Russia-Ucraina, capo di gabinetto Kiev andrà negli Usa. Colpito ponte di Crimea

Russia-Ucraina, capo di gabinetto Kiev andrà negli Usa. Colpito ponte di Crimea
L’esplosione nel ponte di Crimea, colpito da Kiev con esplosivi sottomarini il 3 giugno 2025

Quattro persone sono rimaste ferite in un attacco con droni russi a Cernihiv

IN AGGIORNAMENTO – È durato poco più di un’ora il secondo round di colloqui fra Russia e Ucraina, tenutosi a Istanbul come il primo incontro dello scorso 16 maggio. Al tavolo dei negoziati la Russia, la cui delegazione era guidata dal consigliere di Putin Volodymyr Medinsky, ha consegnato a Kiev un memorandum con le sue condizioni per un cessate il fuoco e per la pace. Un cessate il fuoco incondizionato è dunque escluso.

Servizi sicurezza ucraini colpiscono il Ponte di Crimea 

I servizi di sicurezza ucraini hanno colpito per la terza volta dall’inizio della guerra il ponte di Crimea. Lo scrive Rbc-Ukraine citando l’ufficio stampa dell’Sbu secondo cui l’accaduto sarebbe il risultato di un’operazione durata “diversi mesi”. Inizialmente alcuni agenti avrebbero minato i pilastri e questa notte alle ore 4.44 sarebbe stato attivato il primo ordigno esplosivo. L’operazione non avrebbe causato danni a civili. L’esplosione – viene spiegato – avrebbe danneggiato gravemente i supporti subacquei dei piloni al livello inferiore. Sarebbero stati utilizzati 1.100 kg di esplosivo. 

“Nessuna struttura russa illegale ha posto sul territorio del nostro Stato. Pertanto, il Ponte di Crimea è un obiettivo assolutamente legittimo, soprattutto considerando che il nemico lo ha usato come arteria logistica per rifornire le sue truppe“, ha osservato il capo dell’Sbu, tenente generale Vasyl Malyuk, che ha supervisionato personalmente l’operazione e ne ha coordinato la pianificazione. Il primo attacco al ponte di Crimea si verificò l’8 ottobre 2022 con l’esplosione di un camion che fece divampare un enorme incendio. Nel luglio 2023 ci fu poi un secondo attacco alla struttura e due campate vennero distrutte. 

Lo Sbu ha riferito che le fondamenta del ponte di Kerch, cioè appunto quello che collega la Russia alla Crimea, sono state danneggiate. “Il ponte è ora effettivamente in condizioni di emergenza”, hanno dichiarato i servizi ucraini, secondo cui nessun civile è rimasto ucciso o ferito nell’operazione. Non è stato possibile confermare in modo indipendente tali affermazioni. Secondo quanto riportato dai canali social ufficiali russi, il traffico sul ponte di Kerch è stato interrotto per 3 ore stamattina presto, ma è stato riaperto alle 9.

Cremlino: “Aspettiamo risposta Kiev a memorandum”

La Russia si aspetta una risposta al memorandum con le condizioni offerte per pace e cessate il fuoco che è stato presentato all’Ucraina lunedì nell’ambito del secondo round di colloqui Mosca-Kiev, tenutosi a Istanbul. Lo ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, come riporta l’agenzia di stampa russa Tass. “Il lavoro proseguirà. Ci aspettiamo una reazione al memorandum che è stato consegnato”, ha dichiarato Peskov.

Il capo negoziatore ucraino, il ministro della difesa Rustem Umerov, aveva fatto sapere che ci sarebbe voluta una settimana per analizzare il memorandum e decidere su una risposta, ma nel testo la posizione di Mosca appare invariata, con condizioni che già in passato sono state respinte da Kiev e dall’Occidente. Mosca chiede, come condizione per un cessate il fuoco, che l’Ucraina ritiri le sue forze dalle 4 regioni annesse dalla Russia a settembre del 2022 ma mai completamente conquistate, cioè Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson. In alternativa, esorta l’Ucraina a interrompere i suoi sforzi di mobilitazione e a congelare le consegne di armi occidentali, condizioni suggerite in precedenza anche dal presidente russo Vladimir Putin. Il documento suggerisce inoltre, come condizioni per la cessazione delle ostilità, che Kiev interrompa qualsiasi ridispiegamento di forze e vieti qualsiasi presenza militare di Paesi terzi sul suo territorio. Il documento russo propone inoltre che l’Ucraina ponga fine alla legge marziale e indica nuove elezioni: solo dopo il voto i due Paesi potrebbero firmare un trattato di pace, che secondo Mosca dovrebbe comunque vedere l’Ucraina dichiarare il proprio status di neutralità, abbandonare la sua richiesta di adesione alla Nato, fissare limiti alle dimensioni delle sue forze armate e riconoscere il russo come lingua ufficiale del Paese alla pari dell’ucraino.

Cremlino: “Sbagliato aspettarsi svolte da incontro Istanbul”

“Sarebbe sbagliato aspettarsi decisioni immediate o svolte” dai colloqui Russia-Ucraina di lunedì a Istanbul, “ma il lavoro continua”. Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa russa Tass.

Cremlino: “Improbabile incontro Putin-Trump-Zelensky nel prossimo futuro”

Un incontro a tre fra il presidente russo Vladimir Putin, il presidente Usa Donald Trump e quello ucraino Volodymyr Zelensky “è improbabile“. Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa russa Ria Novosti. Lunedì, a seguito del secondo round di colloqui Russia-Ucraina a Istanbul, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva dichiarato: “Il mio più grande desiderio è quello di riunire Putin e Zelensky a Istanbul o Ankara. Anche con Trump. Parteciperei anch’io all’incontro”. “Francamente è improbabile che ciò avvenga nel prossimo futuro, perché il presidente Putin ha ripetutamente sottolineato la sua disponibilità a contatti al più alto livello evidenziando che tali contatti dovrebbero essere il risultato di accordi già sviluppati a livello tecnico e di esperti“, ha detto Peskov. “Il presidente Putin sostiene questi contatti, ma ritiene che debbano essere ben preparati“, ha aggiunto il portavoce del Cremlino.

Attacco su Sumy: 3 morti e 16 feriti

È di 3 morti e 16 feriti il bilancio di un attacco missilistico russo che ha colpito il centro della città di Sumy, nel nordest dell’Ucraina. Lo riferiscono i servizi d’emergenza, citati dai media locali.

Le condizioni russe per il cessate il fuoco

A parte il fatto che le delegazioni hanno concordato lo scambio di 6mila corpi di soldati caduti in combattimento e lo scambio di soldati feriti gravi e giovani sotto i 25 anni, progressi concreti per la fine della guerra non ce ne sono stati. Il capo negoziatore ucraino, il ministro della difesa Rustem Umerov, ha fatto sapere che ci vorrà una settimana per analizzare il memorandum e decidere su una risposta, ma nel testo la posizione di Mosca appare invariata, con condizioni che già in passato sono state respinte da Kiev e dall’Occidente. L’Ucraina, dal canto suo, ha presentato una lista con i nomi di 339 bambini da far tornare a casa e ha proposto ulteriori colloqui in una data compresa tra il 20 e il 30 giugno. Il testo del memorandum è stato pubblicato dalle agenzie di stampa russe.

Mosca chiede, come condizione per un cessate il fuoco, che l’Ucraina ritiri le sue forze dalle 4 regioni annesse dalla Russia a settembre del 2022 ma mai completamente conquistate, cioè Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson. In alternativa, esorta l’Ucraina a interrompere i suoi sforzi di mobilitazione e a congelare le consegne di armi occidentali, condizioni suggerite in precedenza anche dal presidente russo Vladimir Putin.

Il documento suggerisce inoltre, come condizioni per la cessazione delle ostilità, che Kiev interrompa qualsiasi ridispiegamento di forze e vieti qualsiasi presenza militare di Paesi terzi sul suo territorio. Il documento russo propone inoltre che l’Ucraina ponga fine alla legge marziale e indica nuove elezioni: solo dopo il voto i due Paesi potrebbero firmare un trattato di pace, che secondo Mosca dovrebbe comunque vedere l’Ucraina dichiarare il proprio status di neutralità, abbandonare la sua richiesta di adesione alla Nato, fissare limiti alle dimensioni delle sue forze armate e riconoscere il russo come lingua ufficiale del Paese alla pari dell’ucraino. Tutte richieste già respinte in passato da Kiev e dall’Occidente. 

Il capo di gabinetto di Zelensky va negli Usa

Andriy Yermak, capo dell’ufficio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, si recherà negli Stati Uniti. Lo riferisce il Kyiv Independent, citando una fonte vicina all’ufficio presidenziale. Il viaggio di Yermak giunge dopo che ieri a Istanbul si è tenuto il secondo round di colloqui fra Kiev e Mosca e ancora una volta non è arrivata una svolta per cessate il fuoco e pace (il primo incontro si era tenuto sempre in Turchia il 16 maggio).

“Se l’incontro di Istanbul non porterà a nulla, sarà chiaro che sono urgenti nuove sanzioni severe, dal 18esimo pacchetto dell’Ue e, in particolare, dagli Stati Uniti, le sanzioni più severe promesse dal presidente Trump”, aveva detto ieri Zelensky parlando da Vilnius. E in serata, dopo i colloqui, lo stesso Yermak aveva chiesto sanzioni: “I russi stanno facendo tutto il possibile per evitare un cessate il fuoco e continuare la guerra. In questo momento è fondamentale adottare nuove sanzioni. La razionalità non è una caratteristica della Russia”, aveva scritto su X. 

Attacco a Cernihiv: quattro feriti

Quattro persone sono rimaste ferite in un attacco con droni russi a Cernihiv, dove sono stati registrati danni anche a edifici residenziali, un istituto scolastico e un’impresa industriale. Il capo dell’Amministrazione Militare Municipale di Cernihiv, Dmytro Bryzhynskyi, ha riportato la notizia su Telegram, come riportato da Ukrinform. “A seguito dell’attacco notturno, un’abitazione privata è andata a fuoco. Un condominio, diverse abitazioni private, un istituto scolastico e un’impresa industriale hanno subito danni”, ha scritto.

Kiev: “Russia attacca specialisti dell’emergenza ucraini”

Il ministro degli Interni ucraino Ihor Klymenko ha dichiarato che “la Russia sta deliberatamente dando la caccia agli specialisti del Servizio di Emergenza Statale dell’Ucraina (Ses)“: la scorsa settimana, le forze russe hanno danneggiato sei stazioni di soccorso e antincendio.

Come riportato da Ukrinform, Klymenko ha condiviso questa informazione su Telegram.”La Russia sta deliberatamente prendendo di mira coloro che salvano vite umane. In una sola settimana, dal 26 maggio al 2 giugno, i soccorritori del Ses sono stati colpiti dal fuoco nemico quasi una dozzina di volte”, si legge nella dichiarazione.Secondo Klymenko, sono stati colpiti gli operatori di emergenza nelle regioni di Zaporizhia, Donetsk, Dnipropetrovsk, Sumy e Kharkiv. Sei unità di soccorso e vigili del fuoco sono state danneggiate, insieme a sei mezzi di soccorso.

“Uno degli attacchi più cinici è avvenuto questa mattina. A Stepnohirsk, nella regione di Zaporizhia, dopo che dei droni kamikaze hanno colpito una caserma dei pompieri, i russi hanno preso di mira i soccorritori una seconda volta, colpendoli mentre evacuavano i feriti”, ha osservato Klymenko.

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