Tra i morti ci sono anche 22 bambini. Un fotoreporter: "Scena catastrofica". Colpiti anche Cisgiordania e Libano

Non si placano i raid su Gaza. Sarebbero almeno 60 le vittime (22 i bambini) a Gaza in seguito ai raid effettuati nella notte dalle forze armate israeliane. Lo riporta l’emittente araba Al Jazeera. Gli attacchi arrivano all’indomani dell’annuncio di Benjamin Netanyahu che ha affermato che l’Idf sarebbe entrato nella Striscia “con la forza”. Intanto l’esercito di Tel Aviv ha emesso un avviso di evacuazione “urgente” per tre porti controllati dagli Houthi nello Yemen, in vista di possibili attacchi aerei: si tratta degli scali di Ras Isa, Hodeida e Salif, sulla costa occidentale.

“Scena catastrofica a Gaza”

“È stata una scena assolutamente catastrofica“, ha detto Amro Tabash, un fotoreporter locale. “Tutti all’interno dell’ospedale, pazienti e feriti, correvano impauriti, alcuni con le stampelle, altri urlavano chiamando i propri figli, mentre altri venivano trascinati sui letti”, ha raccontato dopo l’attacco all’Ospedale Europeo di Khan Younis. 

Colpiti anche Cisgiordania e Libano

L’esercito israeliano intanto ha colpito e distrutto una fabbrica di bombe scoperta dalle truppe nella città di Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Preso di mira anche un veicolo nei pressi di Qaaqaait al-Jisr, nel Libano meridionale. 

L’operazione di Netanyahu a Gaza

Già la scorsa settimana Netanyahu aveva parlato di “un’operazione massiccia” a Gaza. La vera novità è rappresentata dal fatto che le truppe dell’Idf “rimarranno di stanza nel territorio conquistato finché non saranno raggiunti gli obiettivi della guerra”. Il via è previsto dopo la visita di Donald Trump in Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti tra il 13 e il 16 maggio, a meno che non si riesca a raggiungere un accordo per la liberazione degli ostaggi.

Secondo l’Onu il piano “sembra concepito per rafforzare il controllo sui beni di prima necessità come tattica di pressione, nell’ambito di una strategia militare” e lascerebbe senza rifornimenti gran parte della popolazione palestinese.

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