Il presidente ucraino ha parlato di uno scambio di vedute "molto simbolico" che ha "il potenziale per diventare storico" se verranno raggiunti "risultati congiunti"
Donald Trump e Volodymyr Zelensky si siedono uno davanti all’altro all’interno della Basilica di San Pietro. Non sarà il primo ‘miracolo di Francesco’ come alcuni si azzardano a prefigurare ma la foto del faccia a faccia pubblicata dal capo di gabinetto del leader di Kiev è iconica e rappresenta il simbolo politico della riunione dei grandi della terra in Vaticano per l’ultimo saluto a Jorge Mario Bergoglio.
Le tensioni dello scontro avvenuto alla Casa Bianca davanti alle telecamere di tutto il mondo sembrano lontane anni luce. A porte chiuse e nella sacralità della chiesa più famosa del mondo i due presidenti si trovano per un breve ma denso colloquio prima di rivelarsi in pubblico e prendere i rispettivi posti, entrambi in prima fila non troppo distanti l’uno dall’altro, per assistere al rito funebre insieme alle rispettive mogli.
La Casa Bianca ha parlato di un incontro “privato” e di una discussione “molto produttiva”. Zelensky, che per l’occasione dei funerali ha dismesso la consueta mimetica militare verde optando per camicia e giacca nera, ha parlato di uno scambio di vedute “molto simbolico” che ha “il potenziale per diventare storico” se verranno raggiunti “risultati congiunti”.
Good meeting. We discussed a lot one on one. Hoping for results on everything we covered. Protecting lives of our people. Full and unconditional ceasefire. Reliable and lasting peace that will prevent another war from breaking out. Very symbolic meeting that has potential to… pic.twitter.com/q4ZhVXCjw0
— Volodymyr Zelenskyy / Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) April 26, 2025
L’incontro con Starmer e Macron
In una seconda foto Trump e Zelensky, sempre all’interno della Basilica prima delle esequie, sono ritratti anche con il primo ministro britannico Keir Starmer e il presidente francese Emmanuel Macron, che poggia una mano sulla spalla di Zelensky.
I Colloqui con Meloni e von der Leyen
Se Trump ha lasciato immediatamente Roma per fare ritorno negli Usa appena terminata la cerimonia, Zelensky si è trattenuto in città per una serie di incontri bilaterali, a partire da quello con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni passando per quelli con Ursula von der Leyen, e lo stesso Macron. La presidente della Commissione europea ha rassicurato ancora una volta il numero uno di Kiev in merito all’appoggio incondizionato di Bruxelles.
“L’Europa – ha affermato – sarà sempre al fianco dell’Ucraina nella ricerca della pace” e il Paese “può contare sul nostro sostegno al tavolo dei negoziati per raggiungere una pace giusta e duratura”.
Proprio in merito alla possibilità di mettere un freno al conflitto sul campo ha parlato Emmanuel Macron nel suo resoconto del colloquio avuto con Zelensky. Secondo il presidente francese l’Ucraina “è pronta a un cessate il fuoco incondizionato” e “desidera lavorare insieme agli americani e agli europei per attuarlo”. Ora – ha detto ancora Macron – “spetta al presidente Putin dimostrare che vuole davvero la pace.
La posizione di Putin
La disponibilità a “riprendere il processo negoziale con l’Ucraina senza alcuna precondizione” – secondo quanto ha riportato il Cremlino – sarebbe stata ribadita pure dal presidente russo Vladimir Putin, rappresentato ai funerali del Papa dalla ministra della Cultura, Olga Ljubimova, all’inviato speciale americano Steven Witkoff nel corso del loro incontro avvenuto venerdì a Mosca. “Putin ne aveva già parlato molte volte”, ha ricordato il portavoce della presidenza russa Peskov.
Trump irritato
Una ricostruzione che però pare non essere più sufficiente per Donald Trump. Il presidente americano, irritato per non essere ancora riuscito a “ripulire il pasticcio che mi è stato lasciato da Obama e Biden”, ha infatti lanciato un messaggio piuttosto duro nei confronti di Vladimir Putin. “Mi viene da pensare che forse non vuole fermare la guerra, mi sta solo prendendo in giro, e deve essere affrontato in modo diverso”, ha dichiarato il tycoon ipotizzando “sanzioni bancarie o secondarie” verso Mosca che non aveva “motivo” per “sparare missili su aree civili, città e paesi, negli ultimi giorni”.
Messaggi incrociati, avvertimenti, ma anche e soprattutto la speranza che da Roma, in lutto per la morte del suo vescovo ma oggi più che mai ‘Caput Mundi’, possa giungere l’accelerazione decisiva per giungere alla pace che Papa Francesco tanto agognava.
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