9 luglio 2025. A quarantacinque anni dalla sua nascita, il Club del Coccodrillo torna al centro del dibattito politico europeo, proprio dove tutto ebbe inizio. Nella Sala WEISS N3.5 del Parlamento europeo a Strasburgo, si è tenuto un evento che ha unito riflessione storica e attualità politica: la presentazione del podcast Ulisse. La vita e le battaglie di Altiero Spinelli, prodotto da Fandango e Linkiesta, scritto e narrato da Massimiliano Coccia con Piero Graglia. L’incontro ha segnato l’avvio di un percorso che proseguirà nel mese di luglio a Ventotene, luogo simbolico della resistenza federalista, e si snoderà poi tra le principali città italiane ed europee, rilanciando una riflessione aperta sull’identità democratica dell’Unione.
Le origini del Club del Coccodrillo
Il Club del Coccodrillo nacque nel 1980 da un’intuizione di Altiero Spinelli: riunire, attorno a un progetto comune, parlamentari europei di diversa estrazione per superare la paralisi intergovernativa che rallentava l’integrazione. Da quella rete politica prese forma il Progetto di Trattato per l’Unione Europea, approvato nel 1984 dal Parlamento, ma mai ratificato dai governi. Quel testo, tuttavia, aprì la strada all’Atto Unico Europeo del 1986 e alla successiva stagione costituente. Nel corso dell’incontro, Pier Virgilio Dastoli, testimone diretto di quella stagione e oggi presidente del Movimento Europeo Italia, ha rievocato la genesi del progetto: «Spinelli non voleva solo riformare i trattati. Il suo obiettivo era una vera Costituzione europea. Il Club del Coccodrillo fu il primo tentativo di costruzione istituzionale dal basso».
La discussione
Il confronto tra i rappresentanti delle diverse famiglie politiche europee ha mostrato un’inedita convergenza attorno alla figura di Spinelli. Sandro Gozi ha rivendicato la necessità di “riprendere il cammino costituente con visione e coraggio”, mentre Elisabetta Gualmini ha sottolineato come “la centralità del Parlamento europeo sia una conquista che oggi va difesa e rilanciata”. Anche Salvatore De Meo ha evidenziato la necessità di una nuova stagione riformista, capace di rompere le logiche dei veti e dell’immobilismo. Nel quadro della discussione, Pasquale Tridico ha riportato l’attenzione su uno degli aspetti meno celebrati, ma fondamentali, del pensiero spinelliano: la dimensione sociale del progetto europeo. “Spinelli non era solo un visionario istituzionale, ma anche un difensore dell’idea di Europa come spazio di diritti, coesione e protezione sociale”, ha osservato.
Dietro le quinte del podcast
Massimiliano Coccia, autore del podcast, ha raccontato la genesi del progetto: «È un lavoro nato molto prima delle recenti polemiche in cui la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha attaccato il Manifesto di Ventotene. Abbiamo costruito questa narrazione partendo da decine di ore di materiali d’archivio: la voce di Spinelli, le sue idee, i documenti originali. Un modo per restituire agli ascoltatori la concretezza e la profondità del suo pensiero». A sottolineare il significato culturale e civile dell’iniziativa è stata Tiziana Triana, direttrice editoriale di Fandango, che ha parlato di “orgoglio per aver prodotto un’opera che parla di Europa, memoria e diritti”, ricordando come raccontare Spinelli oggi sia un atto necessario per ritrovare l’orizzonte politico dell’Unione.

