Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno annunciato la ripresa del cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. “In conformità con le direttive dei vertici politici e dopo una serie di attacchi significativi, – si legge sul profilo X delle forze israeliane – le Idf hanno iniziato a far rispettare nuovamente il cessate il fuoco in seguito alla sua violazione da parte dell’organizzazione terroristica Hamas”. L’esercito aggiunge che “continuerà a sostenere l’accordo di cessate il fuoco e risponderà con forza a qualsiasi violazione”.
In seguito alle pressioni dell’amministrazione statunitense, Israele ha annullato la decisione di chiudere i valichi per Gaza. Lo scrive il giornalista di Axios Barak Ravid citando funzionari israeliani. Secondo quanto riporta un funzionario Usa, citato dallo stesso giornalista, Israele avrebbe assicurato che i valichi per Gaza riapriranno domani mattina.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha deciso di chiudere tutti i valichi verso la Striscia di Gaza e di sospendere la consegna degli aiuti umanitari in risposta alla violazione del cessate il fuoco da parte di Hamas. È quanto riferisce un alto funzionario israeliano al giornalista Barak Ravid di Axios.
L’esercito israeliano (Idf) ha annunciato di aver avviato una nuova ondata di attacchi aerei contro obiettivi di Hamas nella Striscia di Gaza meridionale in risposta all’attacco alle truppe avvenuto questa mattina a Rafah. Una fonte militare ha detto al Times of Israel che uno degli obiettivi è un sistema di tunnel precedentemente utilizzato da Hamas per tenere in ostaggio gli israeliani.
Il canale saudita Al-Hadath ha riferito che l’obiettivo di un attacco israeliano nella Striscia di Gaza centrale lanciato questa mattina era Yahya al-Mabhouh, comandante delle forze Nukhba, l’unità d’élite dell’ala militare di Hamas, nella Striscia di Gaza settentrionale. Il nome di Al-Mabhouh era già comparso in precedenza nei resoconti palestinesi come una delle sei persone uccise in un attacco a ovest di Deir al-Balah.
Israele ha informato in anticipo l’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump degli attacchi a Gaza in risposta agli spari contro le truppe dell’esercito israeliano a Rafah. Israele ha comunicato attraverso il centro di comando statunitense che supervisiona il cessate il fuoco nella Striscia. Lo hanno riferito funzionari statunitensi e israeliani ad Axios. Un funzionario israeliano ha precisato che Israele non ha chiesto il permesso di condurre gli attacchi di ritorsione contro Hamas.
Almeno 51 persone sono state uccise nella Striscia di Gaza dagli attacchi israeliani da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco, meno di due settimane fa. Lo hanno riferito fonti mediche ad Al Jazeera. Altre 150 persone sono rimaste ferite dal fuoco dell’esercito israeliano.
Hamas nega di aver violato il cessate il fuoco con un attacco a Rafah contro le truppe dell’esercito israeliano (Idf), sostenendo che gli agenti presenti non stanno eseguendo gli ordini. “Ci impegniamo a mantenere il cessate il fuoco in tutte le aree della Striscia di Gaza”, si legge in una nota, “non abbiamo informazioni su incidenti o scontri avvenuti nella zona di Rafah, che è sotto il controllo dell’occupazione”. Hamas precisa che “i nostri contatti con i gruppi presenti lì sono stati interrotti dallo scorso marzo. Non abbiamo alcun collegamento con alcun evento che si verifichi in quella zona e non abbiamo modo di comunicare con i nostri combattenti lì presenti, ammesso che qualcuno di loro sia ancora vivo”.
Secondo quanto riportato dall’ufficio del Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu ha chiesto alle Forze di Difesa Israeliane (Idf) e ai servizi di sicurezza di “intraprendere azioni decise contro gli obiettivi terroristici nella Striscia di Gaza” dopo l’attacco di Hamas alle truppe dell’Idf di oggi. Lo riporta il Times of Israel. Netanyahu ha dato le istruzioni durante un incontro con il ministro della Difesa Israel Katz e i capi dello Shin Bet e del Mossad.
Il ministero della Salute palestinese a Gaza ha reso noto di aver ricevuto i corpi di 15 detenuti palestinesi deceduti, consegnati ieri da Israele tramite il Comitato Internazionale della Croce Rossa, portando il numero totale dei corpi restituiti a 150. In una nota, il Ministero ha affermato che i suoi team medici stanno eseguendo le procedure di identificazione ed esame prima di consegnare i corpi alle famiglie. Il ministero ha aggiunto che “alcuni corpi mostrano segni di abusi”, tra cui percosse, ammanettamenti e bende.
Hamas ha affermato che sono iniziati i colloqui con i mediatori per avviare la seconda fase del cessate il fuoco a Gaza, introdotta dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Hazem Kassem, portavoce del gruppo palestinese, ha dichiarato ieri sera che la seconda fase dei negoziati “richiede il consenso nazionale”. Ha anche affermato che Hamas ha avviato discussioni per “consolidare le proprie posizioni”. Kassem ha ribadito che il gruppo non farà parte dell’autorità di governo nella Gaza del dopoguerra. Secondo lui, gli organi di governo gestiti da Hamas nella Striscia di Gaza si stanno occupando degli affari quotidiani per evitare un vuoto di potere. “Le agenzie governative a Gaza continuano a svolgere i loro compiti, poiché il vuoto di potere è molto pericoloso, e questo continuerà fino a quando non sarà formato un comitato amministrativo concordato da tutte le fazioni palestinesi”, ha affermato. Kassem ha chiesto che venga istituito tempestivamente un Comitato di sostegno comunitario, un organo composto da tecnocrati palestinesi, per gestire gli affari quotidiani.
Il primo ministro d’Israele Benjamin Netanyahu ha convocato una valutazione della situazione con i vertici dell’esercito (Idf) per esaminare le misure di risposta contro Hamas per aver violato il cessate il fuoco a Rafah. All’ordine del giorno figurano la ripresa degli attacchi aerei e la riduzione del flusso di aiuti umanitari alla Striscia di Gaza, subordinatamente all’approvazione di Trump, data la delicatezza del cessate il fuoco e la volontà di continuare a rimpatriare i civili rapiti. Lo riporta Ynet.
L’Idf ha lanciato attacchi aerei nella zona di Rafah in risposta all’attacco di miliziani palestinesi nella Striscia di Gaza. Lo riferisce il Times of Israel, indicando che l’incidente segna apparentemente l’ultima violazione del cessate il fuoco da parte di Hamas. L’emittente israeliana Channel 12 ha affermato che l’attacco aereo è avvenuto in seguito a uno “scambio di fuoco” con membri di Hamas, dopo che il gruppo palestinese ha effettuato “molteplici attacchi” contro le forze israeliane”. Sulla situazione ci sarebbe stata una telefonata tra il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Israel Katz
L’Idf ha iniziato a delimitare la cosiddetta Linea Gialla – alla quale l’esercito si è ritirato secondo i termini dell’attuale cessate il fuoco – nella Striscia di Gaza con dei segnali fisici. Lo riporta il Times of Israel, segnalando un’immagine da Gaza pubblicata questa mattina sui social media che mostra blocchi di cemento dipinti di giallo e cartelli metallici gialli che devono essere fissati su di essi. Il ministro della Difesa Israel Katz ha ordinato l’installazione dei segnali fisici in modo che i confini del controllo militare nella Striscia siano chiaramente visibili. Katz ha affermato che i segnali serviranno da avvertimento ai “terroristi di Hamas e ai residenti di Gaza che qualsiasi violazione o tentativo di attraversare la linea sarà punito con il fuoco”
Uno dei corpi restituiti ieri sera da Hamas è quello dell’ostaggio ucciso Ronen Engel, secondo quanto annunciato dal Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi e dal kibbutz Nir Oz. Lo riporta il Times of Israel. Il Forum delle famiglie afferma di “abbracciare la famiglia Engel”, definendo la restituzione “una forma di sollievo per una famiglia che ha vissuto in un’agonizzante incertezza e dubbio per oltre due anni”. L’ufficio del Primo Ministro e l’IDF confermano l’identificazione di Engel e affermano che il processo di identificazione dell’altro corpo restituito durante la notte è ancora in corso. Il 7 ottobre 2023, Engel è stato ucciso da Hamas a Nir Oz, mentre sua moglie Karina e le loro figlie Mika e Yuval sono state rapite. Il mese successivo, Karina, Mika e Yuval sono state liberate da Gaza nell’ambito di un accordo di cessate il fuoco. Nel dicembre dello stesso anno, l’IDF ha confermato che Ronen era stato ucciso e che il suo corpo era stato preso in ostaggio. Successivamente è emerso che Ronen era stato ucciso nel kibbutz il 7 ottobre e che i suoi resti erano stati presi in ostaggio. La figlia Mika ha scritto su Instagram che suo padre è “finalmente a casa”. “Dopo 744 giorni, mio padre è finalmente tornato a casa”. “Non è quello che speravamo, non è quello che desideravamo per lui, ma finalmente è successo”, ha aggiunto. “I nostri cuori sono con le famiglie degli ostaggi e non ci fermeremo finché l’ultimo ostaggio ucciso” non sarà tornato a casa.
Hamas ha respinto la dichiarazione del Dipartimento di Stato americano secondo cui il gruppo palestinese avrebbe pianificato un attacco contro civili a Gaza. Lo riferisce Al Jazeera, dopo che il Dipartimento di Stato ha accusato Hamas di voler attaccare civili palestinesi, affermando che ciò costituirebbe una “grave violazione diretta dell’accordo di cessate il fuoco” con Israele da esso mediato.
Uno dei corpi restituiti ieri sera da Hamas è quello dell’ostaggio ucciso Ronen Engel, secondo quanto annunciato dal Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi e dal kibbutz Nir Oz. Lo riporta il Times of Israel. Il Forum delle famiglie afferma di “abbracciare la famiglia Engel”, definendo la restituzione “una forma di sollievo per una famiglia che ha vissuto in un’agonizzante incertezza e dubbio per oltre due anni”. L’ufficio del Primo Ministro e l’IDF confermano l’identificazione di Engel e affermano che il processo di identificazione dell’altro corpo restituito durante la notte è ancora in corso. Il 7 ottobre 2023, Engel è stato ucciso da Hamas a Nir Oz, mentre sua moglie Karina e le loro figlie Mika e Yuval sono state rapite. Il mese successivo, Karina, Mika e Yuval sono state liberate da Gaza nell’ambito di un accordo di cessate il fuoco. Nel dicembre dello stesso anno, l’IDF ha confermato che Ronen era stato ucciso e che il suo corpo era stato preso in ostaggio. Successivamente è emerso che Ronen era stato ucciso nel kibbutz il 7 ottobre e che i suoi resti erano stati presi in ostaggio. La figlia Mika ha scritto su Instagram che suo padre è “finalmente a casa”. “Dopo 744 giorni, mio padre è finalmente tornato a casa”. “Non è quello che speravamo, non è quello che desideravamo per lui, ma finalmente è successo”, ha aggiunto. “I nostri cuori sono con le famiglie degli ostaggi e non ci fermeremo finché l’ultimo ostaggio ucciso” non sarà tornato a casa.
Il proseguimento della chiusura del valico di Rafah ritarderà il recupero e la consegna di altri corpi degli ostaggi. È quanto afferma Hamas, che ha denunciato che la decisione del premier israeliano Benjamin Netanyahu di impedire l’apertura del valico di Rafah fra la Striscia di Gaza e l’Egitto “costituisce una violazione dei termini dell’accordo di cessate il fuoco. La decisione di Netanyahu di impedire l’apertura del valico di Rafah costituisce una violazione dei termini dell’accordo di cessate il fuoco”. Lo afferma Hamas, come riferisce Al-Jazeera. Secondo il gruppo palestinese, la decisione del premier israeliano Benjamin Netanyahu di tenere chiuso il valico fra la Striscia di Gaza e l’Egitto è una negazione degli impegni che ha assunto nei confronti dei mediatori e dei garanti. “Chiediamo ai mediatori e ai garanti di intervenire per l’apertura del valico”, aggiunge Hamas.
Il Dipartimento di Stato statunitense ha dichiarato di avere “informazioni attendibili” secondo cui, a Gaza, Hamas potrebbe violare il cessate il fuoco con un attacco contro i civili palestinesi. Se l’attacco dovesse avvenire, “costituirebbe una violazione diretta e grave” dell’accordo raggiunto dal presidente Donald Trump per porre fine alla guerra durata due anni tra Israele e Hamas, si legge nella dichiarazione. “Se Hamas dovesse procedere con questo attacco, saranno prese misure per proteggere la popolazione di Gaza e preservare l’integrità del cessate il fuoco”, ha affermato il Dipartimento di Stato.

