Grosse proteste a Tel Aviv contro il governo di Netanyahu: 62 persone arrestate

Dopo che nella giornata di ieri, mercoledì, Hamas aveva comunicato di aver accettato la proposta dell’inviato americano per il Medio Oriente, Steve Witkoff, per un cessate il fuoco con Israele e il rilascio degli ostaggi, si iniziano a delineare i contorni del piano per la guerra a Gaza, che prevederebbe la liberazione di 9 ostaggi e una tregua di 90 giorni. Ieri nuove proteste a Tel Aviv contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, nelle quali sono state arrestate 62 persone. Continuano intanto i raid dello Stato ebraico nella Striscia di Gaza, 13 persone sarebbero morte nella mattina di oggi, giovedì. Ecco tutte le notizie di oggi dalla guerra in Medio Oriente IN AGGIORNAMENTO

Almeno 13 morti in attacchi Israele su Gaza questa mattina

Almeno 13 palestinesi sono stati uccisi in attacchi israeliani questa mattina sulla Striscia di Gaza. Lo riporta Al Jazeera, citando fonti mediche. Almeno sette persone che si erano rifugiate in un asilo sono state uccise dalle bombe israeliane a Jabalia, nel nord di Gaza. Altre tre persone sono state uccise, mentre un numero imprecisato sono rimaste ferite, in un altro attacco israeliano che ha colpito un’abitazione a Jabalia al-Balad, nel nord di Gaza.

Media: in nuova proposta Usa rilascio di 9 ostaggi e 60 giorni di tregua

La nuova proposta statunitense per il cessate il fuoco in Medioriente prevede il rilascio di nove ostaggi vivi – uno in meno rispetto alla precedente offerta – e di 18 corpi a fronte di una tregua di 60 giorni. Lo riportano diversi media ebraici e, mentre molti non citano le fonti, altri citano una fonte israeliana anonima. Stando a quanto riferito dal Times of Israel, gli ostaggi verrebbero liberati in due lotti nell’arco di una settimana – senza specifiche – con l’impegno da parte di Israele per una tregua di 60 giorni, durante la quale si svolgerebbero i negoziati per la fine della guerra. Se non si raggiungesse un accordo al termine di questo periodo, Israele avrebbe la possibilità di riprendere i combattimenti a Gaza o di estendere il cessate il fuoco in cambio di altri ostaggi, si legge nelle notizie. Si tratta di un dettaglio cruciale poiché, secondo quanto riferito, il disaccordo principale è stato l’insistenza di Hamas su un accordo che ponga fine alla guerra in modo permanente, e il rifiuto di Israele di tale accordo senza che Hamas venga smantellata. Secondo l’accordo, la responsabilità degli aiuti umanitari tornerebbe all’ONU e le IDF si ritirerebbero dalle aree che hanno preso il controllo nella sua ultima operazione ampliata, incluso il nuovo ‘Corridoio Morag’.

Israele autorizza 22 insediamenti in Cisgiordania

Israele ha dichiarato che autorizzerà di stabilire 22 insediamenti ebraici in Cisgiordania, compresa la legalizzazione di avamposti già costruiti senza l’autorizzazione del governo. La maggior parte della comunità internazionale considera gli insediamenti illegali e un ostacolo alla risoluzione del conflitto decennale. Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha affermato che la decisione di stabilire gli insediamenti “rafforza la nostra presa su Giudea e Samaria“, usando il termine biblico per la Cisgiordania, “consolida il nostro diritto storico alla Terra d’Israele e costituisce una risposta schiacciante al terrorismo palestinese“. Inoltre, ha aggiunto che si tratta anche di “una mossa strategica che impedisce la creazione di uno Stato palestinese che metterebbe in pericolo Israele”.

Israele ha già costruito ben oltre 100 insediamenti in tutto il territorio, che ospitano circa 500.000 coloni. Gli insediamenti spaziano da piccoli avamposti in cima a colline a comunità completamente sviluppate con condomini, centri commerciali, fabbriche e parchi pubblici. La Cisgiordania ospita 3 milioni di palestinesi, che vivono sotto il controllo militare israeliano, con l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP), sostenuta dall’Occidente, che amministra i centri abitati. I coloni hanno la cittadinanza israeliana. Israele ha accelerato la costruzione di insediamenti negli ultimi anni, anche prima che l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 scatenasse la guerra nella Striscia di Gaza.

62 arresti per scontri davanti a sede Likud a Tel Aviv

La polizia israeliana ha riferito di aver arrestato 62 persone per violazione dell’ordine pubblico e scontri con gli agenti davanti alla sede del partito di governo Likud a Tel Aviv, dove decine di manifestanti anti-governativi hanno preso d’assalto l’edificio. Lo riporta Times of Israel. In un comunicato, la polizia ha comunicato che due agenti sono stati portati a ricevere cure mediche dopo essere rimasti feriti negli scontri, tra cui uno che ha riportato una frattura al braccio.

 

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