Guerra in Medio Oriente, le notizie di oggi 21 luglio – La diretta

Guerra in Medio Oriente, le notizie di oggi 21 luglio – La diretta

Onu: “Ordine evacuazione Deir al-Balah colpo devastante”

Medio Oriente, le notizie di oggi 21 luglio
In Medio Oriente le forze israeliane hanno lanciato un’offensiva via terra e via aria nella città di Deir al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza, provocando nuove ondate di sfollamenti tra i civili. I carri armati e i veicoli militari israeliani sono entrati in città dal posto di blocco di Kisufim sotto la copertura aerea e di artiglieria pesante. Decine di granate avrebbero colpito i quartieri di Abu al-‘Ajin e Hikr al-Jami, mentre le forze di terra avanzavano.
Inizio diretta: 21/07/25 07:15
Fine diretta: 21/07/25 23:59
Londra, Israele risponda su uccisione bambini affamati

“Condanniamo fermamente l’uccisione di civili che cercano di soddisfare i propri bisogni fondamentali”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri britannico, David Lammy, parlando alla Camera dei Comuni sulla situazione in Medioriente. Lo riporta la Bbc. “Il governo israeliano deve rispondere a quali possibili giustificazioni militari possono esserci per attacchi che hanno ucciso bambini disperati e affamati”, ha spiegato. Lammy ha poi chiesto quali azioni immediate stia intraprendendo Israele per porre fine a “questa serie di orrori” e cosa farà per chiamare a risponderne i responsabili. Il ministro ha affermato di sostenere la sicurezza di Israele e il suo diritto a esistere, ma di ritenere che le sue azioni stiano “arrecando danni incalcolabili alla reputazione di Israele nel mondo e minando la sua sicurezza a lungo termine”. Benjamin Netanyahu “dovrebbe ascoltare il popolo israeliano, l’82% del quale desidera disperatamente un cessate il fuoco”, ha proseguito, aggiungendo che il premier israeliano dovrebbe ascoltare anche le famiglie degli ostaggi.

Ministero Gaza, giornalista locale ucciso da truppe Idf

Le truppe israeliane hanno ucciso un giornalista locale, Tamer al-Zaanein, che si trovava insieme al dottor Marwan al-Hams, direttore ad interim degli ospedali da campo della Striscia e portavoce del ministero della Sanità di Gaza, arrestato oggi dall’Idf. Lo riferiscono il ministero della Sanità e la famiglia del giornalista. L’arresto si è verificato nei pressi di un ospedale da campo della Croce Rossa nel sud di Gaza.

Idf: "In contatto con organizzazioni umanitarie a Deir al-Balah"

L’esercito israeliano non ha chiarito se abbia ordinato l’evacuazione delle organizzazioni umanitarie con sede a Deir al-Balah, dove le truppe hanno fatto irruzione. L’Idf ha affermato solo di mantenere contatti costanti con loro e di facilitare i trasferimenti quando necessario. La città è l’unica di Gaza a non essere stata interessata da grandi operazioni di terra né ad aver subito distruzioni su vasta scala in 21 mesi di guerra.

Tajani: "No a deportazione palestinesi, hanno diritto a loro Stato"

“Sanzioni a Israele? Le sanzioni non le dà l’Italia”. Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani, parlando con i giornalisti fuori da Palazzo Chigi. Il vicepremier ha quindi aggiunto che da parte del governo “non c’è nessun cambiamento di linea. Abbiamo soltanto detto basta, basta bombardamenti, basta morti, basta sparare. Capisco le ragioni, Hamas, tutto quanto, però non si può continuare con questa situazione. Noi ripetiamo quello che abbiamo sempre detto, la nostra posizione è molto chiara: libertà per gli ostaggi ma anche fine della guerra e aiuti alla popolazione civile perché è una popolazione allo stremo, affamata. E siamo contrari all’isolamento, alla deportazione in altri paesi del mondo della popolazione palestinese”. “I palestinesi hanno la loro terra, hanno diritto ad avere un loro Stato, che deve riconoscere Israele, che deve essere riconosciuto da Israele. Quindi nulla di ostile nei confronti di Israele ma il popolo palestinese deve poter realizzare il proprio sogno. Noi non cambiamo linea, è sempre stata quella: due popoli, due Stati”, ha concluso Tajani.

Tajani: "Amici di Israele ma ogni giorno troppi morti, stop guerra"

“Su Gaza c’è stato un documento che abbiamo firmato con alcuni paesi per chiedere l’immediato cessate il fuoco, per chiedere la possibilità di far entrare quanto prima gli aiuti umanitari perché la situazione è veramente insostenibile a Gaza. Noi naturalmente riteniamo, e lo abbiamo detto anche nel documento, che si debbano rilasciare immediatamente senza condizione di ostaggi israeliani in mano ai terroristi, ma nello stesso tempo Israele deve compiere dei passi in avanti decisi, senza perdere tempo. E c’è anche il problema che riguarda i coloni”. Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani, parlando con i giornalisti fuori da Palazzo Chigi. “Noi siamo amici di Israele, ma quello che sta accadendo non va bene, l’abbiamo detto, l’abbiamo ribadito e questo documento va nella direzione di spingere Israele ad affrontare e risolvere la soluzione – sottolinea il vicepremier -. Sosteniamo l’azione di Stati Uniti, Qatar, Egitto per arrivare ad una soluzione, a un cessate il fuoco, a una cessazione delle ostilità, ma bisogna fare entrare alimenti, aiutare la popolazione civile”. “Ci stanno ogni giorno troppi, troppi, troppi morti e questo è inaccettabile. Facciamo nostre anche le parole di Papa Leone, aver sparato contro una chiesa cristiana ha provocato un grave turbamento in tutta la popolazione, anche cristiana anche nel nostro paese. Questo certamente non aiuta, bisogna quindi fare in modo di concludere quanto prima questa guerra”, conclude Tajani.

Media, leader Hamas a Gaza irraggiungibili, ostacolano negoziati

I negoziatori di Hamas a Doha non riescono a mettersi in contatto con i leader dell’organizzazione nella Striscia di Gaza dalla fine della scorsa settimana, ostacolando l’avanzamento dei colloqui per un cessate il fuoco a Gaza e un accordo per il rilascio degli ostaggi. Lo riferisce una fonte informata a Times of Israel. La scorsa settimana, Israele ha presentato mappe aggiornate con la sua proposta di ridislocazione delle truppe durante la tregua di 60 giorni in discussione. Le mappe avevano suscitato ottimismo tra i mediatori sulla possibilità di raggiungere un accordo poiché, hanno dichiarato diplomatici arabi al Times of Israel, lasciavano intravedere una riduzione delle richieste israeliane di mantenere il controllo su vaste aree della Striscia di Gaza, aggiungendo di aspettarsi un’approvazione da parte di Hamas. Tuttavia, secondo la fonte, le discussioni interne a Hamas sulla proposta israeliana aggiornata sono proseguite da giovedì scorso senza alcuna risposta ufficiale da parte del gruppo, mentre continuano a registrarsi quotidianamente vittime palestinesi a Gaza. La decisione di Israele di entrare nella città centrale di Deir al-Balah per la prima volta dall’inizio della guerra, ha aggiunto la fonte, potrebbe ostacolare ulteriormente gli sforzi per contattare i leader di Hamas e ottenere una risposta sugli sviluppi dei negoziati di Doha.

Israele critica appello per Gaza, va rivolto a Hamas

Israele critica duramente l’appello per Gaza rivolto da 25 Paesi, che chiedono la fine della guerra. “Israele respinge la dichiarazione congiunta, scollegata dalla realtà e che invia un messaggio sbagliato ad Hamas”, si legge in una nota del ministero degli Esteri israeliano, ripresa da Ynet. “Tutte le affermazioni sull’assenza di un accordo per il cessate il fuoco e sulla mancata liberazione degli ostaggi dovrebbero essere rivolte all’organizzazione terroristica che ha iniziato questa guerra e la sta protraendo”. “La dichiarazione non menziona il ruolo e le responsabilità di Hamas nella situazione. È Hamas l’unico responsabile delle sofferenze continue da entrambe le parti”, sottolinea il ministero.

Media, almeno 56 morti a Gaza in attacchi Israele dall'alba

È salito ad almeno 56 morti a Gaza il bilancio delle vittime di fuoco, artiglieria e raid aerei di Israele dall’alba di oggi. Lo riferisce Al-Jazeera citando fonti mediche, precisando che 20 dei morti sono stati registrati nel nord della Striscia. Fra le vittime ci sono 7 persone che stavano cercando aiuti umanitari. Una fonte dell’ospedale Al-Shifa ha riferito ad Al-Jazeera che 6 persone, fra cui 2 bambini, sono state uccise in un attacco israeliano al porto dei pescherecci di Gaza City.

 

Ue: "A Gaza crisi intollerabile, serve cessate fuoco immediato"

“L’unione fa la forza. Insieme a 26 partner internazionali, rinnoviamo il nostro appello a Israele affinché rispetti il diritto internazionale e revochi subito le restrizioni agli aiuti. La crisi a Gaza ha raggiunto un livello intollerabile. Solo un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente può porre fine alle sofferenze”. Lo scrive su X la commissaria europea per la Gestione delle crisi, Hadja Lahbib, tra i firmatari della dichiarazione su Gaza in cui si afferma che “la guerra a Gaza deve finire ora”.

Tajani: "Operatori italiani e Onu a Deir al-Balah, Israele fermi attacchi"

“Ho ricevuto notizia che nella zona di Deir al-Balah ci sono operatori italiani e delle Nazioni Unite: è una zona di Gaza che sarebbe una ‘zona sicura’ e che invece da ore è sottoposta a fuoco israeliano. Abbiamo chiesto informazioni al governo israeliano, soprattutto chiediamo con forza che quegli attacchi, ma anche tutti gli attacchi, si cessino immediatamente. Bisogna cessare il fuoco definitivamente, liberare gli ostaggi israeliani, proteggere la popolazione palestinese e fare entrare massicciamente gli aiuti umanitari e sanitari”. Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Pizzaballa: "Su Gaza governo Israele ingiustificabile"

“Gaza? Non riusciamo a capire le ragioni di tutto questo e, come il Papa giustamente ha detto – e anche noi lo ripetiamo continuamente – tutto questo non è giustificabile. Vorrei chiarire una cosa: non abbiamo nulla contro il mondo ebraico e non vogliamo assolutamente apparire come coloro che vanno contro la società israeliana e contro l’ebraismo, ma abbiamo il dovere morale di esprimere con assoluta chiarezza e franchezza la nostra critica alla politica che questo governo sta adottando a Gaza”. Lo dice in un’intervista ai media vaticani il Patriarca di Gerusalemme dei Latini, Pierbattista Pizzaballa, dopo il rientro dalla visita della parrocchia colpita dall’attacco israeliano settimana scorsa.

23 Paesi fra cui Italia: "Inaccettabile Israele neghi aiuti a civili Gaza"

“Il rifiuto da parte del governo israeliano di fornire assistenza umanitaria essenziale alla popolazione civile è inaccettabile. Israele deve rispettare i propri obblighi ai sensi del diritto internazionale umanitario”. È quanto si legge in una dichiarazione su Gaza che porta la firma dei ministri degli Esteri di 23 Paesi, fra cui l’Italia, e della commissaria Ue per l’uguaglianza, la preparazione e la gestione delle crisi. Il testo, sottoscritto anche da Antonio Tajani, porta la firma dei capi delle diplomazie di Australia, Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Islanda, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svezia e Regno Unito. “Le sofferenze dei civili a Gaza hanno raggiunto livelli senza precedenti. Il modello di consegna degli aiuti adottato dal governo israeliano è pericoloso, alimenta l’instabilità e priva gli abitanti di Gaza della dignità umana. Condanniamo la distribuzione di aiuti con il contagocce e l’uccisione disumana di civili, compresi bambini, che cercano di soddisfare i loro bisogni più di base, quali acqua e cibo. È terribile che oltre 800 palestinesi siano stati uccisi mentre cercavano aiuti”, recita la dichiarazione, in cui viene chiesto “al governo israeliano di revocare immediatamente le restrizioni al flusso di aiuti e di consentire con urgenza alle Nazioni Unite e alle ong umanitarie di svolgere il loro lavoro di salva-vita in modo sicuro ed efficace”.

23 paesi fra cui Italia: "Inaccettabile proposta 'città umanitaria' a Gaza"

“Chiediamo a tutte le parti di proteggere i civili e di rispettare gli obblighi del diritto internazionale umanitario. Le proposte di trasferire la popolazione palestinese in una ‘città umanitaria’ sono del tutto inaccettabili. Lo sfollamento forzato permanente è una violazione del diritto internazionale umanitario”. È quanto si legge in una dichiarazione su Gaza che porta la firma dei ministri degli Esteri di 23 Paesi, fra cui l’Italia, e della commissaria Ue per l’uguaglianza, la preparazione e la gestione delle crisi. Il testo, sottoscritto anche da Antonio Tajani, porta la firma dei capi delle diplomazie di Australia, Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Islanda, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svezia e Regno Unito. Lo scorso 7 luglio il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha dichiarato di avere incaricato l’Idf e il ministero di presentare un piano per fondare quella che definisce una “città umanitaria” sulle rovine di Rafah. A suo dire l’idea prevedrebbe di ‘accogliere’ inizialmente circa 600mila palestinesi che vivono nella zona di Mawasi, dopo averli controllati per garantire che non entrino agenti di Hamas, e il ministro ha dichiarato apertamente che ai palestinesi non sarà permesso di lasciare la zona. In quella occasione ha sottolineato la sua ambizione di incoraggiare i palestinesi a “emigrare volontariamente” dalla Striscia di Gaza verso altri Paesi.

23 Paesi fra cui Italia: "Guerra a Gaza deve finire ora"

“Noi, i firmatari elencati di seguito, ci uniamo con un messaggio semplice e urgente: la guerra a Gaza deve finire subito”. È quanto si legge in una dichiarazione su Gaza che porta la firma dei ministri degli Esteri di 23 Paesi, fra cui l’Italia, e della commissaria Ue per l’uguaglianza, la preparazione e la gestione delle crisi. Il testo, sottoscritto anche da Antonio Tajani, porta la firma dei capi delle diplomazie di Australia, Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Islanda, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svezia e Regno Unito. “Invitiamo le parti e la comunità internazionale a unirsi in uno sforzo comune per porre fine a questo terribile conflitto, attraverso un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente. Ulteriori spargimenti di sangue non servono a nulla.
Ribadiamo il nostro pieno sostegno agli sforzi degli Stati Uniti, del Qatar e dell’Egitto per raggiungere questo obiettivo. Siamo pronti a intraprendere ulteriori azioni per sostenere un cessate il fuoco immediato e un percorso politico verso la sicurezza e la pace per gli israeliani, i palestinesi e l’intera regione”, si legge nella dichiarazione.

“Le sofferenze dei civili a Gaza hanno raggiunto livelli senza precedenti. Il modello di consegna degli aiuti adottato dal governo israeliano è pericoloso, alimenta l’instabilità e priva gli abitanti di Gaza della dignità umana. Condanniamo la distribuzione di aiuti con il contagocce e l’uccisione disumana di civili, compresi bambini, che cercano di soddisfare i loro bisogni più base, quali acqua e cibo. È terribile che oltre 800 palestinesi siano stati uccisi mentre cercavano aiuto. Il rifiuto da parte del governo israeliano di fornire assistenza umanitaria essenziale alla popolazione civile è inaccettabile. Israele deve rispettare i propri obblighi ai sensi del diritto internazionale umanitario”, recita la dichiarazione. Il testo fa anche riferimento agli ostaggi israeliani ancora nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre del 2023: “Gli ostaggi crudelmente tenuti prigionieri da Hamas dal 7 ottobre 2023 continuano a soffrire terribilmente. Condanniamo la loro detenzione prolungata e chiediamo il loro rilascio immediato e incondizionato. Un cessate il fuoco negoziato offre la migliore speranza per riportarli a casa e porre fine all’agonia delle loro famiglie”. “Chiediamo al governo israeliano di revocare immediatamente le restrizioni al flusso di aiuti e di consentire con urgenza alle Nazioni Unite e alle ong umanitarie di svolgere il loro lavoro salva-vita in modo sicuro ed efficace”, si legge ancora.

 

Gaza, superati 59mila morti da inizio guerra

Il bilancio dei palestinesi uccisi nella Striscia di Gaza ha superato i 59mila morti dall’inizio della guerra. È quanto emerge dai dati aggiornati diffusi dal ministero della Sanità di Gaza, secondo cui precisamente dal 7 ottobre del 2023 sono state uccise 59.029 persone e 142.135 sono state ferite. Il ministero non fa distinzione tra civili e combattenti nel suo conteggio, ma afferma che più della metà dei morti sono donne e bambini. Il ministero fa parte del governo di Hamas, ma l’Onu e altre organizzazioni internazionali lo considerano la fonte più affidabile sui dati relativi alle vittime.

Caritas: "A Gaza situazione terribile e popolazione alla fame"

A Gaza ” Caritas Internationalis assiste a una situazione terribile” in cui “la popolazione è ridotta alla fame, al punto da rischiare la carestia”. Lo si legge in un comunicato di caritas Internationalis. “I bambini vengono bombardati mentre aspettano di ricevere alimenti terapeutici e vaccini”, si legge ancora nella nota, “ogni giorno decine di persone vengono uccise mentre fanno la fila per l’acqua e il cibo: provocando finora più di 750 morti e 5.000 feriti.
Il cibo, l’acqua e altri beni di prima necessità vengono sistematicamente bloccati e distribuiti a livello puramente simbolico”. Caritas Internationalis “condanna con la massima fermezza tutti questi atti e omissioni. Essi rappresentano un palese disprezzo dei valori e dei principi fondamentali dell’umanità e violano chiaramente il diritto internazionale, il diritto internazionale umanitario e il diritto internazionale dei diritti umani, nonché numerose disposizioni di convenzioni specifiche delle Nazioni Unite, tra cui la Convenzione per la prevenzione e la punizione del crimine di genocidio. Qualsiasi sostegno militare o coinvolgimento da parte di Stati terzi o entità private a favore dello Stato di Israele o qualsiasi azione che aiuti o favorisca la persecuzione della popolazione civile palestinese nella Striscia di Gaza o in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, può costituire complicità negli orrori che si stanno perpetrando oggi in Palestina”.

Caritas, si legge ancora nella nota, si “unisce” a Papa Leone XIV per il cessate il fuoco. “Caritas Gerusalemme, insieme a Caritas Internationalis, a tutti i nostri membri nel mondo e all’intera comunità umanitaria, è pronta a rispondere immediatamente e su larga scala alle terribili condizioni umanitarie a Gaza, non appena sarà garantito un accesso sicuro. Durante il cessate il fuoco abbiamo dimostrato di poterlo fare e dobbiamo poterlo fare di nuovo”, si legge ancora nella nota. “La storia – si legge in conclusione non perdonerà questa barbarie e questa complicità. Siate dalla parte giusta della storia”.

Telefonata tra Papa Leone XIV e Abu Mazen

Questa mattina Papa Leone XIV ha ricevuto una telefonata di Mahmoud Abbas, “presidente dello Stato di Palestina, sui recenti sviluppi del conflitto nella Striscia di Gaza e delle violenze in Cisgiordania”. Lo rende noto la sala stampa della Santa Sede. Nel corso della telefonata con il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen, Papa Leone XIV “ha rinnovato l’appello al pieno rispetto del Diritto Internazionale Umanitario, sottolineando l’obbligo di proteggere i civili e i luoghi sacri e il divieto dell’uso indiscriminato della forza e del trasferimento forzato della popolazione”. 
“Considerata la drammatica situazione umanitaria – si legge ancora nella nota -, si è enfatizzata l’urgenza di prestare soccorso a chi è maggiormente esposto alle conseguenze del conflitto e di permettere l’ingresso adeguato di aiuti umanitari”. Il Papa ha infine “ricordato la fausta ricorrenza del decimo anniversario dell’Accordo Globale tra la Santa Sede e lo Stato di Palestina, firmato il 26 giugno 2015 ed entrato in vigore il 2 gennaio 2016”.

Onu: "Tank e cecchini di Israele hanno sparato sulla folla in cerca aiuti"

Israele ha usato carri armati, cecchini e altre armi per sparare sulla folla di palestinesi in cerca di aiuti alimentari nel nord di Gaza. È l’accusa dell’agenzia alimentare delle Nazioni Unite, il World Food Programme (Wfp o Pam), che in una dichiarazione diffusa domenica ha condannato la violenza scoppiata nel nord della Striscia mentre i palestinesi cercavano di raggiungere un convoglio di camion che trasportava cibo.  Domenica, nel nord di Gaza, il ministero della Salute, alcuni testimoni e un funzionario delle Nazioni Unite hanno riferito che le forze israeliane hanno aperto il fuoco contro la folla che cercava di procurarsi del cibo da un convoglio di 25 camion entrato nella zona. La dichiarazione del Wfp, secondo cui la folla che circondava il convoglio “è stata bersagliata dal fuoco di carri armati e cecchini israeliani e da altre armi da fuoco”, conferma queste affermazioni. La dichiarazione non ha specificato il numero dei morti, affermando solo che l’incidente ha causato la perdita di “innumerevoli vite umane”.

Media, salgono a 27 i palestinesi uccisi oggi a Gaza da Idf

Sono saliti ad almeno 27 i palestinesi uccisi negli attacchi dell’esercito israeliano (Idf) nella Striscia di Gaza. Lo hanno riferito fonti mediche ad Al Jazeera. Tra le vittime si sono quattro persone che erano alla ricerca di aiuti.

Inviato Usa: "Israele non ci ha consultato sugli attacchi in Siria"

Riguardo agli attacchi di Israele contro la Siria, dopo lo scoppio degli scontri tra comunità druse e beduine, Tom Barrack, ambasciatore degli Stati Uniti in Turchia e inviato speciale in Siria, ha affermato: “Gli Stati Uniti non sono stati consultati, né hanno partecipato a tale decisione, né era responsabilità degli Stati Uniti intervenire in questioni che Israele ritiene di propria competenza per la propria difesa”. “Se si accetta che Israele possa intervenire in uno Stato sovrano è una questione diversa”, ha affermato in un’intervista ad Associated Press. Barrack ha aggiunto che gli Stati Uniti “non hanno alcuna posizione” sulla prospettiva di un patto di difesa tra Siria e Turchia: “Non è affare né interesse degli Stati Uniti dire alle nazioni circostanti cosa devono fare tra loro”, ha detto.

Almeno 19 persone morte di fame a Gaza in 24 ore

Almeno 19 palestinesi sono morti di fame nelle ultime 24 ore a Gaza. Lo afferma alla Bbc un funzionario del ministero della Salute guidato da Hamas. Il dottor Khalil al-Daqran, portavoce dell’ospedale al-Aqsa di Deir al-Balah, ha detto all’emittente britannica che la situazione negli ospedali di Gaza è diventata critica. “Diciannove persone, tra cui bambini, sono morte di fame”, ha raccontato, “gli ospedali non possono più fornire cibo ai pazienti o al personale, molti dei quali non sono fisicamente in grado di continuare a lavorare a causa della fame estrema”.

Katz: "Destino dello Yemen sarò lo stesso di Teheran"

“Il destino dello Yemen sarà lo stesso di Teheran”. Lo ha detto il ministro della Difesa israeliano Israel Katz in una nota, affermando che l’esercito israeliano (Idf) colpendo “obiettivi terroristici del regime terroristico Houthi presso il porto di Hodeida e stanno reprimendo con la forza ogni tentativo di ripristinare l’infrastruttura terroristica precedentemente attaccata”. “Gli Houthi pagheranno un prezzo elevato per aver lanciato missili contro lo Stato di Israele, ha aggiunto Katz, “continueremo ad agire in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo per difendere lo Stato di Israele”. 

Idf: "Distrutte in Yemen infrastrutture militari Houthi"

L’esercito israeliano (Idf) afferma che i suoi attacchi aerei al porto yemenita di Hodeida hanno distrutto “le infrastrutture militari del regime terroristico Houthi”. Tra gli obiettivi figurano “attrezzature ingegneristiche impiegate per ripristinare le infrastrutture portuali, serbatoi di carburante e imbarcazioni utilizzate per attività militari e attacchi contro lo Stato di Israele e navi nella zona marittima vicino al porto”, ha affermato l’esercito, “abbiamo individuato continue attività e tentativi da parte delle forze del regime terroristico Houthi di ripristinare l’infrastruttura terroristica nel porto; pertanto, i componenti utilizzati per promuovere questa attività sono stati presi di mira”. 

Iniziata offensiva Israele via terra a Deir al-Balah

Le forze israeliane hanno lanciato un’offensiva via terra e via aria nella città di Deir al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza, provocando nuove ondate di sfollamenti tra i civili. I giornalisti locali hanno riferito alla Bbc che i carri armati e i veicoli militari israeliani sono entrati in città dal posto di blocco di Kisufim sotto la copertura aerea e di artiglieria pesante. Decine di granate avrebbero colpito i quartieri di Abu al-‘Ajin e Hikr al-Jami, mentre le forze di terra avanzavano. Secondo quanto riporta l’emittente britannica, l’operazione è iniziata questa mattina, poche ore dopo che l’esercito israeliano aveva diramato avvisi di evacuazione ai residenti di sei isolati residenziali nella parte sud-occidentale della città. Deir al-Balah è attualmente piena di migliaia di sfollati provenienti da Rafah e Khan Younis. I filmati condivisi sui social mostrano lampi di esplosioni e il rumore di spari continui mentre le truppe israeliane avanzano. 

Migliaia di residenti sono fuggiti dalla città durante la notte verso la zona costiera di al-Mawasi, vicino a Khan Younis. Tra gli abitanti cresce il timore che l’ultimo attacco militare possa essere parte di un tentativo di creare un nuovo corridoio che isolerebbe Deir al-Balah dalla circostante regione centrale di Gaza. Se confermato, questo sarebbe il terzo asse di questo tipo, dopo l’istituzione di rotte militari israeliane attraverso il corridoio di Netzarim, nella parte meridionale di Gaza City e l’asse Morag a Rafah. 

17 palestinesi uccisi dall'alba in raid Israele a Gaza

Dall’alba, almeno 17 persone sono state uccise negli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza. Lo hanno riferito fonti mediche ad Al Jazeera. Tra le vittime, tre persone sono state uccise dai bombardamenti israeliani a Deir el-Balah e nel campo di Bureij, nella zona centrale di Gaza.

Capo Idf ha proposto piano per prendere controllo di Gaza

Il capo di stato maggiore dell’esercito israeliano (Idf), il tenente generale Eyal Zamir, ha elaborato un piano per intensificare ulteriormente le operazioni militari contro Hamas. Lo afferma Channel 12 che cita fonti a conoscenza della proposta, descrivendola come “il piano per prendere il controllo di Gaza”. Secondo quanto riferito, la proposta prevede che le truppe dell’Idf catturino e mantengano un territorio molto più ampio nella Striscia di Gaza rispetto a quello attualmente in loro possesso, mentre l’esercito conquisterà gradualmente più terreno ogni giorno

Onu: "Ordine evacuazione Deir al-Balah colpo devastante"

L’ordine di Israele rivolto ai residenti e sfollati palestinesi nella zona di Deir al-Balah, a Gaza, di spostarsi a sud è “un altro colpo devastante” agli sforzi umanitari in corso nel territorio. Lo afferma l’agenzia umanitaria delle Nazioni Unite Ocha. “L’ordine di sfollamento di massa emesso oggi dall’esercito israeliano ha inferto un altro colpo devastante alle già fragili linee di approvvigionamento che mantengono in vita la popolazione della Striscia di Gaza”, afferma l’agenzia.

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