Anche a Lyle Menendez è stata negata la libertà vigilata dalla stessa commissione che il giorno prima aveva respinto la richiesta di libertà di suo fratello Erik, dopo aver scontato decenni di carcere per l’omicidio dei genitori nel 1989 nella loro villa di Beverly Hills. Il motivo è lo stesso per entrambi: cattiva condotta dietro le sbarre.
Una commissione composta da due commissari ha negato a Lyle Menendez la libertà vigilata per tre anni dopo un’udienza durata un giorno intero. I commissari hanno osservato che l’uomo, fratello maggiore di Erik, mostrava ancora “tratti di personalità antisociali come inganno, minimizzazione e trasgressione delle regole che si celano sotto quella superficie positiva”.
“Sappiamo che per anni hai avuto pochissime speranze di essere rilasciato“, ha dichiarato la commissaria Julie Garland. “Ci si aspetta che i cittadini rispettino le regole, indipendentemente dal fatto che vi siano o meno incentivi a farlo”.
Il delitto e la condanna dei fratelli Menendez
Erik e Lyle Menendez furono condannati all’ergastolo nel 1996 per aver ucciso a colpi di arma da fuoco i genitori José e Kitty Menendez nella loro villa di Beverly Hills nel 1989. Erik Menendez ha detto per anni di essere stato abusato sessualmente dal padre. L’uomo ha raccontato in commissione: “Fantasticavo che mio padre non fosse vivo”. Erik Menendez ha ammesso: “Non sono stato cresciuto con una base morale. Sono stato cresciuto per mentire, imbrogliare, rubare – rubare in senso astratto. L’idea che esista un giusto e uno sbagliato che non devo oltrepassare perché è un confine morale, non mi è stata instillata da adolescente”.

