Gaza, Hamas respingerà proposta cessate il fuoco. Duro scontro Francia-Israele

Gaza, Hamas respingerà proposta cessate il fuoco. Duro scontro Francia-Israele
Palestinians attend an anti-war protest and against Hamas in a rare show of public anger against the militant group that rules the territory, in Beit Lahiya, northern Gaza Strip, Wednesday, March 26, 2025. (AP Photo/Jehad Alshrafi) Associated Press / LaPresse Only italy and Spain

Macron: “Riconoscere Stato di Palestina”. Lo Stato ebraico: “Dall’Eliseo crociata contro di noi”

IN AGGIORNAMENTO – Hamas respingerà l’ultima proposta statunitense per un nuovo accordo di cessate il fuoco a Gaza e per il rilascio degli ostaggi. Lo ha dichiarato alla Bbc un alto funzionario del gruppo palestinese, il quale ha spiegato che la proposta non soddisfa le richieste fondamentali, tra cui la fine della guerra, e che avrebbe risposto a tempo debito.

La proposta di Steve Witkoff prevede un cessate il fuoco di 60 giorni con il presidente Trump nel ruolo di garante sul fatto che Israele non lo violi; il rilascio da parte di Hamas di 10 ostaggi vivi e 18 salme in cambio della liberazione da parte di Israele di detenuti palestinesi e la restituzione di corpi di gazawi morti; l’invio immediato di aiuti a Gaza e la loro distribuzione attraverso canali concordati, che includeranno le Nazioni Unite e la Mezzaluna Rossa; lo stop delle attività militari di Israele nella Striscia e il ridispiegamento delle truppe nel nord di Gaza e nel corridoio di Netzarim; l’inizio di negoziati per un cessate il fuoco permanente e la comunicazione di Hamas di informazioni complete su ciascuno degli ostaggi che rimarrebbero ancora prigionieri dopo l’accordo.

Il testo della proposta è stato condiviso e verificato dal Times of Israel. 

Katz: “Hamas accetti piano Witkoff o sarà distrutta”

 Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz è tornato a minacciare Hamas: o accetta l’accordo per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi proposto dagli Stati Uniti, oppure affronterà la distruzione. “Le Forze di Difesa Israeliane proseguono l’operazione a Gaza con piena forza, colpendo e smantellando le roccaforti di Hamas, evacuando la popolazione locale da tutte le zone di combattimento e attaccando l’area via aria, terra e mare con un’intensità senza precedenti, al fine di garantire la massima protezione ai nostri soldati”, ha spiegato in una dichiarazione ripresa da Times of Israel. “Dopo aver eliminato i terroristi e ripulito l’area, l’Idf rimuoverà tutte le minacce secondo il modello di Rafah e rimarrà per mantenere il controllo del territorio”, ha aggiunto Katz. “In questo modo, raggiungeremo gli obiettivi della guerra: la liberazione di tutti gli ostaggi e la sconfitta di Hamas”. “Ora gli assassini di Hamas devono scegliere: accettare i termini dell’accordo ‘Witkoff’ per la liberazione degli ostaggi oppure essere distrutti”, ha concluso. 

Israele accusa Macron: “Fa crociata contro Stato ebraico”

Israele accusa il presidente francese, Emmanuel Macron, di portare avanti “una crociata contro lo Stato ebraico”. Macron da Singapore aveva invitato gli europei a “indurire la loro posizione collettiva” contro Israele, “se non ci sarà una risposta commisurata alla situazione umanitaria che verrà affrontata nelle prossime ore e giorni” nella Striscia di Gaza. “I fatti non interessano a Macron. Non esiste alcun blocco umanitario. Questa è una palese menzogna”, ha affermato il ministero degli Esteri israeliano su X, difendendo i suoi sforzi per consentire agli aiuti di raggiungere il territorio palestinese. “Ma invece di fare pressione sui terroristi jihadisti, Macron vuole ricompensarli dando loro uno Stato palestinese. Non c’è dubbio che la sua festa nazionale sarà il 7 ottobre”, viene aggiunto. “Ed è contro Israele – sotto attacco su più fronti nel tentativo di distruggerlo – che Macron cerca di imporre sanzioni. Hamas, da parte sua, ha già elogiato le dichiarazioni di Macron. Hamas sa perché”, viene ancora aggiunto

 Katz a Macron, riconoscimento Stato Palestina finirà in cestino storia

Il ministro della Difesa, Israel Katz, durante la sua visita all’insediamento di Sa-Nur, attacca duramente il presidente francese Emmanuel Macron, che oggi ha affermato che il riconoscimento di uno Stato palestinese, a determinate condizioni, è un “dovere morale”. La visita di Katz in Cisgiordania segue l’approvazione da parte del governo israeliano della costruzione di 22 nuovi insediamenti, tra cui il ripristino di Sa-Nur, evacuato nel 2005 contestualmente al disimpegno di Israele dalla Striscia di Gaza.Elogiando la decisione del governo come un “momento storico” per il movimento dei coloni, Katz afferma che rappresenta anche un “chiaro messaggio a Macron e ai suoi amici”. “Riconosceranno uno Stato palestinese sulla carta, e noi costruiremo lo Stato ebraico-israeliano sul campo. La carta verrà gettata nel cestino della storia e lo Stato di Israele prospererà”, ha dichiarato. “Non minacciateci di sanzioni perché non ci metterete in ginocchio”, ha aggiunto sottolineando che “lo Stato di Israele non abbasserà la testa di fronte alle minacce”. Lo riporta il Times of Israel

Ben Gvir: “Dopo no di Hamas, intervenire con tutta la nostra forza a Gaza”

“Signor primo ministro, dopo che Hamas ha nuovamente respinto la proposta di accordo, non ci sono più scuse per nessuno per continuare con questo pasticcio a Gaza. Abbiamo già perso abbastanza occasioni. È ora di intervenire con tutte le nostre forze per distruggere e uccidere Hamas”. È quanto scrive in un post su X il ministro della Sicurezza nazionale e leader dell’ultradestra israeliana Itamar Ben Gvir, dopo la notizia secondo cui il gruppo palestinese avrebbe rifiutato la proposta dell’inviato statunitense Steve Witkoff per un cessate il fuoco temporaneo nella Striscia. 

Lutto in Italia per i morti a Gaza

Oggi alle ore 15 le campane delle chiese di Padova suoneranno le campane “a lutto” per ricordare le vittime di ogni violenza e guerra. “Sono passati quasi 20 mesi dal 7 ottobre 2023, una data che ha segnato una nuova escalation del conflitto a Gaza – scrive in una nota la Diocesi di Padova – in questi mesi sono state tantissime le iniziative di richiesta di pace organizzate da diverse realtà civili e religiose in tutto il mondo e anche la Chiesa di Padova si è fatta protagonista e portavoce in svariate occasioni per chiedere la pace nei troppi luoghi di guerra nel mondo, dai più evidenti ai più dimenticati. Oggi cresce l’appello per la pace in Terra Santa dove quotidianamente si consuma un tragico sterminio della popolazione della Striscia di Gaza e della Cisgiordania. Questa drammatica situazione richiama le coscienze a una riflessione ulteriore e costante”.

Il vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla, dichiara: “Come Chiesa di Padova vogliamo fare ancora più nostro l’impegno per la pace rilanciato da Papa Leone XIV per ‘una pace disarmata, una pace disarmante, umile e perseverante’ e per questo invitiamo le comunità a intensificare la preghiera e le occasioni di riflessione. Con la fine di questo mese dedicato tradizionalmente alla Madonna, lanciamo la proposta ‘Preghiera: ponte di pace!’. La preghiera, infatti, per il credente è il primo strumento di pace. La preghiera ci mette in ascolto del grido di chi soffre e così possiamo farci carico della sofferenza altrui in maniera efficace. Con la preghiera chiediamo a Dio la sua pace e la forza di essere autentici costruttori”. 

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