebbe raggiungere i 2mila tra soldati e ufficiali “sono allarmanti”. Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, riferendosi a quanto riferito dal Servizio di intelligence estero della Russia (SVR), aggiungendo che i soldati russi sentono regolarmente parlare lingue straniere lungo la linea di contatto. Lo riporta l’agenzia di stampa russa Tass. “Per quanto riguarda le informazioni fornite dal Servizio di intelligence estero russo, sono allarmanti”, ha detto Peskov, “d’altra parte, però, i nostri militari ascoltano costantemente discorsi e lingue straniere sulle loro radio lungo la linea di contatto”.
“Il sostegno all’Ucraina è fondamentale. È qui che confluiscono tutti i nostri sforzi. A riprova di ciò, abbiamo appena adottato il 19esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Le decisioni sulle sanzioni, come sempre, sono state prese all’unanimità e l’Ungheria ne ha fatto parte“. Lo afferma il portavoce per il Servizio per l’Azione esterna della Ue Anitta Hipper nel briefing quotidiano con la stampa, in merito a quanto riportato da Politico.eu sulle intenzioni del governo ungherese di costruire un asse scettico sull’Ucraina con Repubblica Ceca e Slovacchia.
L’Ungheria sta cercando di creare un’alleanza scettica verso l’Ucraina con Slovacchia e Repubblica Ceca all’interno dell’Unione europea. Lo ha riferito al portale di informazione Politico, Balázs Orbán, consigliere politico del premier ungherese Viktor Orbán. Secondo il consigliere, l’obiettivo è coordinare le posizioni dei tre Paesi in vista dei vertici Ue, anche attraverso incontri preparatori tra i leader. Pur non essendoci ancora un’intesa formale, un fronte comune potrebbe ostacolare i piani dell’Ue per il sostegno finanziario e militare a Kiev. Orbán intende rafforzare i legami con il premier slovacco Robert Fico e con l’ex premier ceco Andrej Babiš, leader populista di destra, entrambi favorevoli a un dialogo con Mosca e critici verso le sanzioni contro la Russia. Diversamente, la Polonia del premier Donald Tusk resta su posizioni nettamente pro-Ucraina, escludendo per ora un ritorno del gruppo di Visegrád al formato originario. Balázs Orbán ha ricordato che la cooperazione tra i Paesi dell’Europa centrale aveva funzionato durante la crisi migratoria del 2015, consentendo di “resistere” alle politiche di Bruxelles. Il consigliere ha inoltre indicato che Budapest mira a rafforzare le proprie alleanze politiche anche al Parlamento europeo, citando possibili convergenze tra il gruppo dei Patriots for Europe (cui appartiene Fidesz, il partito di Orban), i Conservatori e Riformisti europei e altre formazioni euroscettiche. Orbán, al potere da 15 anni e atteso a nuove elezioni nel 2026, deve affrontare la crescente popolarità del partito d’opposizione Tisza guidato da Péter Magyar.
“I morti ucraini sono 520.000, i morti russi più di 1 milione. La differenza è che gli ucraini conoscono le loro perdite, il popolo russo non ne ha idea”. Guido Crosetto, ministro della Difesa, rivela per la prima volta questi numeri condivisi in sede Nato nel nuovo libro di Bruno Vespa ‘Finimondo’, in uscita giovedì 30 ottobre da Mondadori- RAI Libri. “Riconquistare i territori perduti nel 2014 e dopo il febbraio 2022, oggi è considerato da tutti impossibile – continua Crosetto nel libro di Vespa – La Russia non li cederà mai e l’Ucraina non avrà la forza per riconquistarli da sola, anche con il nostro aiuto. Putin non può tornare indietro anche perché ha cambiato la costituzione facendo diventare i territori occupati ‘russi’ a tutti gli effetti e si è messo quindi nella condizione di non poter trattare”. Chiede Vespa: Trump è disposto a sottoscrivere la cessione di tutti i territori? “La prima ipotesi fatta dal presidente di Stati Uniti è parlare di cessioni…”. E l’Ucraina potrà mai ammettere la cessione delle quattro province occupate?, insiste Vespa. “Non lo so – risponde Crosetto – Spetta soltanto a loro decidere se il sacrificio più grande sia la cessione dei territori o la continuazione di una guerra sanguinosa che potrebbe peggiorare”.
“Abbiamo ripetutamente affermato che non abbiamo mai avuto e non intendiamo attaccare alcuno Stato membro della Nato o dell’Ue”. Lo ha affermato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov alla Conferenza Internazionale sulla Sicurezza Eurasiatica a Minsk, in Bielorussia. “Siamo pronti a sancire questa posizione nelle future garanzie di sicurezza per questa parte dell’Eurasia”, ha aggiunto. Lo riporta l’agenzia Tass.
L’ufficio stampa del Servizio di intelligence estero della Russia (SVR) ha rilasciato una dichiarazione sui piani del governo francese di inviare contingente militare in Ucraina. Secondo Mosca, il leader francese Emmanuel Macron “sogna un intervento militare in Ucraina” e lo Stato maggiore francese si prepara a inviare un contingente militare nelle regioni centrali dell’Ucraina che potrebbe raggiungere i 2.000 tra soldati e ufficiali. Lo riporta la Tass. La spina dorsale sarebbe composta da soldati d’assalto della Legione straniera francese, provenienti principalmente dall’America Latina. L’intelligence russa precisa che soldati francesi sono già stati dispiegati in Polonia, vicino al confine con l’Ucraina, e che stanno svolgendo un intenso addestramento al combattimento. In caso di fuga di notizie sui suoi piani, Parigi avrebbe poi preparato una spiegazione: la versione ufficiale sarà che intende inviare in Ucraina un piccolo gruppo di istruttori.
“Credo che il Bambino Gesù stia facendo una grande opera umanitaria: noi siamo soprattutto impegnati appunto su questo versante pensando che anche lo sforzo umanitario, sia a livello di cura di quelli che sono colpiti dalla guerra sia a livello anche di scambio di prigionieri possa essere una via propedeutica alla pace“. Così il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, a margine del convegno ‘La ricerca per la cura. 40 anni di istituto di ricovero e cura a carattere scientifico’ promosso dall’ospedale Bambin Gesù a Roma in merito ai tentativi di arrivare alla pace in Ucraina e al contesto del Medio Oriente.”Noi lo speriamo e ci sentiamo profondamente impegnati in questo ambito, che poi è un po’ l’ambito tradizionale su cui si è sempre mossa la Santa Sede fin dal primo conflitto mondiale”, ha aggiunto il porporato.
“Ho detto loro (ai partner europei – ndr) che non combatteremo per decenni, ma che devono dimostrare di poter sostenere finanziariamente l’Ucraina in modo stabile per un certo periodo di tempo. Ecco perché hanno in mente un programma di 2-3 anni e noi accettiamo che per 2-3 anni aiuteranno stabilmente l’Ucraina con i finanziamenti. La guerra potrebbe finire prima, ma comunque servono soldi per la ricostruzione. E i militari devono sapere che avranno uno stipendio”. È quanto ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in conferenza stampa, commentando le parole del premier della Polonia Donald Tusk che aveva affermato che l’Ucraina era “pronta a combattere per altri due, tre anni“. “Se la guerra finirà tra un mese, li spenderemo per la ricostruzione, se continuerà, li spenderemo per le armi. Semplicemente non abbiamo altra scelta”, ha aggiunto Zelensky, “ma è molto importante dare un segnale chiaro: guardate, li finanzieremo. E guarda: se non la finirai, noi continueremo a sostenerli. Questo dimostra alla Russia che questa guerra non ha senso, perché noi non ci arrenderemo e i nostri partner non si arrenderanno“.
“Guerra in Ucraina? Ci vuole un grande coinvolgimento internazionale per la pace. Speriamo che, in riferimento a quello che diceva il premier Orban, l’Europa assuma un ruolo di maggior protagonismo per la pace“. Così il Segretario di Stato del Vaticano cardinale Pietro Parolin a margine del convegno ‘La ricerca per la cura. 40 anni di istituto di ricovero e cura a carattere scientifico’ promosso dall’ospedale Bambin Gesù a Roma. Il porporato ha aggiunto: “Credo che qualche negoziato è in corso anche se il pubblico non ne è a conoscenza. Credo che evidentemente ci voglia il coinvolgimento dell’America e credo che anche la Cina abbia qualcosa da dire. Anche la presenza di Trump in Estremo Oriente sia significativa per parlare di questo tema”.

