Oltre 30 le vittime degli ultimi raid israeliani. L'esercito di Tel Aviv bombarda anche la zona nei pressi del palazzo presidenziale in Siria

Continua l’offensiva israeliana su Gaza, dove nelle ultime ore si contano oltre trenta morti. L’esercito di Tel Aviv ha annunciato di aver bombardato la zona del palazzo presidenziale a Damasco, dopo aver minacciato il governo siriano di rappresaglie se non avesse protetto la minoranza drusa che conta oltre 100 morti in due giorni. Intanto sono stati domati gli incendi boschivi divampati sulle colline intorno a Gerusalemme. I vigili del fuoco sono riusciti a spegnere i roghi e la situazione è sotto controllo. Sarebbero andati distrutti dalle fiamme circa 5mila acri di terra. Dopo i roghi le autorità avevano dichiarato “emergenza nazionale”. Intanto, sono stati rinviati i colloqui tra Iran e Usa che erano previsti a Roma per il 3 maggio: Trump ha minacciato di sanzionare chiunque compri il petrolio iraniano.

Trump: “A Gaza meno di 24 ostaggi ancora vivi” 

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha rivelato di aver appreso di recente che a Gaza ci sono meno di 24 ostaggi vivi. “Su 59, 24 erano vivi, e ora capisco che non è nemmeno questo il numero”, ha detto il tycoon durante un evento per la Giornata nazionale di preghiera alla Casa Bianca, stando a quanto riferisce ‘The Times of Israel’. Per mesi, Israele ha dichiarato di considerare che 24 dei 59 ostaggi siano vivi, sebbene all’inizio di questa settimana la moglie del premier Benjamin Netanyahu, Sara, lo abbia interrotto durante un evento pubblico per dichiarare che il numero era inferiore a quello ufficiale. Il primo ministro aveva rimarcato che ci sono “fino a 24” ostaggi ancora in vita. 

Raid israeliani a Gaza, almeno 31 morti  

Sale a 31 morti il bilancio degli attacchi israeliani a Gaza di ieri e altre vittime sono state segnalate in seguito ai raid lanciati nelle prime ore di oggi. Lo riferiscono fonti mediche ad Al Jazeera. L’esercito israeliano, in particolare, ha bombardato l’abitazione della famiglia Abu Zeina nel campo profughi di Bureij, nella parte centrale di Gaza, uccidendo almeno cinque persone, secondo il Palestinian Information Center e Quds News Network, citati dall’emittente televisiva panaraba. 

Netanyahu: “Da Israele chiaro segnale a regime Damasco”

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Israel Katz hanno rilasciato una dichiarazione congiunta annunciando l’attacco di oggi a un obiettivo vicino al palazzo presidenziale a Damasco. “Questo è un chiaro segnale al regime siriano. Non permetteremo l’invio di truppe a Sud di Damasco né alcuna minaccia alla comunità drusa”, si legge nella dichiarazione, stando a quanto riporta ‘The Times of Israel’. 

Il leader siriano Ahmed al-Sharaa “quando si sveglierà e vedrà i risultati dell’attacco dei caccia dell’aeronautica militare israeliana, capirà che Israele è determinato a impedire che venga fatto del male ai drusi in Siria“, ha aggiunto il ministro della Difesa, Israel Katz, spiegando che è dovere delle autorità siriane “proteggere i drusi nella periferia di Damasco dagli attacchi dei rivoltosi jihadisti e consentire alle centinaia di migliaia di drusi di Sweida e Jabal al-Druze di difendersi”. 

Israele bombarda zona palazzo presidenziale Damasco 

L’aviazione israeliana ha bombardato la zona nei pressi del palazzo presidenziale di Damasco, capitale della Siria, nelle prime ore di oggi, dopo aver intimato alle autorità siriane di non marciare verso villaggi abitati da appartenenti alla minoranza drusa nel Sud del Paese. L’attacco è avvenuto dopo giorni di scontri tra uomini armati filo-governativi e combattenti drusi nei pressi della capitale, che hanno causato decine di morti e feriti. L’esercito israeliano ha dichiarato in un comunicato che i caccia hanno preso di mira un’area adiacente al Palazzo del presidente Hussein al-Sharaa a Damasco. I media siriani filo-governativi hanno fatto sapere che il raid ha colpito l’area nei pressi del Palazzo del Popolo, su una collina che domina la città. 

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