Secondo al-Arabiya Hamas avrebbe presentato all’Egitto richieste per un possibile cessate il fuoco, tra cui garanzie scritte da parte di Israele che fermerà qualsiasi possibile progetto di conquista di Gaza. Secondo quanto riportato il gruppo si offre di ritirare i suoi combattenti in località concordate e di “confermare il suo impegno a mantenere in vita gli ostaggi”, in cambio del ritiro delle sue truppe da parte di Israele, hanno spiegato fonti anonime. Questa settimana i negoziatori di Hamas sono arrivati in Egitto per colloqui volti a rimettere in carreggiata i negoziati per un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi.
“La decisione delle autorità israeliane di portare avanti il piano di insediamento E1 mina ulteriormente la soluzione dei due Stati e viola il diritto internazionale. Se attuata, la costruzione di insediamenti in quest’area interromperà definitivamente la contiguità geografica e territoriale tra Gerusalemme Est occupata e la Cisgiordania e interromperà il collegamento tra la Cisgiordania settentrionale e quella meridionale”. Lo afferma l’Alta rappresentante Ue per la politica estera Kaja Kallas in una nota. “L’Ue esorta Israele a desistere dal portare avanti questa decisione, sottolineandone le implicazioni di vasta portata e la necessità di prendere in considerazione azioni per proteggere la fattibilità della soluzione dei due Stati”, rimarca Kallas.”L’Ue ribadisce il suo appello a Israele affinché interrompa la costruzione di insediamenti – prosegue -. La politica israeliana in materia di insediamenti, che include demolizioni, trasferimenti forzati, sfratti e confische di abitazioni, deve cessare. Insieme alla continua violenza dei coloni e alle operazioni militari, queste decisioni unilaterali stanno alimentando una situazione già tesa sul campo e minando ulteriormente ogni possibilità di pace”.
Il presidente Usa Donald Trump potrebbe recarsi in visita in Israele il prossimo mese, prima di fare tappa nel Regno Unito. Lo riferiscono funzionari della Casa Bianca, come riporta Ynet. Stando a quanto riferito, la visita sarebbe legata agli sviluppi nei negoziati sul cessate il fuoco e la fine della guerra a Gaza. Una fonte israeliana ha riferito che sono in corso contatti per una possibile visita di Trump, ma “al momento non c’è ancora nulla di definito”.
L’ex coalizione del governo tedesco composta da Spd, Verdi e Fdp guidata da Olaf Scholz avrebbe autorizzato la consegna di lanciarazzi Matador a Israele nella seconda metà del 2024, nonostante le critiche internazionali sull’uso di queste armi nella Striscia di Gaza. La decisione dell’ex governo di Berlino di fornire a Israele ulteriori lanciarazzi Matador nella seconda metà del 2024 è arrivata in un momento in cui, tra gli altri, alti funzionari delle Nazioni Unite accusavano l’esercito israeliano di possibili crimini di guerra a Gaza. Il settimanale Die Zeit ha riportato la notizia sulla base di documenti riservati e di colloqui con ex membri del governo coinvolti nel processo decisionale. Berlino aveva precedentemente approvato l’esportazione di 3.000 lanciarazzi Matador in seguito agli attacchi di Hamas dell’ottobre 2023, il cui utilizzo effettivo è stato ora documentato. Die Zeit cita anche una lettera del ministero della Difesa israeliano datata 8 ottobre 2024, in cui il Paese si impegnava a utilizzare armi tedesche o componenti provenienti dalla Germania esclusivamente in conformità con il diritto internazionale umanitario. Tuttavia, questo documento non contiene un impegno esplicito ad astenersi dall’utilizzare queste armi nella Striscia di Gaza. Dopo una breve esitazione, l’ex governo tedesco avrebbe subordinato l’approvazione di ulteriori esportazioni a tale dichiarazione. La decisione è stata presa nonostante gli avvertimenti delle Nazioni Unite, tra gli altri, su possibili violazioni del diritto internazionale nella Striscia di Gaza. Secondo la Sueddeutsche Zeitung, la questione delle esportazioni di armi tedesche verso Israele rimane altamente controversa ed è considerata particolarmente delicata nel contesto della situazione internazionale e della storia tedesca. La Frankfurter Allgemeine Zeitung riferisce inoltre che non esistono chiari meccanismi di controllo con cui la Germania possa verificare l’effettivo utilizzo delle armi che fornisce. La Taz sottolinea che il governo tedesco afferma di poter garantire il rispetto del diritto internazionale umanitario principalmente attraverso impegni volontari da parte dei paesi destinatari. La decisione del Cancelliere Friedrich Merz di sospendere parzialmente la fornitura di equipaggiamento militare a Israele ha scatenato un acceso dibattito in Germania.
Il capo del Mossad, David Barnea, ha incontrato a Doha il primo ministro qatarino, lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, per discutere del cessate il fuoco a Gaza e di un accordo sulla liberazione degli ostaggi. Lo riporta Channel 12 citando due fonti a conoscenza dell’incontro. Stando a quanto riporta il Times of Israel, un alto funzionario israeliano ha negato che lo scopo del viaggio del capo del Mossad Barnea a Doha fosse quello di discutere dei negoziati per un accordo sulla liberazione degli ostaggi e sul cessate il fuoco a Gaza. Secondo il funzionario, il meeting tra Barnea e il premier qatarino Abdulrahman al-Thani ha riguardato questioni legate al Mossad. “Il capo del Mossad si è recato in Qatar per questioni relative al Mossad, e non per quanto riguarda i negoziati per un accordo sugli ostaggi”, ha affermato. “Tuttavia, il capo del Mossad ha chiarito durante l’incontro che un accordo parziale è fuori discussione”, ha specificato. I mediatori hanno lavorato negli ultimi giorni per rilanciare le prospettive di negoziati per il cessate il fuoco dopo che l’ultimo round di colloqui del mese scorso si è concluso in un vicolo cieco. Il governo israeliano del premier Benjamin Netanyahu ha successivamente approvato un piano per occupare Gaza City.
Nella Striscia di Gaza è di almeno 54 morti, fra cui 22 persone che erano in cerca di aiuti umanitari, e 831 feriti il bilancio degli attacchi israeliani nelle ultime 24 ore. È quanto risulta dai dati diffusi quotidianamente dal ministero della Sanità di Gaza, che precisa che sempre nelle ultime 24 ore almeno 4 persone sono morte di fame nella Striscia, il che porta a 239 il totale dei morti per fame, fra cui 106 bambini. Il bilancio complessivo delle vittime dall’inizio della guerra a Gaza si aggrava così a 61.776 palestinesi morti e 154.906 feriti. Sempre secondo quanto riferito dal ministero della Sanità di Gaza, sono 1.881 i palestinesi morti mentre erano in cerca di aiuto e 13.863 quelli feriti dal 27 maggio, cioè da quando Israele ha introdotto il nuovo meccanismo di distribuzione degli aiuti attraverso la Gaza Humanitarian Foundation (Ghf).
Un aereo, utilizzato spesso dal capo del Mossad, David Barnea, è atterrato a Doha, in Qatar. Lo riporta Haaretz ricordando che funzionari israeliani si recano occasionalmente il Qatar per i negoziati sulla fine della guerra a Gaza e la restituzione degli ostaggi. L’ultimo round di colloqui al Cairo tra funzionari dell’intelligence egiziana e Hamas – con la partecipazione del Qatar e degli Stati Uniti – si sta concentrando su una proposta basata sul “quadro Witkoff”, che delinea una fine graduale della guerra e la restituzione degli ostaggi israeliani. Una fonte palestinese a conoscenza dei colloqui ha affermato che la pressione su Hamas affinché torni al tavolo delle trattative sta crescendo. Secondo la fonte, la Turchia – che è stata coinvolta negli sforzi di mediazione – ha segnalato ad alti esponenti di Hamas che devono accettare le richieste di disarmo e di cedere il controllo della Striscia di Gaza.
Sono atterrati ieri in tarda serata all’aeroporto di Ciampino tre bambini provenienti da Gaza, accompagnati dai genitori e dai fratelli. Si tratta di due maschi di 6 mesi e 13 anni e di una bambina di 2 anni. Dopo le prime visite al Pronto Soccorso della sede di Roma dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, il lattante è stato ricoverato in chirurgia generale a seguito di una precedente amputazione, il bambino di 13 anni è stato affidato al reparto di neurologia per un trauma cerebrale e la bambina di due anni, affetta da celiachia, è stata accolta in pediatria generale per curare la sua malnutrizione. Con questi nuovi arrivi, salgono a 20 i minori provenienti da Gaza presi in carico dal Bambino Gesù dall’inizio del conflitto, nell’ottobre 2023. I piccoli pazienti presentano diverse patologie: traumi agli arti, ustioni, malnutrizione, malattie oncoematologiche, cardiopatie e difetti cardiaci congeniti, malattie infettive, patologie infiammatorie e reumatologiche, malattie metaboliche e disturbi neurologici.
“Ogni volta che accogliamo bambini provenienti da luoghi segnati dalla guerra, ci troviamo davanti a vite fragili che portano con sé dolore e speranza – ha dichiarato Tiziano Onesti, presidente dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – Le parole di Papa Leone XIV sul dramma dei popoli coinvolti in guerre ci ricordano che la compassione non può fermarsi al sentimento, ma deve diventare azione concreta. Per questo, oltre alle cure mediche, ci impegniamo a offrire alle famiglie un posto sicuro dove possano respirare un po’ di pace. Sappiamo che per ciascuno di questi bambini il percorso sarà impegnativo, ma non dovranno affrontarlo da soli: avranno accanto la nostra comunità, con la sua competenza e la sua umanità, nel segno della missione che la Santa Sede ci affida da sempre”.
Altre quattro persone sono morte a causa della fame nelle ultime 24 ore, stando a quanto riferisce il ministero della Salute di Gaza. Lo riporta al Jazeera. Il totale di palestinesi morti a causa della fame sale a 239, tra cui 106 bambini.
Almeno 23 palestinesi sono stati uccisi negli attacchi israeliani a Gaza dall’alba, secondo quanto riferito ad Al Jazeera da fonti ospedaliere del territorio. Tra le vittime ci sono 10 persone che cercavano aiuto, stando a quanto riportato dalle fonti.
Ieri circa 380 camion carichi di aiuti umanitari sono entrati nella Striscia di Gaza attraverso i valichi di Kerem Shalom e Zikim, in leggero aumento rispetto ai 320 camion entrati il giorno prima. È quanto dichiarato dal Coordinatore delle attività governative di Israele, citato dal Times of Israel. Ieri le Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali hanno raccolto aiuti per circa 400 camion dai valichi di frontiera di Gaza, per poi distribuirli. Altri 119 pallet di aiuti, pari a circa 4-6 camion, sono stati lanciati ieri a Gaza da Giordania, Emirati Arabi Uniti, Germania, Belgio, Italia e Francia, secondo quanto riferito dalle Idf. L’Onu ha affermato che ogni giorno è necessario distribuire 600 camion di aiuti per sfamare adeguatamente i circa due milioni di abitanti della Striscia. Israele afferma anche che ieri “sono entrate autocisterne di carburante delle Nazioni Unite per il funzionamento dei sistemi umanitari essenziali”
Almeno 11 persone sarebbero rimaste uccise a causa dei raid israeliani sulla Striscia di Gaza a partire dall’alba. Lo riporta Al Jazeera citando fonti mediche. In particolare 8 persone sarebbero decedute dopo che l’abitazione di un nucleo familiare è stata colpita a Gaza City. Altre due sarebbero morte nel sobborgo di Tuffah e un’ultima mentre si trovava presso un punto di distribuzione degli aiuti della Ghf.
I ribelli yemeniti Houthi hanno rivendicato lil lancio di un missile balistico questa mattina contro Israele, sostenendo di aver preso di mira l’aeroporto Ben Gurion. In precedenza l’Idf aveva affermato di aver abbattuto un missile proveniente dallo Yemen, senza che suonassero le sirene, “secondo il protocollo”.
L’esercito israeliano afferma che le difese aeree hanno intercettato con successo un missile balistico lanciato dallo Yemen. Il missile non aveva fatto scattare gli allarmi, ma è stato abbattuto dalle forze di difesa.