Abeer Odeh: "Servono sanzioni e stop alle armi e agli accordi con Tel Aviv"
A Gaza “bambini bruciati vivi, bambini uccisi da una fame procurata volutamente da Israele, bambini senza più braccia né gambe, bambini resi orfani, bambini traumatizzati, per sempre. Queste cose, in questa dimensione spaventosa, si vedono solo a Gaza. Di fronte a queste cose, il mondo si sta finalmente svegliando.
L’Europa si sta svegliando. L’Italia si sta svegliando. Senza dimenticare chi è stato al fianco del popolo palestinese da subito, condannando con forza e senza remore il genocidio che Israele sta compiendo a Gaza, non possiamo che accogliere con favore il moltiplicarsi di manifestazioni di vicinanza alla nostra causa e le pur tardive prese di distanza dai crimini di Israele che in questi giorni provengono da più parti. Confidiamo che a tali dichiarazioni seguano azioni concrete, altrimenti sarà tutto inutile”. Così a LaPresse l’ambasciatrice palestinese in Italia, Abeer Odeh.
“Servono sanzioni e stop armi e accordi con Israele”
“Dopo aver contato più di 75.000 morti tra le macerie di Gaza, dopo aver visto con quale disinvoltura Israele usi la fame come arma di guerra, dopo tutto questo dolore, abbiamo raggiunto un punto per cui la comunità internazionale dovrà costringere Israele a interrompere i suoi crimini, a rispettare il diritto internazionale e a pagare per tutto ciò che ha fatto sin qui”, ha aggiunto Abeer Odeh, “per questo il mondo dovrà smettere di armare Israele e sospendere qualsiasi accordo con Israele, compreso l’accordo di associazione che Israele ha con l’Ue, adottando sanzioni internazionali che costringano Israele non solo al cessate il fuoco, ma a porre termine all’occupazione illegale delle nostre terre”.
“Riconoscere Palestina senza chiedere permesso a Israele”
Odeh ha poi sottolineato: “Non ci saranno mai due popoli e due Stati se la comunità internazionale non si deciderà a riconoscere il nostro Stato sui confini del 1967, con capitale Gerusalemme Est. Dovrà farlo, come stanno già facendo alcuni coraggiosi Stati a cui esprimiamo la nostra più profonda gratitudine, senza chiedere il permesso a Israele, che il nostro Stato al suo fianco non lo ha mai voluto. Ci auguriamo che Israele impari ad accettarlo, per poter convivere in pace con il nostro popolo e con tutti i popoli suoi vicini”.
“Da Israele pulizia etnica grazie a senso di impunità”
“Israele sta annientando la nostra popolazione di Gaza tra atroci sofferenze che sono ormai sotto agli occhi di tutti”, ha concluso l’ambasciatrice palestinese, “nel frattempo, sta anche uccidendo, imprigionando e deportando molta della nostra gente in Cisgiordania. L’obiettivo è quello di portare a compimento un piano di pulizia etnica, che nel corso dei decenni si è andato sviluppando davanti alla comunità internazionale, per cui tutto il popolo palestinese deve essere cacciato dalla propria terra. Quella di oggi è solo una vergognosa e spudorata accelerazione, dettata da un senso di impunità per cui sembra che a Israele sia tutto lecito”.
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