In corsa Karol Nawrocki e Rafal Trzaskowski

La Polonia si appresta a tornare alle urne domenica per il ballottaggio delle elezioni presidenziali. In corsa Karol Nawrocki, nazionalista di destra, e Rafal Trzaskowski, liberale filoeuropeo e sindaco di Varsavia.

Il testa a testa per il futuro dello Stato

Una corsa che si annuncia testa a testa e che potrebbe plasmare il futuro di uno degli Stati strategicamente più importanti della Nato e dell’Unione europea. Il voto avviene in un momento in cui si registrano crescenti tensioni regionali dovute alla guerra fra Russia e Ucraina, alle preoccupazioni per la sicurezza in tutta Europa e ai dibattiti interni sullo stato di diritto. Il vincitore sostituirà il presidente conservatore in carica Andrzej Duda, il cui secondo mandato scade quest’estate. La maggior parte del potere politico in Polonia è nelle mani del governo, guidato da un primo ministro, e del Parlamento, ma il presidente ha il potere di veto sulle leggi e influenza la politica estera.

Al primo turno differenza minima

Al primo turno lo scorso 18 maggio il sindaco di Varsavia Rafal Trzaskowski ha ottenuto il 31,36% delle preferenze, mentre Karol Nawrocki si è fermato al 29,54%. Secondo l’ultimo sondaggio dell’istituto Ibris per la testata Polsat News, il 49,1% degli elettori voterebbe per Trzaskowski, mentre Nawrocki sarebbe al 48,1% delle preferenze. La differenza sarebbe quindi pari solo a un punto percentuale. Il 2,8% degli intervistati ha dichiarato di volersi recare alle urne ma di essere ancora indeciso sul voto. Uno scenario in cui è difficile azzardare previsioni certe.

Nawrocki, il candidato conservatore

Nawrocki, storico 42enne senza alcuna esperienza politica e nessuna tessera di partito, è il candidato dei conservatori di Diritto e Giustizia, che hanno governato la Polonia dal 2015 al 2023, anno in cui il potere è passato a una coalizione centrista guidata dall’attuale primo ministro Donald Tusk. Nawrocki è attualmente a capo dell’Istituto della memoria nazionale, che raccoglie le narrazioni storiche nazionaliste e ha guidato gli sforzi per abbattere i monumenti all’Armata Rossa sovietica in Polonia.

I suoi sostenitori lo descrivono come l’incarnazione dei valori tradizionali e patriottici ed è anche il candidato favorito di Donald Trump, con il gruppo conservatore CPAC che ha tenuto il suo primo incontro in Polonia lo scorso martedì per dargli una spinta. Kristi Noem, segretaria per la Sicurezza interna degli Stati Uniti, lo ha elogiato con forza esortando i polacchi a votarlo e spesso bandiere statunitensi sono comparse ai suoi comizi. Nawrocki ha ottenuto risultati migliori del previsto al primo turno, ma la sua rapida ascesa politica non è stata priva di controversie, con segnalazioni di legami con personaggi della malavita che ha incontrato in passato mentre praticava la boxe o lavorava come guardia di sicurezza in un hotel. Inoltre è stato anche collegato a uno scandalo riguardante l’acquisizione di un appartamento a Danzica da un anziano pensionato a cui avrebbe promesso di prendersi cura di lui. L’attuale candidato conservatore non avrebbe rispettato l’impegno, e l’uomo sarebbe finito in una casa di riposo finanziata con fondi pubblici. L’abitazione è stata poi donata a un ente benefico.

Trzaskowski, il filo-europeo sindaco di Varsavia

Trzaskowski, 53 anni, è sindaco di Varsavia e stretto alleato del primo ministro Donald Tusk. Vicepresidente di Piattaforma civica, partito filo-europeo, è da anni un punto di riferimento nella politica nazionale. Questa è la sua seconda candidatura alle presidenziali, dopo essere stato sconfitto di misura da Duda nel 2020. I suoi sostenitori gli attribuiscono il merito di aver modernizzato Varsavia attraverso infrastrutture, l’espansione del trasporto pubblico e investimenti culturali. È considerato un europeista convinto, pragmatico e impegnato ad allineare maggiormente la Polonia alle norme dell’Ue, in particolare in materia di governance democratica e indipendenza della magistratura. Parla fluentemente diverse lingue, tra cui l’inglese e il francese, ed è elogiato dai sostenitori, ma criticato dagli oppositori, che vedono in queste capacità un segno di elitarismo e lo scherniscono con il soprannome ‘Bonjour’ durante i loro comizi. Il suo aperto sostegno ai diritti LGBTQ+, comprese le apparizioni alle parate del Pride, lo ha reso una figura divisiva nelle aree conservatrici e rurali. I critici lo ritengono lontano dai valori tradizionali polacchi e affermano che la sua amministrazione ha gestito male alcuni aspetti del patrimonio immobiliare e del bilancio di Varsavia.

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