“Sono in contatto con il cardinale Pizzaballa che assieme al patriarca Teofilo sta entrando a Gaza con un carico di 500 tonnellate di aiuti per la popolazione civile. Il Governo italiano chiede a Israele di interrompere le azioni militari e di garantire in maniera totale la sicurezza dei due inviati nella loro importante missione. Israele e Hamas devono raggiungere un cessate il fuoco, la guerra a Gaza deve cessare, bisogna scegliere definitivamente la via del negoziato diplomatico per interrompere gli attacchi che coinvolgono la popolazione civile, per liberare tutti gli ostaggi israeliani, per far entrare al più presto gli aiuti necessari”. Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Ieri i danni alla chiesa della Sacra Famiglia con tre vittime
L’iniziativa del cardinale Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme, arriva all’indomani di un raid dell’Idf che ha causato tre morti e nove feriti, tra questi ultimi anche padre Gabriel Romanelli, colpendo il complesso della Sacra Famiglia a Gaza, di proprietà del Patriarcato Latino di Gerusalemme. Saad Issa Kostandi Salameh, Foumia Issa Latif Ayyad e Najwa Abu Daoud sono i nomi delle tre vittime dell’attacco, mentre uno dei feriti è ricoverato in condizioni critiche. Solo ferite lievi a una gamba per il parroco della comunità, padre Gabriel Romanelli, le cui foto mentre riceve i primi soccorsi hanno rapidamente fatto il giro del mondo. Anche la chiesa ha subito grabvi danni a causa del raid.
“Certamente è una guerra senza limiti almeno da quello che si è potuto vedere come si può distruggere e affamare una popolazione come quella di Gaza”. Lo ha detto al TG2 post il Segretario di Stato del Vaticano, il cardinale Pietro Parolin. “Penso che molti limiti erano stati superati. l’abbiamo detto fin dall’inizio come diplomazia della Santa Sede la famosa questione della proporzionalità”, ha aggiunto.
L’attacco israeliano alla Chiesa della Sacra Famiglia a Gaza “potrebbe essere uno sviluppo drammatico”. Lo ha detto al TG2 post il Segretario di Stato del Vaticano, il cardinale Pietro Parolin. “Diamo il tempo necessario perché ci dicano effettivamente che cosa è successo”, ha aggiunto Parolin, “se è stato veramente un errore, cosa che si può legittimamente dubitare, o se c’è stata una volontà di colpire direttamente una chiesa cristiana, sapendo quanto i cristiani sono un elemento di moderazione all’interno del quadro del Medio Oriente e anche nei rapporto tra palestinesi ed ebrei. Ci sarebbe ancora una volta la volontà di far fuori qualsiasi elemento che possa aiutare ad arrivare ad una tregua e poi ad una pace”.
La telefonata tra il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e Papa Leone XIV “credo che sia stata opportuna. Non si poteva non informare il Papa direttamente di quanto è successo, che è di una gravità assoluta”. Lo ha detto al TG2 post il Segretario di Stato del Vaticano, il cardinale Pietro Parolin. “Quindi – ha sottolineato il porporato – trovo la telefonata positiva, trovo la volontà del primo ministro israeliano di parlare direttamente con Papa Leone positiva”. “Penso ci sia da attendersi, a mio parere, da questa telefonata che veramente si facciano conoscere i risultati reali dell’inchiesta che è stata promessa”, ha aggiunto Parolin, “la prima interpretazione che è stata data è quella di un errore ma si faccia questa inchiesta con tutta serietà e si portino a conoscenza i risultati”.
Il capo dell’agenzia di spionaggio israeliana Mossad, David Barnea, ha visitato Washington questa settimana. Secondo due fonti citate da Axios, Barnea ha riferito all’inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff che l’Etiopia, l’Indonesia e la Libia hanno dimostrato la volontà di accogliere i rifugiati palestinesi da Gaza e che Washington dovrebbe offrire “incentivi” a quei Paesi affinché accettino il trasferimento. Tuttavia Witkoff non si sarebbe pronunciato sulla questione. Funzionari statunitensi affermano inoltre che la Casa Bianca non è propensa a trasferire i palestinesi fuori da Gaza.
Il cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca Latino di Gerusalemme, resterà a Gaza fino a domenica “per completare le visite pastorali a tutte le famiglie, incontrare i team della Caritas e garantire che il processo per l’invio e la distribuzione degli aiuti umanitari sia correttamente definito e avviato”. Lo comunica il Patriarcato latino di Gerusalemme in una nota. Pizzaballa, insieme con il patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme, è arrivato stamani a Gaza, nella Chiesa della Sacra famiglia, bombardata da un raid israeliano nella giornata di giovedì 17 luglio. I Patriarchi, accompagnati dai membri della delegazione ecclesiastica, hanno effettuato oggi una visita pastorale completa alla popolazione di Gaza. Sono stati ricevuti al confine dai parroci delle comunità ortodossa e latina, che li hanno accompagnati per tutta la giornata. La visita è iniziata presso il complesso della Chiesa della Sacra Famiglia, dove i Patriarchi hanno incontrato le famiglie che vi hanno trovato rifugio. Hanno offerto le condoglianze, trasmesso incoraggiamento pastorale e constatato personalmente i danni subiti dalla chiesa durante il recente attacco. La delegazione si è poi recata presso il complesso della Chiesa greco-ortodossa di San Porfirio, dove è stata accolta da Sua Eccellenza il Vescovo Alessio. I Patriarchi hanno incontrato gli sfollati del complesso, offrendo loro parole di conforto e solidarietà. Successivamente, la delegazione ha visitato l’Ospedale Al-Ahli Arab (Battista), dove i Patriarchi hanno ricevuto un briefing completo sulla grave situazione umanitaria e sulle urgenti esigenze mediche che affliggono la popolazione.
In una telefonata con Papa Leone XIV, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso “il rammarico di Israele per il tragico incidente in cui delle munizioni vaganti hanno accidentalmente colpito la chiesa della Sacra Famiglia a Gaza”. Lo ha affermato l’ufficio del Primo Ministro, aggiungendo di aver inviato le più sentite condoglianze alle famiglie delle persone ferite. Lo riporta il Times of Israel.
Durante la telefonata di questa mattina, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha invitato Papa Leone XIV in Israele. Lo riporta Ynet.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha avuto questa mattina una telefonata con Papa Leone XIV dopo l’attacco dell’esercito israeliano di ieri a una chiesa a Gaza. Netanyahu ha detto al Papa che sta lavorando per il rapido rilascio degli ostaggi e che “i negoziati stanno procedendo. Siamo vicini a un accordo”.
Il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, ha parlato oggi al telefono con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Lo ha comunicato il portavoce del governo tedesco, Stefan Kornelius. Merz ha espresso la speranza di un rapido cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Inoltre, tutti gli ostaggi di Hamas rimasti, compresi quelli con cittadinanza tedesca, devono essere rilasciati immediatamente. Il cancelliere tedesco ha sottolineato che gli aiuti umanitari, di cui c’è urgente bisogno, devono ora raggiungere la popolazione della Striscia di Gaza in modo sicuro e umano. Ha sostenuto la ricerca di un ordine postbellico sostenibile per Gaza, che tenga conto delle esigenze di sicurezza israeliane e del diritto all’autodeterminazione dei palestinesi. Il disarmo di Hamas è imperativo. Merz ha sottolineato che non dovrebbero esserci passi verso l’annessione della Cisgiordania.
Una bambina di un anno è morta di malnutrizione a Deir el-Balah, nella zona centrale della Striscia di Gaza. Lo ha confermato ad Al Jazeera una fonte medica dell’ospedale dei martiri di Al-Aqsa. Secondo l’ufficio stampa del governo di Gaza, in totale 69 bambini sono morti per malnutrizione dall’inizio della guerra.
Nella telefonata con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, Papa Leone XIV ha “espresso nuovamente la sua preoccupazione per la drammatica situazione umanitaria della popolazione a Gaza, il cui prezzo straziante è pagato in modo particolare da bambini, anziani e persone malate”. Lo rende noto la Santa Sede, aggiungendo che il Pontefice “ha ribadito l’urgenza di proteggere i luoghi di culto e soprattutto i fedeli e tutte le persone in Palestina e Israele”.

Questa mattina Papa Leone XIV ha ricevuto nella residenza di Castel Gandolfo la telefonata del premier israeliano Benjamin Netanyahu dopo l’attacco militare dell’esercito israeliano avvenuto ieri che ha colpito la chiesa della Sacra Famiglia a Gaza, causando la morte di tre persone e ferendone altre, tra cui alcuni gravemente. Durante il colloquio, fa sapere la Santa Sede, il Pontefice ha rinnovato l’appello “affinché venga ridato slancio all’azione negoziale e si raggiunga un cessate il fuoco e la fine della guerra“.
Questa mattina Papa Leone XIV ha chiamato il Patriarca latino di Gerusalemme, il Cardinale Pierbattista Pizzaballa, “per sincerarsi della situazione a Gaza, dove Sua Beatitudine è in visita, e delle condizioni di Padre Romanelli e delle altre persone ferite nel corso dell’attacco ingiustificabile che ieri ha colpito la Parrocchia della Sacra Famiglia. Ha espresso il suo sostegno e il suo affetto a tutta la comunità raccolta attorno alla Parrocchia e a quanti soffrono per la violenza, e ribadito la sua intenzione di fare tutto il possibile perché si fermi l’inutile strage di innocenti”.
Con il Patriarca, il Papa “ha rivolto il pensiero a tutte le vittime innocenti, a quelle dell’attacco di ieri e a tutte quelle di questo tempo di dolore in Terra Santa e in tutto il Medioriente”.
Più tardi in mattinata il Papa ha contattato anche il provinciale dell’Istituto del Verbo Incarnato, Padre Carlos Ferrero, a cui appartiene Padre Romanelli, “manifestando la sua vicinanza anche a quanti della comunità, fedeli e religiosi, erano con lui”.
A tutti loro Papa Leone “assicura la sua preghiera e il suo incessante impegno per la pace, unica via che preserva l’umanità di tutte le parti”.
“A seguito del grave attacco al complesso della Chiesa della Sacra Famiglia a Gaza, Sua Beatitudine il Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca Latino di Gerusalemme, insieme a Sua Beatitudine Teofilo III, Patriarca Greco-Ortodosso di Gerusalemme, sono entrati questa mattina a Gaza come parte di una delegazione ecclesiastica, esprimendo la comune sollecitudine pastorale delle Chiese di Terra Santa e la loro preoccupazione per la comunità di Gaza”. Lo si legge in una nota del Patriarcato latino di Gerusalemme.
“Durante la loro permanenza, la delegazione incontrerà i membri della comunità cristiana locale, porgerà le condoglianze e la sua solidarietà e sarà al fianco di coloro che sono stati colpiti dai recenti eventi. Sua Beatitudine il Cardinale Pizzaballa valuterà personalmente i bisogni umanitari e pastorali della comunità, per contribuire a guidare la presenza e la risposta continua della Chiesa – prosegue la nota -. Su richiesta del Patriarcato Latino, e in coordinamento con i partner umanitari, è stato garantito l’accesso per la consegna di assistenza essenziale non solo alla comunità cristiana, ma anche al maggior numero possibile di famiglie. Ciò include centinaia di tonnellate di generi alimentari, nonché kit di pronto soccorso e attrezzature mediche urgentemente necessarie. Inoltre, il Patriarcato ha garantito l’evacuazione delle persone ferite nell’attacco verso strutture mediche fuori Gaza, dove riceveranno cure. Ringraziamo Sua Santità Papa Leone XIV che ha chiamato il Cardinale Pizzaballa e il Patriarca Teofilo al loro ingresso a Gaza per offrirgli il suo sostegno, la sua vicinanza e le sue preghiere. Preghiamo per la sicurezza della delegazione e per la sospensione delle attività militari durante la visita. Il Patriarcato Latino rimane saldo nel suo impegno nei confronti della comunità cristiana e dell’intera popolazione di Gaza. Non saranno dimenticati, né abbandonati”.
Almeno 26 palestinesi sono morti negli attacchi israeliani in tutta la Striscia dall’alba di oggi. Lo riferisce Al Jazeera, citando fonti mediche.
“È ora di finire con questa strage”. Lo ha detto Papa Leone XIV, secondo quanto riportato dai media vaticani, nel corso di una telefonata al patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, che è entrato a Gaza col patriarca ortodosso di Gerusalemme Teofilo III con centinaia di tonnellate di aiuti umanitari il giorno dopo l’attacco israeliano contro l’unica parrocchia cattolica della Striscia, che ha causato 3 morti e 11 feriti tra cui il parroco, don Gabriel Romanelli. “Sulla nostra strada proprio al confine con Gaza – dice ai media vaticani il cardinale Pizzaballa -, mentre ci recavamo, il patriarca greco-ortodosso e io, insieme alla nostra delegazione, a Gaza per una visita di solidarietà alla parrocchia e alle famiglie delle vittime e a tutta la comunità, Sua Santità Papa Leone XIV ha chiamato per esprimere la sua vicinanza, il suo affetto, la sua preghiera, il suo supporto e anche la sua intenzione di fare tutto il possibile perché si arrivi non solo al cessate il fuoco, ma alla fine di questa tragedia”. Papa Leone, ha riferito il patriarca, “ha ripetuto più volte che è ora di finire con questa strage e che quello che è accaduto è ingiustificabile e bisogna fare in modo che non ci siano più vittime. A nome del Patriarcato latino ma anche di tutte le Chiese di Terra Santa, vogliamo ringraziare Sua Santità per questa vicinanza, per la preghiera di cui eravamo già assicurati anche in precedenza e gli assicuriamo anche da parte di tutta la comunità di Gaza, fratelli e sorelle, sacerdoti, religiosi e religiose, la preghiera e un ringraziamento al Santo Padre”.