All’indomani del vertice alla Casa Bianca tra Donald Trump, Volodymyr Zelensky e i leader europei, l’attenzione si sposta ora sul possibile incontro tra il presidente ucraino e Vladimir Putin. Trump ha confermato la volontà di farli sedere al tavolo prima di unirsi a un eventuale trilaterale: “Lasciamo che si parlino. Se tutto va bene guiderò io e concluderemo la questione”, ha dichiarato il tycoon, che lunedì sera ha parlato telefonicamente con il capo del Cremlino. Le parti stanno lavorando per fissare l’incontro entro fine agosto.
I preparativi “sono in corso”, ha confermato la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt. I dettagli, ha specificato, saranno resi noti al momento opportuno. Dopo che è emersa la disponibilità di Putin a incontrare Zelensky, Mosca ha detto di non escludere alcun formato negoziale. Quanto alla sede del bilaterale, è emerso che Putin ha proposto Mosca, prontamente bocciata da Kiev. I leader europei puntano su Ginevra, proposta dal presidente francese Emmanuel Macron. Secondo un funzionario dell’amministrazione Trump citato da Politico, la Casa Bianca starebbe piuttosto pensando a Budapest per il trilaterale, data la vicinanza del premier ungherese Viktor Orban a Trump e a Putin.
Il vertice di Washington, dunque, ha consentito di compiere alcuni progressi verso la fine del conflitto ucraino, ma restano diversi nodi da sciogliere. Se da un lato il presidente Usa, Donald Trump, ha annunciato un incontro tra l’omologo russo, Vladimir Putin, e il leader ucraino, Volodymyr Zelensky, il risultato più significativo per Kiev e l’Europa riguarda le garanzie di sicurezza per l’Ucraina. Il modello sarebbe quello dell’articolo 5 del Trattato della Nato, base del sistema di difesa collettiva, ma senza l’adesione formale di Kiev all’Alleanza.
Zelensky: “Pronti a bilaterale con Putin”
“Oggi si sono svolti importanti negoziati a Washington. Abbiamo discusso molte questioni con il presidente Trump. È stata una conversazione lunga e approfondita, che ha riguardato anche la situazione sul campo di battaglia e le nostre iniziative per avvicinarci alla pace. Si sono inoltre tenuti diversi incontri con i leader europei e il presidente degli Stati Uniti”. È quanto ha scritto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un post sul social X dopo il vertice negli Stati Uniti con il presidente Donald Trump e i leader Ue.
“Abbiamo discusso delle garanzie di sicurezza. Si tratta di una questione fondamentale, un punto di partenza per porre fine alla guerra. Apprezziamo l’importante segnale inviato dagli Stati Uniti riguardo alla loro disponibilità a sostenere e partecipare a tali garanzie”, ha aggiunto Zelensky, “oggi è stata dedicata molta attenzione al ritorno dei nostri bambini, al rilascio dei prigionieri di guerra e dei civili detenuti dalla Russia. Abbiamo convenuto di lavorare su questo tema. Il presidente degli Stati Uniti ha inoltre espresso il proprio sostegno a una riunione a livello di leader. Tale riunione è necessaria per risolvere questioni delicate”. “Ringrazio il presidente Trump per l’invito e per il formato speciale della nostra riunione odierna. Ringrazio anche tutti i leader che erano con noi oggi: Emmanuel Macron, Keir Starmer, Friedrich Merz, Giorgia Meloni, Alexander Stubb, Ursula von der Leyen, Mark Rutte”, conclude Zelensky, “quella di oggi è stata una tappa importante, una dimostrazione di autentica unità tra l’Europa e gli Stati Uniti. I leader sono venuti personalmente per sostenere l’Ucraina e discutere di tutto ciò che ci avvicinerà alla pace reale, a un’architettura di sicurezza affidabile che proteggerà l’Ucraina e tutta l’Europa. Continuiamo il nostro lavoro, coordinando i nostri passi con tutti gli alleati che si adoperano per porre fine a questa guerra con dignità. Ringrazio tutti coloro che stanno aiutando”.
Meloni: “L’Occidente unito per costruire la pace”
La premier, Giorgia Meloni, ha pubblicato sui suoi canali social un post con un video dell’incontro di Washington, scrivendo: “L’Occidente unito, per costruire la pace e garantire la sicurezza delle nostre Nazioni e dei nostri popoli”.
Il presidente americano Donald Trump avrebbe avuto ieri un colloquio con il primo ministro ungherese Viktor Orban. Lo riporta Bloomberg spiegando che il colloquio sarebbe avvenuto dopo l’incontro alla Casa Bianca con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e i leader europei. Trump – viene spiegato – avrebbe chiesto il motivo per cui Budapest sta bloccando i negoziati di adesione dell’Ucraina all’Unione Europea.
In merito agli ultimi vertici per trovare un accordo di pace in Ucraina, “c’è speranza, ma bisogna ancora lavorare molto e pregare molto. Bisogna trovare la strada per la pace. Ogni tanto sento qualche leader. Bisogna trovare la strada”. Così Papa Leone XIV, parlando ai giornalisti lasciando Castel Gandolfo.
Dai leader europei il “fallimento maggiore”, perché “sono costretti a prendere atto di quel che anche i comuni cittadini hanno sempre saputo: che la Russia, nient’affatto isolata, rimane un player globale con cui è imprescindibile misurarsi”. “Completamente disorientati, stanno agendo in ordine sparso, come dimostrano le proposte estravaganti in tema di ‘garanzie di sicurezza’”. “La garanzia di protezione di cui all’art. 5 del Trattato Nato”, proposta da Giorgia Meloni è “una follia”. Lo scrive il leader del M5s Giuseppe Conte, in un lungo post su Facebook, all’indomani del vertice di Washington. Per Conte, “conferma la seria difficoltà di porre fine al conflitto russo-ucraino con un onorevole compromesso tra i vari attori in campo, protagonisti e comprimari”.
Secondo un funzionario dell’amministrazione Trump la Casa Bianca starebbe pianificando un possibile incontro trilaterale tra i presidenti degli Stati Uniti, Donald Trump, della Russia, Vladimir Putin, e dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, nella capitale ungherese Budapest, come prossimo passo nei negoziati per porre fine alla guerra. Lo riporta Politico. Secondo la fonte i servizi segreti americani si starebbero preparando per il vertice nel Paese guidato da Viktor Orban, molto vicino a Donald Trump fin dal primo mandato del presidente americano. La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, nel corso del briefing con la stampa non ha commentato le indiscrezioni.
Il supporto aereo per l’Ucraina nell’ambito delle garanzia di sicurezza per Kiev è “un’opzione e una possibilità”. Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, in un briefing con la stampa. Il presidente Trump ha però “definitivamente escluso” l’invio di militari Usa sul terreno, ha ribadito la funzionaria.
I preparativi per un incontro tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky “sono in corso”. Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, parlando con la stampa. I dettagli, ha aggiunto la funzionaria, saranno resi noti al momento opportuno.
Un eventuale incontro trilaterale a Roma fra Vladimir Putin, Volodymyr Zelensky e Donald Trump è “improbabile” per “diverse ragioni, sia formali che logistiche, e politiche”. Lo ha affermato una fonte diplomatica alla Tass. L’interlocutore dell’agenzia ha ricordato che Mosca considera attualmente l’Italia un Paese ostile e che le azioni delle sue autorità sono state ripetutamente criticate dalle autorità russe. “È improbabile che la Russia voglia dare prestigio politico a questo governo”, ha affermato un’altra fonte dell’agenzia. Al momento la sede più gettonata per l’eventuale incontro pare essere Ginevra in Svizzera e anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha detto che la città elvetica può essere “la sede migliore”.
A causa degli sviluppi legati al processo di pace sull’Ucraina e dei colloqui in corso in questi giorni, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sta valutando l’ipotesi di rinviare a data da destinarsi il previsto viaggio nell’Indo-Pacifico. Lo si apprende da fonti di Palazzo Chigi, che spiegano che la decisione definitiva sarà presa nei prossimi giorni, alla luce dell’evoluzione delle trattative internazionali.
Il vertice di Washington continua a suscitare reazioni in Germania, dove si discute del ruolo che la Bundeswehr potrebbe avere nella tutela di una futura pace in Ucraina. Le posizioni vanno dal rifiuto netto a modelli alternativi, fino all’ipotesi di una ‘leadership’ tedesca. Il ministro degli Esteri Johann Wadephul ha annunciato colloqui anche con l’opposizione per chiarire “che cosa la Germania possa e debba contribuire” in questo contesto. Secondo il governo federale, però, non è ancora giunto il momento per una decisione definitiva. Lo sfondo della discussione è la richiesta di Kiev di ricevere garanzie di sicurezza dai partner occidentali, nel caso di un accordo di pace con la Russia. Tali garanzie, ha spiegato Wadephul alla radio Deutschlandfunk, significherebbero “sostegno politico e militare se Mosca non rispettasse l’intesa”. Fonti governative hanno confermato che Berlino intende partecipare a un sistema di garanzie di sicurezza, ma che la natura concreta del contributo tedesco sarà decisa solo una volta stabilito il quadro generale. Wadephul ritiene probabile che alla Germania venga chiesta una partecipazione militare nell’ambito di una “coalizione dei volenterosi”, anche in virtù del nuovo ruolo di leadership assunto da Berlino. “Leadership significa sempre anche assumersi responsabilità”, ha dichiarato. A livello tecnico, si lavora a diversi modelli di sicurezza che includono: presenza militare in Ucraina, monitoraggio di un accordo di pace, potenziamento della difesa aerea e armamento delle forze armate ucraine. Il commissario parlamentare alle forze armate, Henning Otte (Cdu), considera molto probabile un coinvolgimento tedesco: “La Germania è un garante di sicurezza saldo al fianco dell’Ucraina e non si sottrarrà a questa responsabilità”. Il cancelliere Friedrich Merz, dopo il summit di Washington, ha evitato di sbilanciarsi su un eventuale dispiegamento di truppe tedesche: “È troppo presto per dare una risposta definitiva”, ha detto, annunciando consultazioni con i partner di governo. Anche l’esponente Spd, Rolf Mützenich, ha ribadito che non è ancora chiaro quale sarebbe il compito concreto della Bundeswehr. Da sinistra, il leader Jan van Aken ha proposto invece un intervento sotto egida Onu, mettendo in guardia contro un’operazione Nato: “Se soldati Nato e russi si trovassero faccia a faccia in Ucraina, il rischio di un grande conflitto sarebbe costante”.
Secondo quanto riferito da una fonte ad Axios, durante il suo vertice con Donald Trump il presidente russo Vladimir Putin ha affermato di essere disposto a discutere il principio delle garanzie di sicurezza, ma ha menzionato la Cina come uno dei potenziali garanti.
“Stiamo attualmente lavorando attivamente a tutti i livelli sui dettagli, su quale sarà l’architettura delle garanzie, con tutti i partecipanti alla coalizione dei volenterosi, in modo molto sostanziale, con gli Stati Uniti, e questo è uno dei più grandi successi di Washington. Sono grato a tutti coloro che ci aiuteranno”. Lo ha scritto su Telegram il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.
“Non ci si può fidare del fatto che Putin mantenga alcuna promessa o impegno. Pertanto, le garanzie di sicurezza devono essere sufficientemente solide e credibili da dissuadere la Russia dal riorganizzarsi e dal riattaccare”. Lo scrive su X l’Alta Rappresentante Ue per la Politica estera, Kaja Kallas. “L’Ue – sottolinea – contribuirà a queste garanzie di sicurezza, in particolare addestrando i soldati ucraini e rafforzando le forze armate e l’industria della difesa Ucraina” e la Ue “continuerà inoltre a colpire l’economia di guerra russa. Il prossimo pacchetto di sanzioni contro Mosca dovrebbe essere pronto entro il mese prossimo. Ho messo questi argomenti in cima all’agenda delle discussioni della prossima settimana tra i ministri degli Esteri e della Difesa dell’Ue”. Kallas sottolinea poi che “l’unità tra i leader dell’Ue nel vertice virtuale di oggi era palpabile. Tutti sono impegnati per una pace duratura che protegga gli interessi vitali di sicurezza sia dell’Ucraina che dell’Europa”.
“Abbiamo parlato dei nostri prossimi passi e della preparazione del nuovo 19esimo pacchetto di sanzioni dell’Ue contro la Russia. La pressione deve aumentare finché la Russia non adotterà misure concrete per fermare la guerra”. Lo scrive su X il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, dopo avere parlato con il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, a seguito del vertice Ue in videoconferenza dedicato ai risultati dei negoziati a Washington. “Abbiamo compiuto – sottolinea – un passo importante verso la fine di questa guerra e la sicurezza dell’Ucraina e dell’intera Europa. Garanzie di sicurezza affidabili e funzionanti per l’Ucraina sono il risultato più importante dei nostri sforzi congiunti, di tutti i nostri partner e, soprattutto, del coraggio ucraino che ha difeso la nostra indipendenza”. Il leader ucraino fa sapere che con Costa “abbiamo discusso i risultati della riunione del Consiglio europeo e le nostre ulteriori azioni congiunte. Apprezziamo l’unità e il sostegno incrollabile dell’Unione europea. Abbiamo concordato di continuare a collaborare strettamente”. Separatamente, “abbiamo discusso dell’importanza dell’unità tra tutti i 27 Stati membri dell’UE per il percorso dell’Ucraina verso l’adesione all’Ue e l’apertura di cluster negoziali”, conclude Zelensky ringraziando per il “vostro supporto”.
Nel corso della videoconferenza di questa mattina con i 30 leader dei paesi della Coalizione dei volenterosi, il primo ministro britannico Keir Starmer ha illustrato i prossimi passi affinché la coalizione e le controparti statunitensi si incontrino nei prossimi giorni per rafforzare i piani sulle garanzie di sicurezza e “preparare il dispiegamento di una forza di rassicurazione qualora le ostilità terminassero”. Lo riferisce Downing Street in una nota, aggiungendo che sono state discusse anche ulteriori possibili sanzioni contro Mosca, a meno che il leader russo Vladimir Putin non dimostri di essere “pronto a intraprendere azioni serie per porre fine alla sua invasione illegale”.
Il nuovo look di Volodymyr Zelensky non era stato pensato in risposta al primo incontro alla Casa Bianca. Lo ha assicurato lo stilista Viktor Anisimov, che cura l’abbigliamento del presidente ucraino. Un look che ieri ha incassato i complimenti di Donald Trump e dei giornalisti. “Ma non si tratta del completo, ma di ciò che accadrà all’Ucraina”, ha detto Anisimov citato dal Wall Street Journal. Dall’inizio dell’invasione russa, Zelensky ha in gran parte rinunciato agli abiti formali, preferendo capi in stile militare come gesto di solidarietà con i cittadini del suo Paese. Durante la visita dello stesso febbraio, il leader ucraino era stato criticato dal giornalista televisivo pro-Trump Brian Glenn per aver scelto di indossare una polo a maniche lunghe con lo stemma del tridente ucraino. Anche Trump, nell’occasione, aveva ironizzato sul look: “Sei proprio elegante”. Anisimov ha spiegato: “Avevamo già iniziato a lavorare al nuovo guardaroba e allo stile del presidente a gennaio. Dopo ciò che è accaduto a febbraio, conoscendo i principi del nostro presidente, pensavo che non avrebbe voluto cambiare il suo stile. E invece no, ha deciso che dovevamo continuare”. Lo stilista ha dichiarato di star “spostando gradualmente l’immagine del presidente verso uno stile più civile, pur mantenendo un richiamo militare”. L’abbigliamento di Zelensky, ha sottolineato Anisimov, non era tecnicamente un completo. Si trattava di una giacca in stile militare francese, in tela militare con quattro tasche applicate, più simile a un cappotto da controguerriglia. Zelensky l’ha abbinata a pantaloni coordinati.
“I leader dei 27 Stati membri dell’Unione Europea si sono incontrati oggi. 1. È stato confermato che il pericolo di una terza guerra mondiale può essere ridotto solo attraverso un incontro Trump-Putin. 2. È stato confermato che la strategia basata sull’isolamento è fallita. 3. È stato confermato che non esiste una soluzione alla guerra tra Russia e Ucraina in prima linea; solo gli sforzi diplomatici possono portare a una soluzione.4. È stato confermato che l’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea non offre garanzie di sicurezza; pertanto, collegare l’adesione a garanzie di sicurezza è inutile e pericoloso”. Lo scrive su X il premier ungherese, Viktor Orban, dopo il vertice Ue che si è tenuto oggi in videoconferenza. “L’Ungheria – aggiunge – accoglie con favore i passi compiuti nei colloqui Trump-Putin e sostiene il proseguimento del processo negoziale, con particolare riguardo a un secondo incontro Trump-Putin. Manteniamo l’iniziativa ungherese all’ordine del giorno dell’Unione affinché proponga un vertice Europa-Russia il prima possibile”.
Il presidente russo Vladimir Putin ha avuto una conversazione telefonica con il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman e lo ha informato dei colloqui con il presidente americano Donald Trump. Lo ha riferito il Cremlino, aggiungendo che i due leader hanno inoltre discusso di temi attuali relativi alla cooperazione tra i due Paesi in ambito politico, commerciale, economico e degli investimenti.
In merito alla telefonata di ieri con Vladimir Putin, avvenuta mentre sette leader europei e Volodymyr Zelensky si trovavano alla Casa Bianca, il presidente Usa Donald Trump ha detto di non aver parlato con il leader russo davanti agli altri leader mondiali perché avrebbe pensato che fosse “irrispettoso” nei confronti di Putin. “Non l’ho fatto davanti a loro. Ho pensato che sarebbe stato irrispettoso verso il presidente Putin”, ha spiegato Trump in un’intervista a Fox. “Non hanno rapporti calorosi e, in realtà, Putin non parlerebbe con i leader europei. Questo faceva parte del problema”, ha aggiunto il presidente Usa.
“Avete la mia parola”. Così, in un’intervista a Fox, il presidente Usa Donald Trump ha risposto alla domanda se possa garantire che non ci saranno truppe statunitensi in Ucraina. “Sto solo cercando di evitare che la gente venga uccisa”, ha aggiunto.
Interpellato sulla prospettiva di garanzie di sicurezza per l’Ucraina, il presidente Usa Donald Trump ha affermato che i Paesi europei “anticiperanno l’azione”. “Vogliono avere truppe sul terreno”, ha spiegato in un’intervista a Fox, riferendosi a Francia, Germania e Regno Unito. “Non penso che sarà un problema”, ha aggiunto.
Donald Trump ha ribadito che l’Ucraina non dovrebbe entrare nella Nato. Kiev “non avrebbe dovuto chiedere” l’adesione, ha dichiarato in un’intervista a Fox. “Hanno detto: ‘Mettici nella Nato’. E tutti sapevano che non si poteva fare, semplicemente non si poteva”, ha aggiunto.
E’ possibile che Vladimir Putin non voglia negoziare un accordo per porre fine alla guerra della Russia in Ucraina. Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, in un’intervista a Fox. “Penso che Putin sia stanco”, della guerra, ha detto. “Penso che siano tutti stanchi. Ma non si sa mai. Sapremo qualcosa su Putin nelle prossime due settimane e vedremo come andrà a finire. È possibile che non voglia raggiungere un accordo”, ha aggiunto.
Stando a quanto si apprende a Bruxelles, è terminato pochi minuti fa il vertice europeo in videoconferenza per effettuare un resoconto dei colloqui sull’Ucraina, convocato ieri dal presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa. A breve si terrà un punto stampa di Costa da Lisbona.
Le possibili garanzie di sicurezza degli Stati Uniti all’Ucraina potrebbero essere fornite “via aerea”. Così il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, in un’intervista a Fox.
Il leader del Partito Popolare europeo (Ppe), Manfred Weber, chiede una discussione sull’invio di truppe europee congiunte come garanzia di sicurezza per l’Ucraina. “Per l’Europa, per noi, questo è anche un momento per crescere. Non possiamo limitarci a guardare a Washington e chiedere all’America di risolvere i nostri problemi, e far sì che i soldati americani si assumano la responsabilità, ma anche l’Europa deve crescere ora, fino al punto di considerare l’invio di truppe veramente europee in Ucraina, non solo nazionali”, ha detto Weber a Welt Tv.
“Prima farei incontrare loro, non sono stati esattamente grandi amici. Conta solo se riusciremo a portare a termine le cose”. Così il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, in un’intervista a Fox, risponde sulla possibilità di partecipare al possibile summit tra Putin e Zelensky.
“Spero che il presidente Putin si comporti bene. Se non lo fa, la situazione sarà dura. E spero il presidente Zelensky, faccia quello che deve fare. Deve anche mostrare un po’ di flessibilità”. Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti Donald Trump in un’intervista a Fox.
“Non spetta a noi decidere quando e come si devono fare le elezioni in Ucraina. Noi difendiamo sempre la democrazia. Il primo obiettivo perché ci possano essere le elezioni deve essere il raggiungimento della pace. Noi intanto lavoriamo per quello con grande impegno”. Lo ha detto il vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel corso di un punto stampa congiunto a Berna con il suo omologo svizzero, Ignazio Cassis.
Il capo delle forze armate britanniche si recherà oggi negli Stati Uniti per colloqui approfonditi sul coinvolgimento americano nelle garanzie di sicurezza. Lo riporta Bbc, secondo cui il premier britannico Keir Starmer ha incaricato il capo di Stato Maggiore della Difesa, Tony Radakin, di definire nel dettaglio le misure per proteggere l’Ucraina nel caso di un accordo di pace.
I corpi di mille persone sono stati rimpatriati in Ucraina dalla Russia, in conformità con gli accordi precedentemente negoziati. Secondo il Comitato per il trattamento dei prigionieri di guerra di Kiev si tratta di militari, ma l’Ucraina deve ancora verificare la rivendicazione. “Sfortunatamente, tra i rimpatriati ci sono i corpi di cinque militari ucraini morti in cattività. Erano presenti nella lista dei prigionieri ‘gravemente feriti e gravemente malati’ da scambiare in base agli accordi raggiunti a Istanbul durante il secondo round di negoziati”, ha dichiarato il Comitato in una nota citata dai media. “La parte russa continua a ritardare e non adempie ai propri obblighi”, si legge. “L’Ucraina insiste per il rilascio immediato di tutti i prigionieri gravemente malati e gravemente feriti e lotta per il ritorno di tutti i cittadini ucraini”. Il Comitato ha precisato che i soldati ucraini deceduti prestavano servizio nelle regioni ucraine di Donetsk, Zaporizhzhia e Luhansk, nonché durante l’incursione nella regione russa di Kursk.
“Al Consiglio europeo di oggi, convocato da Antonio Costa, stiamo discutendo dei progressi compiuti nei nostri sforzi per la pace in Ucraina. A Washington D.C. sono proseguiti i colloqui su solide garanzie di sicurezza per l’Ucraina, sulla fine dello spargimento di sangue, sulle sanzioni e sul ritorno dei bambini rapiti. Il nostro lavoro e la nostra stretta cooperazione continuano”. Lo scrive su X la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
“Pochi minuti fa è iniziata la videoconferenza con i membri del Consiglio europeo per un resoconto dei colloqui sull’Ucraina. L’Ue sostiene fermamente il popolo ucraino e il presidente Zelensky”. Lo scrive su X il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa. “L’Ucraina è stata – e rimarrà – al centro dell’agenda dei leader nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, mentre continuiamo a sostenere gli sforzi per una pace giusta e sostenibile. Come primo passo, la Russia deve porre immediatamente fine alla violenza”, aggiunge.
Durante la conversazione telefonica di ieri sera Vladimir Putin e Donald Trump hanno confermato la loro intesa sul fatto che la crisi in Ucraina debba essere risolta in modo tale che non si ripeta mai più e che vengano presi in considerazione gli interessi legittimi di tutti gli Stati della regione. Lo ha affermato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, sottolineando che Washington è interessata a un accordo non per “preparare nuovamente l’Ucraina alla guerra, come è accaduto dopo gli accordi di Minsk”. “In particolare, affinché questa crisi non si ripeta mai più e affinché siano garantiti i diritti legali di tutti gli Stati situati in questa parte del mondo e di tutti i popoli che abitano questi Stati”, ha spiegato in un’intervista a Rossiya 24. “L’intesa è stata confermata durante la conversazione telefonica di ieri sera tra il presidente Putin e il presidente Trump”, ha aggiunto.
La Svizzera offrirà “l’immunità” al presidente russo Vladimir Putin, nonostante la sua incriminazione presso la Corte penale internazionale, a condizione che si presenti “per una conferenza di pace”. Lo ha dichiarato in conferenza stampa a Berna il consigliere federale Ignazio Cassis, citato dai media elvetici. L’anno scorso, ha aggiunto, il governo ha definito “le regole per concedere l’immunità a una persona sottoposta a mandato di arresto internazionale. Se quella persona si presenta per una conferenza di pace, non se si presenta per motivi privati”, ha affermato Cassis.
La Svizzera è “più che pronta” a ospitare un vertice tra Putin e Zelensky. Lo ha dichiarato il consigliere federale Ignazio Cassis, citato dai media elvetici. “Credo al 200% nell’organizzazione di questo vertice e ne discutiamo da tempo” ha dichiarato in conferenza stampa a Berna, aggiungendo di aver già ricordato più volte la disponibilità della Svizzera al ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ricevuto un invito per visitare la Russia. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, citato dalla Tass.
La proposta che il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, avrebbe presentato di acquistare armi statunitensi per 100 miliardi di dollari, finanziate dall’Europa, come parte di un accordo per ottenere garanzie di sicurezza dagli Usa “non è stata discussa durante l’incontro di ieri tra i leader europei, il presidente Zelensky e il presidente Trump, quindi non ho commenti specifici al riguardo”. Lo dice la portavoce della Commissione europea, Arianna Podestà, nel corso del briefing quotidiano con la stampa. “In generale, conoscete gli sforzi che stiamo portando avanti per mantenere il sostegno all’Ucraina, anche militare, nonché il nostro Programma Safe, e come stiamo cercando di integrare le nostre industrie e promuovere la spesa per la difesa e le innovazioni insieme all’Ucraina”, aggiunge.
Riguardo al cessate il fuoco in Ucraina “la presidente von der Leyen ha espresso la sua opinione anche domenica. Ha affermato di non ritenere il termine così importante, e che ciò che conta è che le uccisioni si fermino. Ha poi affermato la stessa cosa ieri nel suo discorso di apertura alla tavola rotonda con il presidente Trump: le uccisioni devono cessare. Questa è la parte più importante. Che lo chiamiamo cessate il fuoco o accordo di pace non è poi così rilevante. Ciò che conta è l’effetto, ovvero che non vengano sprecate altre vite in questa guerra assurda”. Lo dice la portavoce della Commissione europea, Arianna Podestà, nel corso del briefing quotidiano con la stampa.
“Senza rispetto per gli interessi di sicurezza della Russia, senza pieno rispetto dei diritti dei russi e delle persone di lingua russa che vivono in Ucraina, non si può parlare di alcun accordo a lungo termine, perché tali questioni devono essere urgentemente risolte nel contesto della regolamentazione”. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov in un’intervista a Rossiya 24.
“Sono giornate importanti, sia quella in Alaska fra Trump e Putin, sia quella di ieri con Zelensky, i leader europei, il nostro presidente del Consiglio. Se nessuno si metterà di mezzo – fra Bruxelles e Parigi – penso che potranno essere settimane decisive. Se Trump riuscirà a rimettere intorno allo stesso tavolo Putin e Zelensky, penso che il 2025 possa essere quello della fine di questa maledetta guerra”. Così il leader della Lega e vicepremier, Matteo Salvini, a margine del sopralluogo dei lavori della Metro C a Roma, in merito al vertice multilaterale a Washington tra il presidente Usa Donald Trump e quello ucraino, Volodymyr Zelensky, e gli altri leader europei e della Nato, tra cui la premier Giorgia Meloni.
La fine della guerra “conviene a tutti, ognuno dovrà cedere qualcosa, immagino nessuno potrà vincere al 100% sul campo perché vincere una guerra nel 2025 sul campo è impensabile. Però – sottolinea – la giornata di ieri è stata la miglior risposta ai gufi, agli uccelli del malaugurio, a quelli che dicono che Trump è un matto, è un dittatore, è un criminale, è un chiacchierone”. Il presidente americano “sta riuscendo in pochi mesi a fare quello che non ha fatto Biden in diversi anni e spero chi continui a parlare di guerra – penso a Macron, penso all’esercito europeo al riarmo della von der Leyen, si rassegni e lasci lavorare chi sta lavorando bene”.
A Washington “uno dei messaggi che abbiamo discusso riguarda le solide garanzie di sicurezza che devono concentrarsi innanzitutto sul rafforzamento dell’esercito ucraino. La presidente von der Leyen è stata molto chiara su questo punto, anche nel suo intervento di domenica alla conferenza stampa con il presidente Zelensky; ha inoltre accolto con favore l’impegno degli Stati Uniti a partecipare a queste garanzie di sicurezza”. Lo dice la portavoce della Commissione europea, Arianna Podestà, nel corso del briefing quotidiano con la stampa. “La presidente stessa – aggiunge – ha accennato domenica al fatto che potrebbe trattarsi di una forma di garanzia modellata sull’Articolo 5 e ha anche confermato che l’Europa sta già contribuendo, continuando a rafforzare le Forze Armate ucraine e, allo stesso tempo, rafforzando la difesa europea. In questa fase, non abbiamo messaggi specifici su come dovrebbero essere queste garanzie di sicurezza. Quello che posso dire è che i team continueranno a lavorare sui dettagli di queste garanzie di sicurezza, anche nelle prossime settimane, inclusi i team degli Stati Uniti, dei paesi europei rappresentati alla riunione e, naturalmente, anche i rappresentanti della Commissione, e poi dovremo partire da lì”. La portavoce ha sottolineato che in generale “si è trattato di un’ottima serie di incontri” a partire da quello con Zelensky di domenica fino ai diversi meeting che si sono tenuti a Washington.
“In passato il presidente Putin aveva rifiutato un incontro con il presidente Zelensky. Quindi, accogliamo con favore il fatto che abbia cambiato idea e abbia detto al presidente Trump che sarebbe stato disposto a partecipare a tale incontro. In questa fase non abbiamo informazioni specifiche sui formati o sui tempi di questo incontro”. Lo dice la portavoce della Commissione europea, Arianna Podestà, nel corso del briefing quotidiano con la stampa. “Da parte nostra continueremo a lavorare, come abbiamo fatto finora, con i nostri partner europei, con il presidente Zelensky e il presidente Trump, per prepararlo nel miglior modo possibile. Si può davvero vedere che ci sono interazioni costanti tra tutti questi leader, sia a livello tecnico in tutte le fasi, sia a livello di leader”, aggiunge. La presidente della Commissione europea von der Leyen “non è stata in contatto personalmente con il presidente Putin”, sottolinea la portavoce. “Finora – ribadisce – Putin ha rifiutato questo incontro con il presidente Zelensky. Secondo quanto affermato dall’amministrazione russa, come riportato dal presidente Trump nella telefonata di ieri con il presidente Putin, mentre i leader europei e il presidente Zelensky erano alla Casa Bianca, il presidente Putin è pronto a impegnarsi in questi negoziati e a incontrare il presidente Zelensky. Pertanto, accogliamo con favore questo cambio di opinione del presidente Putin e, naturalmente, attendiamo di vedere i passi concreti che la Russia intraprenderà per trovare un modo per porre fine a questa guerra garantendo una pace giusta e duratura per l’Ucraina”.
Nel dibattito sulle garanzie di sicurezza per l’Ucraina, il ministro degli Esteri tedesco, Johann Wadephul, vede una sfida per la Germania. “In fin dei conti, deve semplicemente significare: sosteniamo l’Ucraina non solo a parole, ma anche nei fatti”, ha dichiarato Wadephul alla radio Deutschlandfunk. Il fattore decisivo è che gli Stati Uniti siano ora disposti a sostenere le garanzie di sicurezza. Anche la Germania dovrà affrontare delle sfide. Il contributo che la Germania può dare a questo proposito deve essere discusso in seno alla coalizione e al Bundestag. “Ma è chiaro: la Germania ha assunto un ruolo di leadership, e leadership significa sempre assumersi la responsabilità”. Inoltre, dopo il vertice ucraino a Washington, Wadephul vede il presidente russo Vladimir Putin come il principale attore negli sforzi per porre fine alla guerra. “Putin è ora chiamato in causa”, ha affermato il ministro. Se non agisce ora, anche il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump deve riconoscerlo. Ci devono essere delle conseguenze e le sanzioni devono essere inasprite, ha rimarcato il ministro tedesco. Il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, ha parlato di un possibile mandato del Bundestag in merito alla presenza tedesca per le garanzie di sicurezza per Kiev. “Ogni possibile partecipazione tedesca richiede sicuramente un mandato. Ma siamo ancora lontani da questo”, ha affermato Wadephul, aggiungendo che diligenza e affidabilità sono ora essenziali. C’è “per la prima volta una seria possibilità che questa terribile guerra (…) possa essere risolta. E per questo, ogni sforzo vale la pena”.
Dopo l’incontro tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, il cancelliere tedesco Friedrich Merz e altri capi di Stato e di governo europei alla Casa Bianca, “qualcuno deve fare una mossa. E questo è il presidente Putin”. Lo ha affermato il ministro degli Esteri tedesco, Johann Wadephul, durante una visita alla base della Settima Flotta statunitense a Yokosuka, in Giappone. Un accordo di pace richiede forti garanzie di sicurezza per l’Ucraina, ha affermato Wadephul. “Noi e gli americani siamo pronti. Una cosa rimane chiara: le armi devono finalmente tacere”. Alla domanda su come potrebbero essere tali garanzie, ha risposto: “Insieme agli Stati Uniti, come partner europei, siamo pronti a rilasciare queste garanzie di sicurezza e ad assicurarne l’efficacia”. Prima, tuttavia, è necessaria la volontà di Putin “di negoziare in modo davvero sostanziale e, soprattutto, di stipulare un cessate il fuoco”. Le garanzie di sicurezza devono essere così efficaci “che l’Ucraina possa contare sulla sicurezza e sul non essere più attaccata”, ha affermato Wadephul.
“La Russia non rifiuta nessun formato riguardante l’Ucraina: né bilaterale né trilaterale”. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, citato dalla Tass. “Non escludiamo alcuna forma di lavoro, né bilaterale né trilaterale, il presidente Vladimir Putin lo ha detto più volte”, ha detto. “L’importante è che qualsiasi formato non venga attivato solo per far sì che il giorno dopo qualcuno ne scriva sui giornali, o la sera ne parli in televisione, o poi se ne discuta sui social cercando di trarre vantaggio propagandistico, ma perché passo dopo passo, gradualmente, a partire dal livello degli esperti e proseguendo attraverso tutti i passaggi necessari, si preparino i vertici. Questo è l’approccio serio che continueremo sempre a sostenere”, ha spiegato Lavrov.
“Ginevra potrebbe essere la sede giusta” per l’incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e il leader ucraino Volodymyr Zelensky. Lo ha detto il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, arrivando a Berna, in Svizzera. “L’Italia è favorevole che si svolgano a Ginevra i colloqui perché è un Paese che ha sempre lavorato per la costruzione della pace”, ha aggiunto Tajani, “Roma anche sarebbe stata una sede ideale, voluta da americani, da ucraini e anche dagli altri, ma c’è il problema della Corte Penale internazionale, quindi sarebbe stato più complicato. Credo che la sede di Ginevra possa essere la sede migliore, l’Italia è favorevole, lo dirò anche oggi al ministro Cassis”. Il riferimento di Tajani è al mandato di arresto emesso dalla Cpi nei confronti di Putin.
“Bene, benissimo, anzi, che sia stata accolta la proposta italiana di garantire la sicurezza dell’Ucraina in futuro con una sorta di copia dell’articolo 5 della Nato: un’azione di mutuo soccorso dei Paesi, compresi gli Stati Uniti, amici dell’Ucraina in caso di aggressione militare da parte di terzi, compresa la Russia”. Lo ha detto il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, arrivando a Berna, in Svizzera e commentando i risultati del vertice che si è tenuto ieri a Washington. “Noi continuiamo a lavorare per la pace”, ha aggiunto, “e quindi faremo tutto ciò che è possibile, come abbiamo fatto fino a questa notte e come facciamo anche oggi qui in Svizzera, per costruire una situazione differente da quella che ha portato a centinaia di migliaia di morti in questi ultimi anni”.
Il vertice di ieri a Washington “direi che è un passo in avanti nella direzione della pace che va costruita”. Lo ha detto il vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al suo arrivo a Berna, in Svizzera. “C’è ancora molto lavoro da fare”, ha aggiunto, “però mi pare che la decisione di avere un confronto a due Putin-Zelensky, e poi allargato al presidente degli Stati Uniti, sia una decisione che ci fa ben sperare per una conclusione della guerra entro la fine dell’anno. Bene anche la forte presenza dell’Europa”.
“Voglio sottolinearlo ancora una volta: non abbiamo mai parlato del fatto che ci servisse semplicemente conquistare alcuni territori. Né la Crimea, né il Donbass, né la Novorossija come territori sono mai stati il nostro obiettivo”. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, citato da Ria Novosti. “Il nostro obiettivo era proteggere le persone, i russi, che da secoli vivono su queste terre, che hanno aperto queste terre, versato il loro sangue per esse sia in Crimea sia nel Donbass, creando città. Odessa, Nikolaev, molte altre, porti, fabbriche, impianti”, ha aggiunto.
Ieri si sono svolti a Washington importanti colloqui con il presidente degli Stati Uniti e i leader europei. Si è trattato di un passo davvero significativo verso la fine della guerra e per garantire la sicurezza dell’Ucraina e del nostro popolo”. Lo ha scritto su X il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. “Stiamo già lavorando sul contenuto concreto delle garanzie di sicurezza”, ha spiegato. “Oggi proseguiamo la coordinazione a livello dei leader. Ci saranno discussioni e stiamo preparando i formati pertinenti. Continueremo a lavorare anche domani. Anche i consiglieri per la sicurezza nazionale sono ora in contatto costante. Ci saranno garanzie di sicurezza”, ha aggiunto. “Ringrazio tutti i nostri partner per la determinazione e il supporto. L’Ucraina percepisce questa forza. E faremo tutto il possibile per trasformare in realtà il cammino verso la pace, attraverso la partnership, le garanzie di sicurezza e il coraggio del popolo ucraino”, ha concluso.
“Nei negoziati in Alaska c’era un’atmosfera molto positiva, riflessa nelle dichiarazioni del presidente Putin e del presidente Trump. Dall’incontro è emerso che la squadra del presidente americano desidera sinceramente raggiungere un risultato a lungo termine”. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov in un’intervista a Rossiya 24. “Trump e la sua squadra, soprattutto dopo l’incontro in Alaska, hanno iniziato ad affrontare questo crisi in maniera molto più approfondita, comprendendo che è necessario eliminare le cause alla radice, come il presidente Putin ha sempre sottolineato”, ha aggiunto.
Oggi alle ore 12:15 il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, parteciperà a una videoconferenza della Coalizione dei Volenterosi. L’incontro fa seguito alla riunione di ieri a Washington e prosegue il coordinamento in corso sulla questione delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina. Lo rende noto il governo tedesco. Successivamente, alle 13:00, Merz prenderà parte a una videoconferenza organizzata dal presidente del Consiglio europeo, António Costa, per riferire a tutti i membri del Consiglio europeo sulle discussioni svoltesi il giorno precedente a Washington.
Come si evince dalla sua agenda, anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, parteciperà alla riunione della Coalizione dei volenterosi, prevista per le 12.15, presieduta congiuntamente dal presidente francese, Emmanuel Macron, e dal primo ministro del Regno Unito, Keir Starmer.
La portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning ha ribadito che “la Cina ha sempre creduto che il dialogo e i negoziati siano gli unici modi praticabili per risolvere la crisi ucraina e che la Cina sostiene tutti gli sforzi che favoriscono la pace”. Lo riporta Global Times. “La Cina è disposta, in linea con la volontà delle parti interessate e insieme alla comunità internazionale, a continuare a svolgere un ruolo costruttivo nella promozione di una soluzione politica della crisi”, ha aggiunto Mao.
La riunione della Coalizione dei volenterosi, prevista per le 12.15, sarà presieduta congiuntamente dal presidente francese Emmanuel Macron e dal primo ministro del Regno Unito Keir Starmer “per dare seguito all’incontro tenutosi ieri a Washington e proseguire il lavoro svolto sulla questione delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina”. Lo apprende l’emittente Bfmtv dall’Eliseo. La riunione si terrà in videocollegamento.
“Il prossimo incontro tra i leader di Ucraina, Stati Uniti e Russia può rappresentare una svolta sul cammino verso la pace. Siamo grati agli Stati Uniti e al presidente Trump per il loro impegno a favore della pace”. Lo scrive in un post sul social X il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha. “Mentre a Washington, D.C., sotto la guida dei presidenti Zelensky e Trump, con la partecipazione dei leader europei e della Nato, si lavorava alacremente per promuovere la pace, Mosca continuava a fare l’opposto: ulteriori attacchi e distruzione”, aggiunge Sybiha, “durante la notte, la Russia ha lanciato 270 droni, oltre a missili balistici e da crociera, contro l’Ucraina. Ci sono stati danni alle infrastrutture energetiche e feriti tra i civili. Ciò dimostra ancora una volta quanto sia fondamentale porre fine alle uccisioni, raggiungere una pace duratura e garantire solide garanzie di sicurezza”.
A quanto si apprende a Bruxelles, nel corso della notte, verso l’una, si è tenuta una riunione del Coreper, il Comitato dei rappresentanti permanenti Ue, per effettuare un rapido resoconto degli incontri che si sono tenuti ieri Washington, prima del vertice europeo dei leader in videoconferenza di oggi alle 13, convocato dal presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa. Alla riunione odierna parteciperà anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, come riportato nella sua agenda. Inoltre, domani si terrà un incontro virtuale del Collegio dei commissari.
La Coalizione dei volenterosi si riunirà oggi per fare il punto della situazione dopo i colloqui di ieri alla Casa Bianca. Lo riporta il Guardian. Un portavoce del primo ministro polacco, Donald Tusk, ha dichiarato che avrebbe preso parte alla chiamata che si terrà a mezzogiorno. Sarà il primo ministro del Regno Unito Keir Starmer a presiedere la riunione in videocollegamento della Coalizione dei volenterosi per aggiornare i leader sui risultati delle discussioni a Washington e per discutere i prossimi passi. Lo riporta il Guardian.
Il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha dichiarato a Fox News che nel corso dell’incontro alla Casa Bianca di ieri con il presidente Usa, Donald Trumo, il presidente ucraino, Volodymyr Zelenskiy, e alcuni leader europei, sono state discusse le garanzie di sicurezza per l’Ucraina mae non si è parlato dell’invio di truppe europee o americane sul posto. Di questo ultimo punto “non ne abbiamo discusso per niente oggi”, sarà “parte delle discussioni che inizieranno. Cercheremo di portarli alla fase successiva dell’intesa nei prossimi giorni e settimane, ovviamente. Non sono sicuro che possiamo risolvere tutti i dettagli ma siamo tutti convinti che se questa guerra dovesse finire non possiamo vedere ripetersi gli accordi di Minsk del 2014”, ha affermato. Per quanto riguarda l’adesione dell’Ucraina alla Nato, non è sul tavolo al momento: “la posizione ufficiale della Nato dopo il vertice del 2024 è che l’Ucraina ha intrapreso un percorso irreversibile per l’adesione”, ha affermato Rutte chiarendo poi che “ciò di cui stiamo discutendo qui non è l’adesione alla Nato. Ciò di cui stiamo discutendo qui sono le garanzie di sicurezza per l’Ucraina previste dall’Articolo 5”. Alla domanda se sia stato affrontato il nodo delle concessioni territoriali da parte dell’Ucraina, Rutte ha risposto che la questione non è stata discussa a Washington.
Il segretario generale della Nato ha definito il confronto alla Casa Bianca “di successo” e ha affermato che i Paesi si stanno concentrando sulle garanzie di sicurezza che potrebbero entrare in vigore dopo un cessate il fuoco o, preferibilmente, un accordo di pace completo tra Russia e Ucraina. “Quindi, negli ultimi due mesi, sotto la guida di Keir Starmer, il primo ministro britannico, e di Emmanuel Macron, il presidente francese, un gruppo di 30 paesi, tra cui Giappone e Australia, sta lavorando su questo concetto di garanzie di sicurezza”, ha affermato.
“Quello che gli Stati Uniti hanno ora affermato è che vogliono essere coinvolti” e “cosa si intenda esattamente per coinvolgimento degli Stati Uniti sarà discusso nei prossimi giorni”, ha precisato.
“La coalizione bellicista anti-russa non è riuscita a battere il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sul suo terreno. L’Europa lo ha ringraziato e gli ha leccato i piedi”. Lo scrive sui social il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, commentando il vertice di ieri a Washington. “La domanda è: quale melodia suonerà il pagliaccio di Kiev riguardo alle garanzie e ai territori una volta tornato a casa, dopo aver indossato di nuovo la sua uniforme militare verde?”, aggiunge Medvedev.
Le forze russe hanno attaccato l’Ucraina nella notte del 19 agosto con missili da crociera, missili balistici e centinaia di droni d’attacco. Secondo l’Aeronautica militare delle Forze armate dell’Ucraina, sono stati lanciati 270 droni d’attacco tipo Shahed, 5 missili balistici Iskander-M e 5 missili da crociera Kh-101. Almeno 230 droni e 6 missili sono stati intercettati e abbattuti.
“A Washington, insieme al presidente Zelensky e ai nostri partner, abbiamo ribadito al presidente Trump la nostra determinazione a continuare a unire i nostri sforzi per una pace solida e duratura, che salvaguardi gli interessi dell’Ucraina e la sicurezza dell’Europa. Una pace del genere richiederà necessariamente di assicurare all’Ucraina solide garanzie di sicurezza, sulle quali abbiamo deciso di lavorare in termini molto concreti con gli Stati Uniti. È anche chiaro per noi che la pressione sulla Russia deve continuare finché questa pace non sarà stata raggiunta”. Lo scrive su X il presidente francese Emmanuel Macron.
“Abbiamo deciso di avere un incontro bilaterale tra i due presidenti, poi un incontro trilaterale (con Donald Trump, ndr), e infine un incontro multilaterale in cui gli europei devono essere al tavolo”. Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron intervistato dall’emittente Tf1-Lci, commentando il futuro incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e il leader ucraino Volodymyr Zelensky. Un incontro del genere potrebbe aver luogo “in Europa “, ha aggiunto Macron, “è più di un’ipotesi, è la volontà collettiva”. Il presidente francese ha aggiunto che si terrà in “un Paese neutrale”, “forse la Svizzera, mi rivolgo a Ginevra”, precisa, “o un altro Paese: l’ultima volta che ci sono stati colloqui bilaterali, è stato a Istanbul (Turchia)”.
L’esercito russo ha bombardato nella notte due distretti della regione ucraina di Poltava, causando pesanti interruzioni di corrente. Lo hanno riferito l’amministratore della regione Volodymyr Kohut e il sindaco di Kremenchuk Vitaliy Maletsky. A causa degli impatti e della caduta di detriti nei distretti di Kremenchuk e Lubny, gli edifici amministrativi delle aziende locali del settore energetico sono stati danneggiati. “Nel distretto di Lubny, 1.471 residenti e 119 utenze sono rimasti senza elettricità a seguito dell’attacco”, ha fatto sapere Kohut, “il Servizio di Emergenza Statale e il settore energetico stanno lavorando per superare le conseguenze dell’attacco. Fortunatamente, non ci sono state vittime”. Maletskyi ha pubblicato la foto di un incendio a Kremenchuk dopo gli attacchi russi.
La Russia “è diventata una forza destabilizzante duratura e una potenziale minaccia per molti di noi”. Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron intervistato dall’emittente Tf1-Lci dopo il vertice a Washington. “Un Paese che investe il 40% del suo bilancio in tali equipaggiamenti, che ha mobilitato un esercito di oltre 1,3 milioni di uomini, non tornerà a essere un sistema democratico aperto dall’oggi al domani”, ha sottolineato Macron, “anche per la sua stessa sopravvivenza, Putin deve continuare a mangiare. È un predatore, un orco alle nostre porte”. “Non dobbiamo essere ingenui, e lo dico con immenso rispetto per il popolo russo”, precisa Macron, secondo cui “il presidente Putin ha raramente mantenuto le sue promesse”. “Non dico che la Francia verrà attaccata domani, ma è una minaccia per gli europei”, conclude.
“Abbiamo compiuto progressi concreti”. Lo ha detto il primo ministro del Regno Unito Keir Starmer al termine del vertice a Washington con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il leader ucraino Volodymyr Zelensky e altri 6 leader Ue. “L’incontro di oggi è stato positivo e costruttivo e si è percepito un vero senso di unità tra i leader europei presenti”, ha aggiunto Starmer, “abbiamo ottenuto due risultati concreti. Il primo, sulla questione delle garanzie di sicurezza, è stato l’accordo secondo cui la coalizione dei paesi disponibili – ovvero 30 paesi che già collaborano sulle garanzie di sicurezza – lavorerà ora con gli Stati Uniti per coordinare tali garanzie, e abbiamo già incaricato i nostri team di svolgere ulteriori lavori dettagliati al riguardo. Questo è davvero importante per la sicurezza in Ucraina, per la sicurezza in Europa e per la sicurezza nel Regno Unito”. “L’altro risultato concreto è stato l’accordo che ora si tradurrà in un bilaterale tra il presidente (russo) Putin e il presidente Zelensky”, ha aggiunto Starmer, “ciò è avvenuto dopo una telefonata tra il presidente Trump e il presidente Putin nel corso del pomeriggio, seguita da un incontro trilaterale, al quale si aggiungerà poi il presidente Trump. Si tratta del riconoscimento del principio secondo cui su alcune di queste questioni, che si tratti di territorio, scambio di prigionieri o della questione molto grave del ritorno dei bambini, l’Ucraina deve essere presente al tavolo delle trattative”.
“Il costo umano di questa guerra deve finire. Ciò significa che ogni singolo bambino ucraino rapito dalla Russia deve essere restituito alle proprie famiglie. Ringrazio il presidente Trump per il suo chiaro impegno nel garantire che questi bambini possano riunirsi ai loro cari”. Lo scrive su X la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, commentando quanto affermato da Trump sul social network Truth circa il loro confronto sul problema dei bambini scomparsi, nel corso dell’incontro a Washington.
Nel corso della telefonata avvenuta nella tarda serata di lunedì il presidente russo, Vladimir Putin, avrebbe detto a Donald Trump di essere disposto a incontrare il leader ucraino Volodymyr Zelensky. Lo scrive ‘Le Figaro’ citando una fonte informata.
“Sono giorni decisivi per l’Ucraina e per l’Europa. Ma noi europei parliamo con una sola voce. Questo oggi è diventato evidente”. Lo ha scritto il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, in un messaggio su X dopo l’incontro a Washington con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky e altri leader europei. “Ci siamo confrontati in un colloquio molto aperto con il presidente Trump e abbiamo in sostanza trasmesso questi messaggi: un vero negoziato può avvenire soltanto in un vertice al quale partecipi anche l’Ucraina. Un tale vertice è pensabile solo se le armi tacciono. Ho ribadito oggi questa richiesta. Un vertice del genere deve essere preparato a fondo – se il presidente russo avrà il coraggio di parteciparvi non lo sappiamo. Per questo è necessaria un’opera di convincimento. All’Ucraina non devono essere imposte cessioni territoriali“, ha scritto ancora Merz. “Abbiamo inoltre accolto con grande favore l’annuncio del presidente Trump di voler dare garanzie di sicurezza all’Ucraina e di coordinarle con gli europei”, ha aggiunto il cancelliere.

