Trump valuta un intervento militare. L'ultima chance di colloqui potrebbe essere rappresentata dal vertice di Ginevra, venerdì, fra funzionari diplomatici di Teheran, Berlino, Parigi e Londra
Gli occhi del mondo sono puntati su Donald Trump. Israele attende “nelle prossime 24-48 ore” la decisione del presidente americano su un eventuale intervento Usa nel conflitto fra lo Stato ebraico e l’Iran. “L’aspettativa è che si uniscano” nei raid “ma nessuno li sta forzando”, ha detto un funzionario israeliano. Secondo alcuni media americani Trump di fatto avrebbe già approvato i piani di attacco ma starebbe aspettando per vede se Teheran dovesse decidere di abbandonare i suoi progetti relativi al nucleare. Il tycoon ha smentito spiegando che nessuno “ha idea di cosa penso” sull’Iran.
L’ultima chance
Tutto ruota attorno all’impianto nucleare iraniano di Fordow. Trump si starebbe convincendo dell’ipotesi di colpirlo e crede ormai che “non ci siano molte alternative”. L’ultima chance, qualora non si andasse già fuori tempo massimo, potrebbe essere rappresentata dai colloqui in programma a Ginevra venerdì fra funzionari diplomatici di alto livello iraniani con gli omologhi di Germania, Francia e Regno Unito. Gli Usa non saranno presenti ma il ministro degli Esteri di Londra, David Lammy, è stato nelle scorse ore alla Casa Bianca quindi, presumibilmente, avrà anche il ruolo di ‘megafono’ di Washington.
Putin e Xi Jinping
Sulla crisi fra Israele e Iran si è alzata anche la voce di Vladimir Putin e Xi Jinping. Il presidente russo e quello cinese hanno avuto un colloquio telefonico al termine del quale hanno ribadito che la “priorità” è quella del cessate il fuoco. “La comunità internazionale, in particolare le grandi potenze che esercitano un’influenza particolare sulle parti in conflitto, dovrebbe impegnarsi per promuovere un raffreddamento della situazione, anziché il contrario”, ha aggiunto Xi in quello che, a tutti gli effetti, è un messaggio indiretto a Washington.
Colpito l’ospedale di Beer Sheva
Sul campo intanto l’escalation continua con un missile iraniano che ha colpito l’ospedale Soroka di Beer Sheva. L’obiettivo sarebbe stato un centro militare posto nelle vicinanze.
Israele: “Khamenei non può continuare a esistere”
“Un dittatore come Khamenei non può continuare ad esistere“, ha tuonato il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, con una minaccia di morte diretta alla Guida suprema iraniana. “Nessuno è immune, tutte le opzioni sono aperte”, ha rincarato la dose Benjamin Netanyahu.
הדיקטטור חמינאי הוא היטלר המודרני שחרט על דגלו את השמדת מדינת ישראל ומשעבד את כל המשאבים של המדינה שלו לקידום המטרה הנוראית הזאת.
הוא לא יכול להמשיך ולהתקיים.
— ישראל כ”ץ Israel Katz (@Israel_katz) June 19, 2025
Vittime e feriti
In totale dopo gli ultimi attacchi di Teheran si contano in Israele oltre 270 persone che sono ricorse alle cure ospedaliere. Quattro sono in gravi condizioni. In Iran invece, dall’inizio dei raid israeliani, si conterebbero circa 640 vittime di cui quasi 300 civili. Teheran ha accusato Israele di aver attaccato il reattore ad acqua pesante di Arak. L’acqua pesante aiuta a raffreddare i reattori nucleari, ma produce come sottoprodotto il plutonio, che può essere potenzialmente utilizzato nelle armi nucleari.
La critica dell’Iran a Grossi
Sempre sul tema del nucleare Teheran infine ha criticato aspramente il capo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Grossi, tacciandolo di aver trasformato l’Agenzia in uno strumento “complice di questa ingiusta guerra di aggressione” con un rapporto “assolutamente di parte” che “è stato poi utilizzato come pretesto finale, da un regime guerrafondaio e genocida”, per dare il via alla sua operazione militare.
La possibile chiusura dello stretto di Hormuz
Teheran infine ha paventato, in caso di attacco americano, la chiusura dello stretto di Hormuz. Snodo cruciale per il traffico marino nel Golfo. Sarebbe una “misura legale” di risposta, hanno fatto sapere da Teheran.
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