Gaza, Trump: “Da Israele ok a tregua di 60 giorni”

Gaza, Trump: “Da Israele ok a tregua di 60 giorni”
Palestinians inspect the rubble of the Al-Aimawi family’s home, destroyed by Israeli airstrikes in Al-Zawaideh, Gaza Strip, on Tuesday, July 1, 2025. (AP Photo/Abdel Kareem Hana) Associated Press/LaPresse

Il presidente Usa: “Spero accettino l’accordo”. Netanyahu: “Hamas non ci sarà più, libereremo gli ostaggi”

Donald Trump ha annunciato che Israele ha dato il suo ok a un cessate il fuoco di 60 giorni. 

“I miei rappresentanti hanno avuto oggi un lungo e produttivo incontro con gli israeliani su Gaza. Israele ha accettato le condizioni necessarie per finalizzare un cessate il fuoco di 60 giorni, durante i quali lavoreremo con tutte le parti per porre fine alla guerra”, ha detto il presidente degli Stati Uniti su Truth. “I qatarioti e gli egiziani, che hanno lavorato duramente per contribuire alla pace, consegneranno questa proposta finale. Spero, per il bene del Medioriente, che Hamas accetti questo accordo, perché la situazione non migliorerà, ma peggiorerà”.

Katz visita truppe: “Con Hamas non scenderemo a compromessi”

Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha visitato oggi le truppe dell’Idf a Rafah, accompagnato dal capo del Comando meridionale, il maggiore generale Yaniv Asor, dal comandante della divisione di Gaza, il generale di brigata Barak Hiram, dal ministro del Turismo Haim Katz e da alti ufficiali delle brigate di riserva che operano nella Striscia. Secondo una dichiarazione dell’ufficio del ministro della Difesa, Katz ha incontrato i riservisti e ha affermato: “Uccidere il nemico, riportare a casa gli ostaggi e vincere: questa è la nostra missione. Non c’è alcuna possibilità che ci arrendiamo o scendiamo a compromessi”. “Hamas non è cambiata. Vuole continuare a fare quello che ha fatto e distruggere Israele”, ha aggiunto. Lo riporta il Times of Israel

Netanyahu: “Hamas non ci sarà più, libereremo gli ostaggi”

“Vi dico che non ci sarà più Hamas”. È quanto ha affermato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu durante una visita alla sede centrale dell’Eilat Ashkelon Pipeline Company ad Ashkelon. “Non ci sarà più Hamastan. Non torneremo a quella situazione. È finita”, ha aggiunto, “libereremo tutti i nostri ostaggi”. “Porteremo a termine questo compito insieme, contrariamente a quanto dicono”, ha detto ancora Netanyahu, “li elimineremo definitivamente”. Lo riporta il Times of Israel.

Hamas: “Stiamo esaminando proposta mediatori per tregua a Gaza”

Hamas ha rilasciato la sua prima dichiarazione ufficiale sulla tregua di 60 giorni, affermando di aver ricevuto una proposta dai mediatori e di essere in trattative con loro per “colmare le divergenze” e tornare al tavolo dei negoziati per cercare di raggiungere un accordo di cessate il fuoco. “I fratelli mediatori stanno compiendo sforzi vigorosi per colmare le lacune tra le parti e raggiungere un accordo quadro che consentirà l’avvio di un serio ciclo di negoziati”, afferma la dichiarazione, “stiamo trattando la situazione con grande responsabilità e stiamo tenendo consultazioni nazionali e discutendo le proposte che ci sono state inoltrate con l’obiettivo di raggiungere un accordo che garantisca la fine dell’aggressione, il ritiro delle forze e la fornitura di aiuti umanitari di emergenza alla nostra popolazione nella Striscia di Gaza”. Hamas ha aggiunto di essere disposta a liberare i restanti 50 ostaggi, meno della metà dei quali sarebbero ancora in vita, in cambio del ritiro completo di Israele da Gaza e della fine della guerra.

Ministro Giustizia Israele: “E’ ora di annettere la Cisgiordania”

Il ministro della Giustizia di Israele, Yariv Levin, ha dichiarato che è giunto il momento di annettere la Cisgiordania. Lo riporta il Times of Israel, spiegando che ha fatto la dichiarazione durante un incontro con il leader dei coloni Yossi Dagan. “Penso che questo periodo, al di là delle questioni attuali, sia un momento di opportunità storica che non dobbiamo perdere”, ha detto in riferimento all’annessione della Cisgiordania. “È giunto il momento della sovranità, il momento di applicare la sovranità. La mia posizione su questo tema è ferma e chiara”, ha detto. Secondo Levin, la questione deve essere “in cima alla lista delle priorità”.

Hamas: “Pronti ad accordo ma deve portare alla fine della guerra”

Hamas è pronto a un accordo di cessate il fuoco con Israele, ma qualsiasi intesa deve portare alla fine della guerra a Gaza. È questa la posizione espressa dal gruppo tramite un suo funzionario, Taher al-Nunu, dopo che nelle scorse ore il presidente Usa, Donald Trump, ha annunciato una proposta, dicendo che Israele l’ha accettata e invitando anche Hamas a farlo.

Hamas è “pronto e serio riguardo al raggiungimento di un accordo”, ha detto al-Nunu, precisando che il gruppo palestinese è “pronto ad accettare qualsiasi iniziativa che porti chiaramente alla fine completa della guerra”. Con queste parole, dunque, Hamas si è mostrato aperto a un’intesa ma non ha dichiarato l’accettazione della proposta di Trump, il quale sta aumentando il pressing sul governo israeliano e sul gruppo militante per raggiungere un accordo su cessate il fuoco e ostaggi. 

Media Israele: “Netanyahu chiederà a Trump ok per altro eventuale attacco”

 Nell’ambito della sua visita a Washington la prossima settimana il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, chiederà al presidente Usa Donald Trump garanzie per un eventuale altro attacco di Israele contro l’Iran in futuro, nel caso in cui Tel Aviv dovesse rilevare un rafforzamento del settore nucleare o nel campo della produzione missilistica in Iran. Lo riporta l’emittente israeliana Kan. La stessa emittente riferisce che, sempre nell’ambito della visita, Netanyahu vuole che Trump presenti un piano regionale per il Medioriente come parte di un cessate il fuoco a Gaza. 

Cosa prevede l’ultima proposta di accordo

L’ultima proposta, secondo quanto riferito da un funzionario israeliano, prevede un accordo di 60 giorni che includerebbe un ritiro parziale di Israele da Gaza e un aumento degli aiuti umanitari alla Striscia; i mediatori e gli Stati Uniti fornirebbero garanzie su colloqui per la fine della guerra ma Israele, secondo la fonte, non si impegnerebbe in tal senso. Non è chiaro quanti ostaggi verrebbero liberati nell’ambito dell’accordo, ma le proposte precedenti prevedevano il rilascio di circa 10 persone.

Secondo una fonte egiziana, oggi una delegazione di Hamas dovrebbe incontrare i mediatori di Egitto e Qatar al Cairo per discutere della proposta. 

I negoziati

Durante i quasi 21 mesi di guerra, i colloqui fra Tel Aviv e l’organizzazione palestinese hanno ripetutamente vacillato proprio sul nodo del se la fine della guerra debba essere inclusa nell’intesa. Hamas ha dichiarato di essere disposto a liberare i restanti 50 ostaggi, meno della metà dei quali sarebbero ancora in vita, in cambio del ritiro completo di Israele da Gaza e della fine della guerra. Lo Stato ebraico, invece, afferma che accetterà di porre fine alla guerra solo se Hamas si arrenderà, deporrà le armi e andrà in esilio, cose che il gruppo rifiuta di fare.

Netanyahu da Trump la prossima settimana

La prossima settimana i leader di Washington e Tel Aviv si incontreranno negli Stati Uniti. I due Paesi non hanno ancora fatto sapere quale sarà il contenuto del vertice bilaterale ma al centro probabilmente ci saranno questioni come il conflitto nella Striscia e le continue tensioni con l’Iran, a una settimana dalla fine della “guerra dei 12 giorni”. Intanto il capo della Casa Bianca ha ribadito la sua volontà e speranza che Israele e Hamas trovino un accordo per il cessate il fuoco entro la prossima settimana. 

Gaza Trump Netanyahu

Raid Israele su Gaza City: ci sono morti e feriti

Intanto proseguono i bombardamenti sulla Striscia. Lo riporta Al-Jazeera, riferendo che nel quartiere di Al-Karama, nel nord-ovest di Gaza City, diversi palestinesi sono rimasti feriti dal fuoco di droni israeliani, mentre a Jaffa Street, nella zona nord-est della città, diverse persone sono state uccise in un bombardamento che ha colpito una casa.  Il bilancio, dall’alba di oggi, è di oltre 30 persone morte. 

Nella giornata di martedì almeno 65 palestinesi sono morti nei raid dello Stato ebraico. Secondo Al-Jazeera, fra le vittime decine erano in attesa di ricevere gli aiuti.

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