Volodymyr Zelensky non deve prendere di mira Mosca e “io non sto dalla parte di nessuno”. Le parole di Donald Trump sono giunte qualche ora dopo che il Financial Times, citando alcune fonti informate, aveva riportato che il presidente Usa avrebbe incoraggiato privatamente Kiev a intensificare gli attacchi in profondità sul territorio russo, chiedendo persino a Zelensky ne se potesse colpire Mosca nel caso gli Stati Uniti avessero fornito armi a lungo raggio. “Volodymyr, puoi colpire Mosca? Puoi colpire anche San Pietroburgo?”, avrebbe chiesto Trump durante la telefonata del 4 luglio con Zelensky. “Assolutamente. Possiamo farlo se ci date le armi“, avrebbe risposto il presidente ucraino.
Il tentativo di arginare la rivelazione era giunto, prima ancora dell’intervento di Trump, dalla Casa Bianca: “Il presidente Trump stava semplicemente ponendo una domanda, non incoraggiando ulteriori uccisioni. Sta lavorando instancabilmente per fermare le uccisioni e porre fine a questa guerra”, ha precisato alla CNN la portavoce Karoline Leavitt. Lunedì, incontrando il segretario generale della Nato Mark Rutte alla Casa Bianca, Donald Trump ha annunciato la decisione di inviare altre armi all’Ucraina, che saranno però pagate dagli europei, e ha minacciato Mosca con ulteriori dazi se non verrà raggiunto un accordo per porre fine alla guerra entro 50 giorni.
La reazione del Cremlino a questo ultimatum è prudente: “Le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti sono molto serie. Alcuni passaggi sono rivolti personalmente al presidente Putin” e “abbiamo sicuramente bisogno di tempo per analizzare quanto è stato detto a Washington”, ha detto il portavoce, Dmitry Peskov. Concetto in linea con quello espresso dalla Cina dal ministro degli Esteri Sergey Lavrov, che ha detto che Mosca vuole capire “cosa ci sia dietro le parole”. Il suo vice invece, Sergey Ryabkov, è stato più esplicito, definendo gli ultimatum “inaccettabili“.
Kallas: “La Russia sta usando armi chimiche in Ucraina”
L’Unione europea, intanto, prova a compattarsi per un nuovo pacchetto di sanzioni alla Russia, il 18esimo. Il via libera non è arrivato nella riunione dei ministri degli Esteri Ue ma potrebbe arrivare, secondo quanto filtrato da fonti, all’incontro del Coreper di martedì, perché si aspetta ancora l’accordo sul nodo energia tra la Slovacchia e la Commissione Ue e la conseguente revoca del veto da parte del premier Robert Fico. “La Russia sta usando armi chimiche in Ucraina. Sono informazioni provenienti dall’intelligence olandese e tedesca, secondo cui questi attacchi si stanno intensificando, e in realtà sono anche fonti pubbliche”, ha denunciato l’Alta rappresentante Ue Kaja Kallas al termine del Consiglio esteri. A proposito del via libera Usa a nuove armi a Kiev, poi, ha voluto precisare: “Se paghiamo per queste armi, è il nostro sostegno, quindi questo è un sostegno europeo”, “se prometti di fornire le armi, ma dici che qualcun altro le pagherà, non sono realmente fornite da te”.
Mentre secondo il Washington Post l’inquilino della Casa Bianca sta prendendo in considerazione anche l’invio di missili da crociera Tomahawk all’Ucraina, le decisioni di Trump su Kiev non sono state prese bene dal mondo Maga. L’Ucraina è una “guerra europea”, ha detto Steve Bannon, ex stratega del tycoon, nel suo podcast War Room. E la parlamentare repubblicana Marjorie Taylor Greene, alleata chiave di Trump, in un’intervista al New York Times ha affermato che la mossa è in contrasto con quanto promesso durante la campagna elettorale.
Intanto sui social gli ucraini celebrano Melania Trump, con meme fra cui uno in cui viene soprannominata ‘agente Melania Trumpenko‘ dopo che lo stesso presidente Usa ha suggerito che la first lady abbia potuto influire sul suo apparente cambiamento di opinione sulla Russia. “Torno a casa e dico alla first lady: oggi ho parlato con Vladimir. Abbiamo avuto una conversazione meravigliosa. Lei mi risponde: Davvero? Un’altra città è appena stata colpita”, ha raccontato durante l’incontro con Rutte.