Hamas ha annunciato la restituzione del corpo di un altro ostaggio israeliano. Intanto La prossima settimana si terrà alla Knesset, il Parlamento israeliano, un dibattito sulla legge che propone la pena di morte per i terroristi e al termine della discussione si procederà alla votazione. Lo riporta Ynet.
La prossima settimana si terrà alla Knesset, il Parlamento israeliano, un dibattito sulla legge che propone la pena di morte per i terroristi e al termine della discussione si procederà alla votazione. Lo riporta Ynet.
Le Brigate al-Qassam, braccio armato di Hamas, hanno annunciato che stasera consegneranno il corpo di un altro ostaggio deceduto a Gaza che è stato recuperato oggi. La consegna avverrà alle 21 ora locale, le 20 in Italia.
L’ex ostaggio Bar Kuperstein, rilasciato il 13 ottobre nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco e di liberazione degli ostaggi tra Israele e Hamas, ha raccontato che i suoi rapitori di Hamas lo hanno picchiato così violentemente da impedirgli di camminare per un mese come reazione “occhio per occhio” al trattamento riservato dal ministro israeliano della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, ai prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. In un’anticipazione trasmessa domenica di un’intervista completa che sarà trasmessa martedì dall’emittente pubblica Kan, di cui riferisce il Times of Israel, Kuperstein ha detto di provare risentimento per il modo in cui l’ultranazionalista Ben Gvir ha pubblicizzato il peggioramento delle condizioni di vita dei prigionieri palestinesi, poiché il fatto che il ministro si è ventato di questo ha reso la vita più difficile agli ostaggi. “Come hai potuto permettere che ci maltrattassero? Sei un ministro del governo… dovresti prenderti cura di noi. Perché non lo fai?”, ha chiesto Kuperstein, che è stato rapito durante il festival musicale Nova durante l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, che ha scatenato la guerra a Gaza. Ben Gvir, che si è sempre opposto a qualsiasi accordo di cessate il fuoco e di rilascio degli ostaggi con Hamas, ha rilasciato una dichiarazione video in risposta alle osservazioni di Kuperstein, in cui ha accusato la stampa israeliana di schierarsi con Hamas. “Abbraccio Bar Kuperstein e tutti gli ostaggi che stanno tornando, ma i media israeliani stanno adottando la narrativa di Hamas”, ha detto il ministro.
L’ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu nega che ci siano stati aggiornamenti dai mediatori in merito ai piani di Hamas di trasferire ulteriori corpi di ostaggi in Israele, dopo che il canale saudita Al-Sharq ha riferito che il gruppo militante stava recuperando tra sette e nove corpi di ostaggi da località non specificate all’interno della Striscia di Gaza. Stando a quanto riportato, Hamas avrebbe avuto l’intenzione di trasferire i corpi alla Croce Rossa dopo il loro recupero, sebbene non fosse stata indicata una tempistica precisa.
L’ufficio del premier israeliano dal canto suo ha dichiarato al Times of Israel di non aver ricevuto alcuna informazione dai mediatori in merito al trasferimento di sette-nove corpi di ostaggi.
Israele non permetterà alle truppe turche di prendere parte alla forza di pace internazionale che gli Stati Uniti stanno cercando di creare per supervisionare l’accordo di cessate il fuoco nella guerra tra Israele e Hamas a Gaza. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar. L’accordo di tregua in 20 punti, negoziato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump all’inizio di questo mese, prevede una task force internazionale per monitorare il cessate il fuoco, ma non menziona quali paesi forniranno le truppe. Si afferma solo che gli Stati Uniti “collaboreranno con i partner arabi e internazionali per sviluppare una Forza di Stabilizzazione Internazionale temporanea” da schierare a Gaza. La forza addestrerà e fornirà supporto alle “forze di polizia palestinesi verificate” a Gaza e “si consulterà con Giordania ed Egitto, che hanno una vasta esperienza in questo campo”. La creazione della task force è attualmente in corso, secondo funzionari statunitensi. Ma la seconda fase dell’accordo di cessate il fuoco non è ancora iniziata, hanno affermato funzionari israeliani. Parlando con i giornalisti durante una visita in Ungheria, il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar ha affermato che Israele si oppone alla partecipazione della Turchia a causa della consolidata ostilità del Presidente Recep Tayyip Erdogan nei confronti di Israele.
Per la prima volta dall’attacco del 7 ottobre 2023 il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha deciso di revocare lo stato d’emergenza dichiarato nel sud di Israele. Lo riporta il Times of Israel, spiegando che la “situazione speciale” ha consentito al Comando dell’esercito per il fronte interno di limitare gli assembramenti e chiudere alcune aree. Lo stato d’emergenza fu dichiarato la mattina del 7 ottobre in tutto il Paese, ma da allora è rimasto in vigore solo nel sud. L’ordine scadrà domani e, per la prima volta da oltre 2 anni, non ci sarà alcuna “situazione speciale” attiva in Israele. “Ho deciso di adottare la raccomandazione dell’Idf e di revocare, per la prima volta dal 7 ottobre, la situazione speciale nel fronte interno”, ha affermato Katz, secondo cui “la decisione riflette la nuova realtà di sicurezza nel sud del Paese, ottenuta grazie alle azioni determinate e potenti compiute negli ultimi 2 anni dalle nostre eroiche truppe contro l’organizzazione terroristica Hamas”.
Per quanto riguarda la Cisgiordania “l’Ue ha una posizione di lunga data di non riconoscimento della sovranità di Israele sui territori occupati dal giugno 1967, in linea con le pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Ricordiamo che l’annessione è illegale secondo il diritto internazionale, pertanto qualsiasi misura concreta intrapresa in tal senso sarebbe considerata una violazione del diritto internazionale”. Lo dice il portavoce del Servizio per l’azione esterna Ue Anouar El Anouni nel corso del briefing quotidiano con la stampa.
A Gaza “l’Italia farà la sua parte, sia per quanto riguarda la ricostruzione, saremo coorganizzatori anche del grande evento che si farà in Egitto per la ricostruzione di Gaza. Noi continuiamo a sostenere la popolazione palestinese. L’altro giorno è arrivato un altro consistente gruppo di studenti attraverso questo corridoio universitario, l’unico al mondo, nei prossimi giorni arriveranno anche bambini da curare nei nostri ospedali e altri e poi faremo tutto ciò che serve anche per contribuire alla ricostruzione, non soltanto organizzando la conferenza in Egitto, ma anche lavorando con le nostre imprese, mettendoci a disposizione in un consesso internazionale, compresa una presenza, qualora dovesse servire e dovesse essere richiesta, militare di peacekeeping per rinforzare la pace del territorio. Noi vogliamo essere protagonisti, già abbiamo inviato alcuni ufficiali per il coordinamento”. Così il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine di un convegno sulla pace promosso dalla Comunità di Sant’Egidio a Roma.
Un intervento chirurgico eseguito all’ospedale Monaldi di Napoli ha salvato la vita del piccolo Rayan, bimbo palestinese affetto da una grave cardiopatia congenita che in breve tempo non gli avrebbe lasciato scampo. Il bimbo è giunto al Monaldi con i genitori, ospitati nel parco dell’Azienda Ospedaliera presso la casa di accoglienza Maria Rosaria Sifo Ronga. Durante la degenza, il bimbo e la sua famiglia sono stati “adottati” dal personale dell’ospedale, che ha cercato anche di fargli dimenticare l’orrore della guerra e il suono assordante delle bombe. La famiglia ha ricevuto la visita dell’ambasciatrice dello Stato di Palestina in Italia, Mona Abuamara, che ha incontrato e ringraziato i medici e tutto il personale che si è occupato della salute del bambino. Preso in cura dall’Uoc di Cardiologia pediatrica guidata dalla professoressa Maria Giovanna Russo, dopo le prime visite e la conferma della diagnosi, Rayan è stato preparato all’intervento. “Semplificando – spiega il cardiochirurgo Guido Oppido – la malattia del piccolo Rayan è un difetto cardiaco congenito in cui entrambi i grandi vasi, aorta e arteria polmonare, originano dal ventricolo destro, con un circuito di sangue poco ossigenato”. In queste condizioni il piccolo mostrava ormai gravi segni di affaticamento cardiaco, da cui l’esigenza di procedere con l’intervento. “È stata una ricostruzione molto complessa, ma alla fine tutto è andato per il meglio”, prosegue il cardiochirurgo. Nei giorni scorsi Rayan si è ristabilito del tutto ed è stato dimesso.
Questo libro “è la voce di chi ha visto il proprio mondo sgretolarsi sotto il peso di una violenza, che non è un incidente di guerra. Lì non c’è stata una guerra, ma è un progetto deliberato programmato che si è realizzato giorno dopo giorno nell’arco di due anni. Questa cosa non viene sottolineata forse abbastanza. Si è detto che è una reazione, ma una reazione che si sviluppa in modo sistematico per due anni non ha nulla di istintivo”. Lo ha detto il presidente del M5S, Giuseppe Conte, intervenendo alla presentazione del libro ‘Genocidio’ di Rula Jebreal alla Camera. “È un progetto che ha colpito i bambini, i medici, il personale sanitario e i giornalisti. Questa che c’è stata a Gaza è forse la vicenda che ha avuto un tasso di uccisione di giornalisti che non ha comparazione, perché bisognava evitare che si diffondesse la verità. Atti sistematici volti a distruggere un intero gruppo, un’intera popolazione”, ha aggiunto.
L’esercito israeliano ha accusato le forze dell’Unifil, la missione delle Nazioni Unite in Libano, di avere abbattuto un drone usato per raccogliere informazioni. “Ieri, un drone di raccolta informazioni delle Idf è stato abbattuto nella zona di Kfar Kila, nel Libano meridionale, durante un’attività di routine di raccolta informazioni nella zona. Un’indagine iniziale suggerisce che le forze Unifil di stanza nelle vicinanze abbiano deliberatamente sparato contro il drone e lo abbiano abbattuto. L’attività del drone non rappresentava una minaccia per le forze Unifil”, riferisce su X il portavoce delle Forze di sicurezza israeliane. “Dopo l’abbattimento del drone, le truppe delle Idf hanno sganciato una granata verso la zona in cui è caduto il drone. Va sottolineato che non è stato sparato alcun colpo contro le forze Unifil. L’incidente è in fase di ulteriore analisi attraverso i canali di coordinamento militare”, aggiunge.
L’Egitto sta intensificando le operazioni di recupero e sgombero nella Striscia di Gaza, riferisce l’emittente saudita Al Hadath, portando questa mattina 12 mezzi pesanti nell’enclave per sgomberare le strade e contribuire alle operazioni di localizzazione dei corpi degli ostaggi. L’emittente afferma che l’ingresso di ulteriori attrezzature egiziane, compresi i veicoli, è avvenuto con l’approvazione israeliana, stando a quanto riferito dal Times of Israel.

