Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu dichiara che per distruggere Hamas Israele intende assumere il pieno controllo della Striscia di Gaza e, in seguito, trasferire la sua amministrazione alle forze arabe amiche. Nella riunione il Gabinetto di sicurezza ha discusso di un ampliamento della sua offensiva durata 22 mesi e approvato il piano del premier. Secondo quanto riportano i media, la dichiarazione approvata si riferisce solo alla conquista di Gaza City e non all’occupazione dell’intera Striscia di Gaza.
La città di Gaza fa parte del 25 percento della Striscia che l’Idf deve ancora conquistare, insieme a diversi campi profughi nella parte centrale di Gaza. Non è chiaro se anche le altre aree non conquistate al di fuori di Gaza City saranno conquistate, come parte del piano autorizzato dal gabinetto di sicurezza.
La contrarietà del capo dell’esercito
Il Gabinetto di sicurezza di Israele ha approvato la proposta sostenuta dal primo ministro Benjamin Netanyahu su Gaza City. Dallo scoppio della guerra, l’Idf ha evitato di entrare in gran parte della città.
Si tratta di aree in cui Israele ritiene siano tenuti gli ostaggi rimanenti, motivo per cui, secondo quanto riportato dai media israeliani, il capo di stato maggiore dell’Idf, Eyal Zamir, ha espresso la sua opposizione all’operazione promossa da Netanyahu, temendo che possa mettere a rischio i prigionieri.
L’operazione per occupare Gaza city richiederà l’evacuazione di massa dell’area in cui attualmente risiedono circa 800.000 abitanti di Gaza.
“La minaccia di una completa occupazione di Gaza da parte dei criminali che governano la storica terra di Palestina è un altro chiaro segno dell’intenzione specifica del regime sionista di effettuare una pulizia etnica di Gaza e di commettere un genocidio dei palestinesi, cosa che deve essere presa in considerazione dalla Corte penale internazionale e dalla Corte internazionale di giustizia”. Lo ha affermato il ministro degli Esteri iraniano Esmaeil Baqaei, come riporta l’agenzia Irna.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato al cancelliere tedesco Friedrich Merz di essere deluso dalla sua decisione di imporre un effettivo embargo sulle armi a Israele, dopo che quest’ultimo aveva annunciato che Berlino non esporterà armi che potrebbero essere utilizzate nella guerra a Gaza. “Invece di sostenere la giusta guerra di Israele contro Hamas, che ha compiuto l’attacco più orribile contro il popolo ebraico dai tempi dell’Olocausto, la Germania sta premiando il terrorismo di Hamas imponendo un embargo sulle armi a Israele”, afferma l’ufficio di Netanyahu in una nota. Lo riporta il Times of Israel. “L’obiettivo di Israele non è quello di conquistare Gaza, ma di liberarla da Hamas e di consentire l’insediamento di un governo pacifico”, aggiunge Netanyahu.
“Non occuperemo Gaza, libereremo Gaza da Hamas”. È quanto scrive in un post sul social X il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. “Gaza sarà smilitarizzata e verrà istituita un’amministrazione civile pacifica, che non sarà né l’Autorità palestinese, né Hamas, né qualsiasi altra organizzazione terroristica”, aggiunge, “ciò contribuirà a liberare i nostri ostaggi e a garantire che Gaza non rappresenti una minaccia per Israele in futuro”.
Il ministero della Salute di Gaza ha affermato che nelle ultime 24 ore sono stati uccisi 72 palestinesi e 314 sono stati feriti nell’offensiva dell’esercito israeliano nella Striscia. Lo riporta Al Jazeera. Gli ospedali di Gaza hanno registrato quattro nuovi decessi per fame nelle ultime 24 ore, portando il numero totale di decessi correlati alla malnutrizione dall’inizio della guerra israeliana a 201, tra cui 98 bambini. Nelle ultime 24 ore, sedici palestinesi sono stati uccisi e altri 250 sono rimasti feriti mentre cercavano aiuti a Gaza. Il bilancio delle vittime palestinesi dall’inizio della guerra israeliana a Gaza è ora di 61.330, con 152.359 feriti.
L’ambasciatore palestinese all’Onu, Riad Mansour, ha esortato il Consiglio di sicurezza dell’Onu ad “agire immediatamente per fermare il piano di Israele di scatenare un attacco massiccio su Gaza City”. Ne hanno dato notizia i media arabi. L’ambasciatore ha riferito poi che diversi paesi richiederanno a breve una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite su Gaza e ha aggiunto che il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Mahmoud Abbas, ha richiesto un incontro con la Lega Araba e con l’Organizzazione della cooperazione islamica.
Dopo che ieri sera il gabinetto di sicurezza israeliano ha ordinato all’Idf di conquistare Gaza City, il capo di stato maggiore, tenente generale Eyal Zamir, ha affermato che l’esercito porterà a termine il piano “nel miglior modo possibile”. “Continueremo a guidare la nostra azione partendo dalla responsabilità nazionale riposta nelle Idf e nei suoi comandanti”, ha detto Zamir ai comandanti di divisione e ai generali di grado maggiore durante una valutazione tenutasi oggi, “siamo responsabili della prontezza dell’esercito, della sicurezza dello Stato e dei suoi cittadini, del ritorno degli ostaggi e della sconfitta di Hamas, e così faremo”. Lo riporta il Times of Israel. “Approfondiremo la pianificazione, ci prepareremo al massimo livello in tutti i suoi aspetti e, come sempre, porteremo a termine la missione nel miglior modo possibile”, ha aggiunto.
“Avvertiamo l’occupazione che occupare Gaza City è un’avventura che costerà caro e non sarà una pic nic”. Lo ha affermato in una nota pubblicata su Telegram Hamas, avvertendo che non ci sarà alcuna resa. “I piani e le illusioni di Netanyahu falliranno”, ha aggiunto. Lo riporta Al Jazeera.
Il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa ha affermato che la decisione del governo israeliano di occupare Gaza City avrà conseguenze sulle relazioni tra l’Ue ed Israele. “Esorto vivamente il governo israeliano a riconsiderare la sua decisione di occupare Gaza City. Un’operazione di questo tipo, unitamente alla continua espansione illegale degli insediamenti in Cisgiordania, alla massiccia distruzione a Gaza, al blocco degli aiuti umanitari e alla diffusione della carestia, non solo viola l’accordo con l’Ue annunciato dall’Alta rappresentante il 19 luglio, ma mina anche i principi fondamentali del diritto internazionale e i valori universali. Una decisione del genere”, ha scritto Costa su X, “deve avere conseguenze sulle relazioni tra l’Ue e Israele, che dovranno essere valutate dal Consiglio”.
Il ministro degli Esteri olandese Caspar Veldkamp ha scritto su X che il piano del premier israeliano Benjamin Netanyahu di intensificare le operazioni a Gaza “è una mossa sbagliata”. Ha aggiunto che “la situazione umanitaria è catastrofica e richiede un miglioramento immediato”. “Questa decisione non contribuisce in alcun modo a questo obiettivo e non aiuterà nemmeno a riportare a casa gli ostaggi”, ha aggiunto.
Il premier pakistano, Shehbaz Sharif, ha condannato il piano del governo israeliano di prendere il controllo di Gaza City, definendolo una “pericolosa escalation” che peggiorerà la crisi umanitaria e farà deragliare le prospettive di pace. In una dichiarazione su X, ha attribuito il conflitto in corso alla “prolungata e illegale occupazione del territorio palestinese” da parte di Israele, affermando che la pace è impossibile finché l’occupazione continua. Sharif ha ribadito il sostegno del Pakistan a uno Stato palestinese sovrano e ha esortato la comunità internazionale a intervenire contro l’ultimo piano di Israele.
Il Regno dell’Arabia Saudita condanna “con la massima fermezza e durezza” la decisione delle autorità israeliane “di occupare la Striscia di Gaza e denuncia categoricamente la loro persistenza nel commettere crimini di fame, pratiche brutali e pulizia etnica contro il fratello popolo palestinese”. E’ quanto si legge in una nota del ministero degli Esteri saudita pubblicata su X. “Le idee e le decisioni disumane adottate dalle autorità di occupazione israeliane senza deterrenza – si legge ancora – riaffermano che esse non comprendono il legame emotivo, storico e giuridico del popolo palestinese con questa terra e che il popolo palestinese ha diritto ad essa, in base al diritto internazionale e ai principi umanitari”. Il Regno saudita avverte quindi “che il continuo fallimento della comunità internazionale e del Consiglio di Sicurezza Onu nel porre immediatamente fine agli attacchi e alle violazioni israeliane mina le fondamenta dell’ordine internazionale e della legittimità internazionale, minaccia la pace e la sicurezza regionale e globale e preannuncia conseguenze disastrose che incoraggiano pratiche di genocidio e sfollamenti forzati”.
Il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich ha espresso la sua delusione per il piano su Gaza avanzato dal primo ministro Benjamin Netanyahu e approvato dal gabinetto. Lo riferiscono fonti del ministero a Ynet, secondo cui “la proposta può forse sembrare positiva, ma è solo una ripetizione del passato. Non si tratta di un’operazione per conquistare la Striscia, ottenere un pieno controllo militare del territorio e arrivare a una vittoria, l’unico modo per garantire il successo e riportare a casa gli ostaggi, bensì di un’azione mirata e pericolosa il cui unico scopo è riportare Hamas al tavolo dei negoziati”.
Il ministro degli Esteri belga Maxime Prévot ha annunciato di aver convocato l’ambasciatrice israeliana in Belgio, Idit Rosenzweig-Abu, in seguito all’annuncio del piano del governo israeliano di occupare Gaza City. Il ministro belga ha dichiarato di voler “esprimere la nostra totale disapprovazione per questa decisione, ma anche per la continuazione della colonizzazione israeliana” nei Territori Palestinesi. L’obiettivo ora è “sostenere con forza un’inversione di rotta su queste intenzioni”, ha aggiunto in una dichiarazione inviata all’agenzia di stampa belga.
“La decisione del governo israeliano di estendere ulteriormente la sua operazione militare a Gaza deve essere riconsiderata”. Lo scrive su X la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, dopo la decisione del Gabinetto di sicurezza israeliano di occupare Gaza City. “Allo stesso tempo, è necessario il rilascio di tutti gli ostaggi, trattenuti in condizioni disumane. E gli aiuti umanitari devono avere accesso immediato e senza restrizioni a Gaza per fornire ciò di cui c’è urgente bisogno sul campo. È necessario un cessate il fuoco ora“, aggiunge.
I mediatori dell’Egitto e del Qatar stanno lavorando a un nuovo piano che prevede la liberazione di tutti gli ostaggi, vivi o morti, in un unico momento in cambio della fine della guerra a Gaza e del ritiro delle forze israeliane dalla Striscia. Lo hanno riferito due funzionari arabi che hanno parlato con l’Associated Press in forma anonima data la delicatezza delle discussioni. Uno di loro è direttamente coinvolto nei lavori, mentre il secondo è stato informato degli sforzi in corso. Il tentativo di Egitto e Qatar ha il sostegno delle principali monarchie arabe del Golfo, hanno affermato i funzionari, preoccupati per un’ulteriore destabilizzazione della regione se il governo israeliano procedesse con la rioccupazione totale di Gaza, a vent’anni dal ritiro unilaterale di Israele dalla Striscia.
Il piano, ancora da definire, mira ad affrontare la controversa questione delle armi di Hamas, con Israele che chiede il disarmo totale e Hamas che si oppone. Il funzionario direttamente coinvolto negli sforzi ha detto che sono in corso discussioni sul “congelamento delle armi”, che potrebbe comportare il mantenimento delle armi da parte di Hamas, ma senza poterle usare. Si chiede inoltre al gruppo di rinunciare al potere nella Striscia. Un comitato arabo-palestinese governerebbe Gaza e supervisionerebbe gli sforzi di ricostruzione fino all’istituzione di un’amministrazione palestinese con una nuova forza di polizia, addestrata da due alleati degli Stati Uniti in Medio Oriente, che assumerebbe il controllo della Striscia, ha affermato. Non è chiaro quale ruolo avrebbe l’Autorità palestinese sostenuta dall’Occidente. Il secondo funzionario ha affermato che un potente Paese del Golfo sta sostenendo gli sforzi egiziani e qatarioti. Un alto funzionario di Hamas, parlando in condizione di anonimato perché non autorizzato a rilasciare dichiarazioni ai media, ha affermato che la leadership del gruppo è a conoscenza degli sforzi dei mediatori arabi per rilanciare i colloqui di cessate il fuoco, ma non ha ancora ricevuto dettagli. Associated Press ha contattato i governi di Qatar, Egitto e Israele per un commento. L’inviato statunitense Steve Witkoff ha detto alle famiglie degli ostaggi durante la sua recente visita che Israele sta cambiando il suo approccio per perseguire un accordo globale “tutto o niente” volto a porre fine alla guerra e garantire il rilascio degli ostaggi, ha detto ad Ap una persona che ha partecipato all’incontro, parlando in condizione di anonimato poiché non autorizzata a parlare della riunione privata.
Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Guo Jiakun, alla richiesta di commentare l’approvazione da parte del gabinetto di sicurezza israeliano di un piano del primo ministro Benjamin Netanyahu che prevede il controllo militare di Gaza City, ha dichiarato che la Cina è “profondamente preoccupata per la decisione di Israele” ed esorta lo Stato ebraico “a fermare immediatamente questa mossa pericolosa”. “Gaza appartiene al popolo palestinese ed è parte integrante del territorio palestinese”, ha aggiunto, secondo quanto riporta Global Times.
L’ufficio di Mahmoud Abbas, presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, ha condannato la decisione del gabinetto di sicurezza israeliano di occupare Gaza City, definendola un “crimine a tutti gli effetti” e una violazione del diritto internazionale. In una dichiarazione, riportata da Al Jazeera, la presidenza ha avvertito che la mossa causerebbe una “catastrofe umanitaria senza precedenti” e ha accusato Israele di perseguire politiche di “genocidio, uccisioni, fame e blocco”. L’ufficio del leader dell’Anp ha affermato che il popolo palestinese non accetterà alcuna realtà imposta con la forza e ha riaffermato il suo diritto all’autodeterminazione e a uno Stato indipendente con Gerusalemme Est come capitale. Nella dichiarazione viene affermato che la leadership palestinese si rivolgerà urgentemente al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e chiederà riunioni di emergenza della Lega Araba e dell’Organizzazione per la Cooperazione Islamica. Infine, ha esortato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump a intervenire per fermare il piano e promuovere una pace permanente.
Un “crimine di guerra”. Così Hamas ha definito il piano di Israele per prendere il controllo di Gaza City. L’uso da parte di Israele del termine “controllo” invece di “occupazione” è un tentativo di “eludere la propria responsabilità legale per le conseguenze del suo brutale crimine contro i civili”, afferma il gruppo militante, come riportato da Al Jazeera. Hamas ha poi accusato il governo israeliano di non preoccuparsi della sorte degli ostaggi detenuti a Gaza: “Si rendono conto che espandere l’aggressione significa sacrificarli“. Il piano di Netanyahu spiega l’improvviso ritiro di Israele dall’ultimo round di negoziati, riferisce Hamas, aggiungendo che le due parti erano state sul punto di raggiungere un accordo di cessate il fuoco e di scambio di prigionieri. “Ribadiamo che, durante la nostra comunicazione con i mediatori egiziani e qatarini, il movimento ha offerto tutta la flessibilità e la positività necessarie per garantire il successo degli sforzi per il cessate il fuoco”, viene ancora sottolineato.
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha criticato il piano di Israele di prendere il controllo di Gaza City e ha dichiarato che la Germania non autorizzerà alcuna esportazione di equipaggiamenti militari che potrebbero essere utilizzati a Gaza “fino a nuovo ordine”. “Israele ha il diritto di difendersi dal terrorismo di Hamas. Il rilascio degli ostaggi e i negoziati decisi per un cessate il fuoco sono la nostra massima priorità. Il disarmo di Hamas è essenziale. Hamas non deve avere alcun ruolo nel futuro di Gaza”, ma “l’azione militare ancora più dura dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza, approvata ieri sera dal Consiglio dei ministri israeliano, rende sempre più difficile, secondo il governo tedesco, raggiungere questi obiettivi. In queste circostanze, il governo tedesco non autorizzerà alcuna esportazione di equipaggiamento militare che potrebbe essere utilizzato nella Striscia di Gaza fino a nuovo ordine”, ha affermato Merz, come si legge in una nota diramata dal governo tedesco.
Merz ha affermato che “il governo tedesco rimane profondamente preoccupato per le continue sofferenze della popolazione civile nella Striscia di Gaza”. “Con l’offensiva pianificata, il governo israeliano ha una responsabilità ancora maggiore nel provvedere ai loro bisogni. Deve consentire un accesso completo agli aiuti, anche per le organizzazioni delle Nazioni Unite e altre istituzioni non governative. Seguendo le corrette misure adottate negli ultimi giorni, Israele deve continuare a migliorare in modo completo e sostenibile la situazione umanitaria a Gaza”, ha affermato il cancelliere tedesco chiedendo poi “con urgenza” al governo israeliano di “non intraprendere ulteriori azioni verso l’annessione della Cisgiordania”.
A quanto si apprende è già atterrato in Giordania l’aereo partito dall’aeroporto di Fiumicino con il carico di 100 tonnellate di aiuti umanitari provenienti dall’Italia e destinate alla popolazione di Gaza. Della partenza del carico aveva dato notizia nei giorni scorsi la Farnesina, spiegando in una nota che le autorità della Giordania, d’intesa con il governo di Israele, hanno messo a disposizione corridoi aerei e individuato zone sicure per il lancio degli aiuti.
Diverse persone sono rimaste uccise in un raid israeliano nel Libano orientale. Tra loro figura un membro di spicco del comitato centrale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e la sua guardia del corpo mentre erano diretti in Siria, secondo quanto riportato da fonti giornalistiche e dal movimento stesso. L’attacco aereo di ieri pomeriggio, avvenuto nei pressi del valico di frontiera libanese di Masnaa, ha ucciso Mohammed Wishah, membro del comitato centrale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, ha dichiarato il gruppo in una nota. Non ci sono stati commenti immediati da parte di Israele. Marwan Abdel-Al, alto funzionario del Fplp, ha espresso il suo cordoglio in un post sui social media per la morte di Wishah e della sua guardia del corpo, Mufid Hussein. “Abbiamo perso due dei compagni più leali che hanno donato le loro preziose anime alla libertà”, ha scritto Abdel-Al. L’agenzia di stampa nazionale libanese ha dichiarato che nel raid israeliano sono morte sei persone e ne ha ferite 10. Le vittime non sono state identificate.
Dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas nell’ottobre 2023, Israele ha preso di mira funzionari palestinesi in Libano, compresi membri del Fplp. Tre membri del FPLP sono stati uccisi in un attacco aereo su un appartamento a Beirut lo scorso settembre. Un funzionario del FPLP, che ha parlato a condizione di anonimato, ha affermato che Wishah si trovava in Libano per incontrare altri funzionari del gruppo e stava tornando in Siria quando è avvenuto l’attacco aereo. La dichiarazione del FPLP afferma che Wishah è nato nella Striscia di Gaza nel 1954 e ha trascorso cinque anni nelle carceri israeliane poco dopo essersi unito al gruppo palestinese nel 1973. Per molti anni, il Fplp, di sinistra e laico, è stato il secondo gruppo più numeroso dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) dopo il gruppo Fatah del presidente palestinese Mahmoud Abbas. Venerdì mattina, un attacco con drone israeliano ha colpito un’auto su un’autostrada costiera nel sud del Libano, uccidendo il giornalista cittadino Mohammed Shehadeh, ha affermato l’NNA. Dalla fine della guerra tra Israele e Hezbollah, durata 14 mesi, Israele ha effettuato decine di attacchi aerei sul Libano, prendendo di mira principalmente membri di Hezbollah.
“Condanniamo fermamente la decisione del governo israeliano di intensificare l’occupazione militare di Gaza. Ciò porterebbe solo a ulteriore distruzione e sofferenza. Sono urgentemente necessari un cessate il fuoco permanente, l’invio immediato e massiccio di aiuti umanitari e il rilascio di tutti gli ostaggi”. Così su X il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albares. “Una pace definitiva nella regione può essere raggiunta solo attraverso l’istituzione di una soluzione a due Stati, che comprenda uno Stato di Palestina realistico e sostenibile”, ha aggiunto.
Due palestinesi sono stati uccisi mentre cercavano di procurarsi del cibo da un punto di distribuzione gestito dalla Gaza Humanitarian Foundation nei pressi del corridoio di Netzarim, nella zona centrale della Striscia di Gaza. Lo riporta Al Jazeera.
Sette persone, tra cui donne e bambini, sono state uccise e altre sono rimaste ferite nella notte in attacchi israeliani in diverse zone di Gaza City. Lo riporta l’agenzia palestinese Wafa secondo cui sei persone, tutte della stessa famiglia, madre, padre e figli, sono state uccise in un bombardamento israeliano che ha colpito la loro tenda a nord-ovest di Gaza City.
Una donna è stata uccisa e un uomo è rimasto gravemente ferito in attacchi israeliani che hanno preso di mira tre case nei pressi di piazza Al-Shawa.
Dura reazione del Forum delle famiglie degli ostaggi in merito alla decisione del governo israeliano di occupare Gaza City, dove si ritiene che alcuni degli ostaggi siano ancora tenuti. “Il governo israeliano ha condannato a morte gli ostaggi ancora in vita e alla sparizione coloro che sono morti”, si legge in una dichiarazione. “La decisione del governo di avviare il processo di occupazione della Striscia è una dichiarazione ufficiale di abbandono degli ostaggi, ignorando completamente i ripetuti avvertimenti dei vertici militari e il chiaro desiderio della maggior parte dell’opinione pubblica israeliana”, viene ancora riferito. Nella dichiarazione il governo viene accusato di agire contro l’interesse nazionale con una mossa “sciocca”, di “inganno e imperdonabile negligenza morale e di sicurezza”, che avvicina Israele a un “colossale disastro per gli ostaggi e i combattenti [dell’Idf]”. Il Forum aggiunge tuttavia che non è troppo tardi e che questo passo può essere fermato raggiungendo un accordo globale per porre fine alla guerra e restituire tutti i prigionieri. Lo riporta il Times of Israel.
Il ministro delle Finanze israeliano di estrema destra Bezalel Smotrich ha dichiarato “ciò che ci è consentito fare in questo periodo è semplicemente cancellare lo Stato palestinese – più avanti, con l’aiuto di Dio, ufficialmente, ma prima nella pratica”. Lo riporta il Times of Israel citando le parole del ministro al bollettino ‘Ofek’. “Stiamo semplicemente mettendo questa idea fuori discussione come parte delle lezioni del 7 ottobre e stabilendo i fatti sul campo”, aggiunge. Smotrich afferma poi di “lavorare per il ritorno nelle comunità evacuate nella Samaria settentrionale, Ganim e Kedim”, la parte nord della Cisgiordania, aggiungendo di sperare “che ciò accada nelle prossime settimane, in concomitanza con la correzione del peccato del disimpegno. Il popolo di Israele sta correggendo il peccato a Gaza e spero che saremo in grado di completare la correzione del peccato anche nella Samaria settentrionale”.
Il premier britannico, Keir Starmer, definisce “sbagliata” la decisione del Gabinetto di sicurezza israeliano di “intensificare ulteriormente la sua offensiva” a Gaza e sollecita il governo a riconsiderarla immediatamente. “Questa azione non contribuirà in alcun modo a porre fine al conflitto o a garantire il rilascio degli ostaggi. Porterà solo ulteriore spargimento di sangue“, afferma. “Ogni giorno la crisi umanitaria a Gaza peggiora e gli ostaggi presi da Hamas vengono trattenuti in condizioni spaventose e disumane”, “ciò di cui abbiamo bisogno è un cessate il fuoco, un’impennata degli aiuti umanitari, la liberazione di tutti gli ostaggi da parte di Hamas e una soluzione negoziata. Hamas non può avere alcun ruolo nel futuro di Gaza e deve andarsene e disarmarsi”. Starmer ricorda poi che “insieme ai nostri alleati, stiamo lavorando a un piano a lungo termine per garantire la pace nella regione come parte di una soluzione a due stati e, in definitiva, per realizzare un futuro migliore per palestinesi e israeliani” ma “se entrambe le parti non si impegnano in buona fede nei negoziati, questa prospettiva svanisce davanti ai nostri occhi”. E conclude: “Il nostro messaggio è chiaro: una soluzione diplomatica è possibile, ma entrambe le parti devono abbandonare la strada della distruzione”.
Il leader del partito israeliano di opposizione Yisrael Beitenu, Avigdor Lieberman, dopo la decisione del governo guidato da Benjamin Netanyahu di occupare Gaza City afferma che il premier “sta ancora una volta sacrificando la sicurezza dei cittadini israeliani per il bene della poltrona”. Lo riporta l’emittente israeliana Kan. Secondo Lieberman “la decisione presa dal governo, contraria alla posizione professionale del Capo di Stato Maggiore, che aveva messo in guardia dai numerosi pericoli che una simile mossa avrebbe comportato, dimostra che decisioni di vita o di morte vengono prese in contrasto a considerazioni di sicurezza e agli obiettivi della guerra. Il primo ministro del Sette Ottobre sta ancora una volta sacrificando la sicurezza dei cittadini israeliani per il bene della poltrona”.
Yair Golan, leader del Partito dei Democratici, afferma che la decisione di occupare Gaza City significa che “altri ostaggi saranno abbandonati alla morte”, e che la mossa è tipica di Netanyahu: “È debole, facilmente sotto pressione, privo di capacità decisionale e incapace di creare un ponte tra ciò che il livello professionale presenta e il gruppo di messianisti che controlla il governo”. La decisione è “un disastro per generazioni”, dice Golan ad Army Radio. “I nostri figli e nipoti continueranno a pattugliare i vicoli di Gaza, pagheremo centinaia di miliardi nel corso degli anni, e tutto questo per ragioni di sopravvivenza politica e visioni messianiche”, aggiunge, chiedendo come il governo intenda smilitarizzare la Striscia: “Ci infileremo nei tunnel e recupereremo gli ultimi kalashnikov?”
In un messaggio inviato agli Stati Uniti, l’Egitto ha avvertito che il piano israeliano di occupare Gaza porterebbe Hamas a uccidere gli ostaggi israeliani rimasti. Lo riporta il quotidiano libanese Al-Akhbar, citando un diplomatico egiziano, come riferisce il Times of Israel. Secondo quanto riferito, Hamas e gli altri gruppi che detengono gli ostaggi “hanno l’ordine di ‘neutralizzarli’ se i loro rapitori dovessero trovarsi sotto assedio e non riuscissero a fuggire vivi”. Alti funzionari egiziani hanno quindi chiesto un ritorno urgente al tavolo dei negoziati tra Israele e Hamas per un cessate il fuoco a Gaza e il presidente egiziano Abdel-Fattah al-Sisi ha chiesto di essere in contatto diretto sulla questione con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Hamas ha respinto il piano del premier israeliano Benjamin Netanyahu di occupare Gaza City, che ha ricevuto il via libera del Gabinetto di sicurezza. In una dichiarazione ha affermato che la popolazione di Gaza “continuerà a ribellarsi contro l’occupazione”. “L’espansione dell’aggressione contro il nostro popolo palestinese non sarà una passeggiata”, ha affermato Hamas.
Il leader dell’opposizione israeliana Yair Lapid ha definito la decisione del governo guidato da Benjamin Netanyahu di occupare Gaza City “un disastro”. Secondo Lapid “la decisione del governo di stasera è un disastro che porterà a molti altri disastri. In completo contrasto con l’opinione dell’esercito e delle forze di sicurezza, senza considerare l’indebolimento e l’esaurimento delle forze combattenti, Ben Gvir e Smotrich hanno trascinato Netanyahu in un’azione che richiederà molti mesi, porterà alla morte degli ostaggi, all’uccisione di molti soldati, costerà ai contribuenti israeliani decine di miliardi e porterà a un collasso politico”. E aggiunge: “Questo è esattamente ciò che Hamas voleva: che Israele rimanesse intrappolato nel territorio senza un obiettivo, senza definire il quadro per il giorno dopo, in un’occupazione inutile che nessuno capisce dove stia portando”. Lo riporta l’emittente israeliana Kan.
“Non c’è alcuna risposta umanitaria al milione di persone che trasferiremo. Tutto sarà complesso. Suggerisco di escludere il ritorno degli ostaggi dagli obiettivi dei combattimenti”. Lo ha detto il capo di Stato maggiore dell’esercito israeliano (Idf) Eyal Zamir nel corso della riunione di Gabinetto durante la quale ha espresso la sua opposizione all’operazione promossa da Netanyahu di occupare Gaza City. Lo riporta Channel 12.
A seguito della decisione del Gabinetto di sicurezza di Israele, un alto funzionario fa sapere che l’operazione che le forze di sicurezza (Idf) stanno attualmente preparando riguarda solo Gaza City. L’obiettivo, viene riferito, è evacuare tutti i residenti di Gaza City verso i campi profughi centrali e altre aree entro il 7 ottobre 2025. I militanti di Hamas rimasti in città saranno sottoposti a un assedio e, nel frattempo, le Idf effettueranno manovre sul campo. Lo riferisce Channel 12, secondo cui il premier, Benjamin Netanyahu, e il ministro della Difesa, Israel Katz, sono stati autorizzati ad approvare il piano operativo definitivo dell’Idf.
Di recente, una telefonata tra il Primo Ministro Benjamin Netanyahu e il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è trasformata in un acceso diverbio sulla crisi umanitaria nella Striscia di Gaza. Lo riporta Nbc News, citando alti funzionari statunitensi rimasti anonimi. Secondo quanto riferito, l’accesa conversazione telefonica ha avuto luogo il 28 luglio, dopo che Netanyahu aveva dichiarato durante un evento che, nonostante le diffuse notizie di fame e carestia nella Striscia, “non c’è fame a Gaza” – affermazione alla quale Trump aveva risposto pubblicamente il giorno dopo dicendo di non essere “particolarmente convinto” dalle rassicurazioni di Netanyahu. Per poi aggiunge che nella Striscia c’era “vera fame” e “non si può fingere”. Stando a quanto emerso, dopo i commenti di Trump, Netanyahu ha chiesto una telefonata al presidente e i due hanno parlato a distanza di ore. Durante la chiamata, il premier israeliano ha detto a Trump che le notizie sulla carestia a Gaza erano state “fabbricate” da Hamas e che la fame non era diffusa nell’enclave. Trump ha poi interrotto Netanyahu, riporta la Nbc, e ha iniziato a urlare, dicendo che i suoi collaboratori gli avevano mostrato le prove che i bambini a Gaza stavano morendo di fame e che non voleva sentirle liquidare come “false”. La conversazione viene descritta come “diretta, per lo più a senso unico, sullo stato degli aiuti umanitari” in cui il presidente degli Stati Uniti “ha parlato per la maggior parte”, secondo un ex funzionario statunitense informato sulla chiamata. Secondo quanto riferito, sia i funzionari della Casa Bianca che quelli di Israele si sono rifiutati di commentare la telefonata.
Il gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato il piano del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per l’occupazione militare di Gaza City. Secondo quanto viene riferito e riportato da Al Jazeera, l’operazione militare israeliana prevede lo sfollamento di “tutti i civili palestinesi” dalla città settentrionale nei campi nella zona centrale di Gaza.
L’Australia ha esortato Israele “a non intraprendere questa strada”, dopo che il Primo Ministro Netanyahu ha dichiarato che Israele intende assumere il controllo militare di Gaza e il suo governo ha espresso il suo sostegno alla presa della città di Gaza.
“L’Australia invita Israele a non intraprendere questa strada, che non farà che peggiorare la catastrofe umanitaria a Gaza”, ha affermato il ministro degli Esteri Penny Wong in una dichiarazione, come riferisce The Times of Israel.
Wong afferma che lo sfollamento forzato permanente è una violazione del diritto internazionale e ribadisce gli appelli per un cessate il fuoco, affinché gli aiuti fluiscano senza ostacoli e affinché il gruppo terroristico Hamas restituisca gli ostaggi presi nell’ottobre 2023.
Intervistato da Fox News prima della riunione del Consiglio di Sicurezza, Netanyahu ha dichiarato: “Per garantire la nostra sicurezza, intendiamo rimuovere Hamas da lì e permettere alla popolazione di liberarsi da Gaza”.
“Vogliamo avere un perimetro di sicurezza”, ha aggiunto. “Vogliamo consegnarla alle forze arabe che la governeranno correttamente senza minacciarci e garantendo agli abitanti di Gaza una vita dignitosa”.