Sean ‘Diddy’ Combs, il rapper americano (già noto come Puff Daddy e P. Diddy) che il mese scorso è stato condannato per il reato di trasporto di persone a fini di prostituzione nell’ambito dell’inchiesta sui party a sfondo sessuale da lui organizzati, ha intenzione di chiedere la grazia al presidente americano Donald Trump. Lo ha riferito alla Cnn Nicole Westmoreland, una dei legali del magnate dell’hip-hop: il team di avvocati avrebbe già preso contatti con l’Amministrazione Usa. “A quanto ho capito, abbiamo preso contattati e abbiamo avuto colloqui in merito alla grazia”, ha detto Westmoreland.
La condanna contro Diddy e cosa rischia
La sentenza nel processo a carico di Sean ‘Diddy’ Combs è arrivata il mese scorso a New York: il rapper, che rischiava l’ergastolo per associazione a delinquere e traffico di esseri umani a scopo sessuale, è stato assolto da queste accuse e condannato solo per due capi di imputazione minori relativi appunto al trasporto a scopo di prostituzione. L’entità della pena nei suoi confronti deve essere ancora decisa ma, allo stato attuale, rischia al massimo 20 anni di reclusione. In attesa della decisione, in questo momento Combs resta in carcere: gli è stata infatti negata la richiesta di libertà su cauzione.
Le accuse
Combs è stato condannato per aver trasportato in aereo persone in tutto il Paese, comprese le sue fidanzate e varie prostitute retribuite, per intrattenere rapporti sessuali, una violazione grave della legge federale. Ma la giuria, composta da otto uomini e quattro donne, lo ha assolto dalle accuse di associazione a delinquere e traffico sessuale, secondo le quali avrebbe usato la propria ricchezza e il proprio potere per costringere le proprie fidanzate a centinaia di maratone sessuali con altri uomini a base di droga. Il team difensivo di Combs ha sostenuto che le donne avevano partecipato in modo consenziente e che nessuna delle violenze compiute da Combs, pur ricadendo nella sfera degli abusi domestici, giustificava la gravità delle accuse.