Alberto Trentini, l’appello della madre: “Si parli di mio figlio come fatto per altri italiani liberati”

Parla Armanda Trentini, madre del cooperante italiano Alberto Trentini, nel suo primo intervento pubblico da quando da ottobre 2024 il figlio è in carcere in Venezuela con accuse non ancora chiarite dalle autorità di Caracas: “Si deve parlare di mio figlio, come si è fatto per altri italiani che fortunatamente, grazie anche al clamore mediatico, hanno fatto ritorno a casa. Vi prego non stancatevi di parlare di Alberto finché non me lo porteranno a casa. Sono certa che chi ha il potere di far liberare mio figlio, con una forte pressione mediatica, si adopererà senza più tentennamenti” ha dichiarato.

Il giovane era nel Paese latinoamericano con la ong internazionale Humanity & Inclusion e, dal giorno dell’arresto, non ha avuto contatti con la famiglia tranne che pochissime telefonate di qualche minuto a distanza di mesi l’una dall’altra. L’ultima circa un mese fa.

L’appello della donna durante la conferenza stampa organizzata per l’occasione da Articolo 21 nella sede nazionale dell’Ordine dei Giornalisti a Roma, assieme all’avvocata Alessandra Ballerini, Don Luigi Ciotti, il presidente dell’associazione Beppe Giulietti e i deputati del Pd Giuseppe Provenzano e Rachele Scarpa. “Scrivete, parlate di Alberto, perché quel qualcuno che non si è attivato a dovere fino ad ora, dovrà sentirsi motivato, senza più esitare, a fare l’impossibile per ripotare a casa questo figlio di cui l’Italia deve andare fiera” conclude la donna.