L'inviato speciale di Trump ha detto che "ci è voluto un po' per arrivare a questo punto". Ma il Cremlino frena: "Non aspettarsi risultati immediati"
L’inviato speciale del presidente Donald Trump ha affermato che il presidente russo Vladimir Putin è aperto a un accordo di “pace permanente” con l’Ucraina. In un’intervista televisiva rilasciata ieri sera a Fox News, Witkoff ha detto di credere che un accordo di pace stia “emergendo” e che due importanti consiglieri di Putin, Yuri Ushakov e Kirill Dmitriev, hanno partecipato all'”incontro stimolante”.
“La richiesta di Putin è di raggiungere una pace permanente qui. Quindi, al di là del cessate il fuoco, abbiamo ottenuto una risposta”, ha aggiunto Witkoff, “ci è voluto un po’ per arrivare a questo punto” ma “penso che potremmo essere sul punto di realizzare qualcosa che sarebbe molto, molto importante per il mondo intero”.
L’accordo riguarda “i 5 territori”
L’accordo di pace in Ucraina discusso con il presidente russo Vladimir Putin riguarda “i cosiddetti cinque territori“. Lo ha affermato l’inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff in un’intervista a Fox News, facendo riferimento, senza nominarli, probabilmente alla Crimea, annessa illegalmente dalla Russia nel 2014, e alle regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson, attualmente parzialmente occupate.
“Ma c’è molto di più”, ha aggiunto, “ci sono i protocolli di sicurezza, non c’è la Nato, l’articolo 5 della Nato, insomma, ci sono solo un sacco di dettagli allegati”. L’articolo 5 è il principio dell’alleanza Nato in base al quale un attacco contro un membro è trattato come un attacco a tutti i membri, con una risposta coordinata. Witkoff ha aggiunto: “È una situazione complicata…radicata in… alcuni aspetti davvero problematici che stanno accadendo tra i due Paesi e penso che potremmo essere sull’orlo di qualcosa che sarebbe molto, molto importante per il mondo in generale”.
Il Cremlino frena: “Non aspettarsi risultati immediati”
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, però, frena sulla possibilità di raggiungere un accordo a breve termine, dicendo che sono in corso lavori piuttosto intensi per la risoluzione della questione ucraina ma che non ci si devono aspettare risultati immediati. Lo riporta l’agenzia di stampa russa Ria Novosti. “Si sta lavorando intensamente. Naturalmente, la sostanza è così complessa che è quasi impossibile aspettarsi risultati immediati“, ha detto Peskov. “Naturalmente ci auguriamo che questo lavoro abbia comunque risultati positivi”, ha aggiunto.
Zelensky a Witkoff: “I nostri territori sono linea rossa”
E da parte sua, rispondendo alle parole di Witkoff sui cosiddetti “cinque territori”, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha messo in chiaro: “L’Ucraina è uno Stato sovrano e tutti i territori appartengono allo Stato unitario dell’Ucraina. Pertanto, ancora una volta, solo il popolo ucraino può parlare dei territori del nostro Stato. E sapete che per noi è una linea rossa riconoscere qualsiasi territorio temporaneamente occupato come non ucraino, ma russo“. Lo riporta Rbc-Ukraine.
Governo ucraino rimuove e sostituisce il governatore di Sumy
Intanto, il governo ucraino ha destituito Volodymyr Artiukh dalla carica di capo dell’amministrazione statale della regione di Sumy. Lo riferisce l’Ukrainska Pravda, spiegando che il Consiglio dei ministri ha approvato la rimozione di Artiukh dall’incarico e la nomina di Oleh Hryhorov per prendere il suo posto. La notizia giunge dopo che il 13 aprile le forze russe hanno lanciato due attacchi nel centro di Sumy a distanza di soli due minuti l’uno dall’altro, provocando decine di morti e feriti. Il sindaco di Konotop, Artem Semenikhin, ha accusato il governatore Artiukh di aver organizzato un raduno di soldati della 117esima brigata per una cerimonia di premiazione proprio nel centro di Sumy il 13 aprile e, sempre secondo quanto riporta Ukrainska Pravda, Artiukh ha riconosciuto che nel centro della città si è svolta una cerimonia di premiazione per i militari.
Lavrov: “Dopo Zelensky l’Ue cercherà un nuovo mezzo Führer”
In Russia, il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, ha affermato che in caso di elezioni in Ucraina l’Ue “farà di tutto per garantire che il regime non cambi nella sostanza”. Se il presidente Volodymyr Zelensky non dovesse partecipare o vincere alle prossime elezioni in Ucraina, i leader europei cercherebbero “un nuovo mezzo Führer”. “L’essenza del regime rimarrà la stessa di quella sotto Volodymyr Zelensky”, ha aggiunto. “Tutti questi piani di mantenimento della pace che Macron e Starmer stanno elaborando si basano sul fatto che sia necessario per preservare almeno un pezzo di terra su cui rimarrà il regime nazista, apertamente russofobo”, ha detto ancora Lavrov in un’intervista a Kommersant, “con l’obiettivo di preparare un’altra guerra contro la Russia, come è stato fatto con gli accordi di Minsk“.
Zelensky: “Serve subito difesa aerea, pronti a comprare Patriot”
In Ucraina oggi c’è la visita a Kiev del Segretario generale della Nato, Mark Rutte. E per l’occasione il presidente ucraino Zelensky ha ribadito la necessità di aumentare la capacità della difesa aerea del Paese. “Oggi, il Segretario generale della Nato, Mark Rutte è in Ucraina. Abbiamo discusso della sicurezza dell’Ucraina, di tutta l’Europa e della regione euro-atlantica, nonché delle relazioni con tutti i nostri partner in Europa e in America. L’obiettivo principale era il rafforzamento della difesa aerea ucraina. Tutti sono consapevoli dell’urgente necessità dell’Ucraina di sistemi di difesa aerea e missili“, ha scritto Zelensky sui social. “Contiamo sull’attuazione dei nostri accordi di difesa aerea con i partner in Europa e America. I sistemi Patriot sono armi difensive e non ci limitiamo a richiederli: siamo pronti ad acquistarli. Questa è una questione puramente politica: i sistemi sono disponibili in tutto il mondo, così come i missili per i Patriot, e se avremo una protezione sufficiente dagli attacchi balistici russi dipende interamente da decisioni politiche“, ha sottolineato. “Sono grato a ogni leader che non ignora la realtà: una pace duratura può essere raggiunta solo con la determinazione. Sono grato a Rutte per il suo incrollabile sostegno all’Ucraina fin dai primi giorni di questa guerra”, ha aggiunto.
Ambasciatore russo a Berlino: “Taurus a Kiev sarebbe passo deplorevole”
Sempre sul fronte degli aiuti militari all’Ucraina, in Germania si discute in merito all’eventuale consegna dei missili Taurus a Kiev da parte del futuro governo presieduto da Friedrich Merz. L’ambasciata russa a Berlino, però, si oppone fortemente a questa ipotesi. “È del tutto irrilevante se la Germania effettuerà queste consegne dopo aver consultato gli alleati della Nato o senza. A mio avviso, si tratterebbe di un passo assolutamente grave e deplorevole sotto ogni punto di vista”, ha detto l’ambasciatore russo in Germania, Sergej J. Netschajew, come comunicato a LaPresse dalla sede diplomatica di Mosca. “Vorrei sperare che i politici tedeschi più ragionevoli e prudenti abbiano ascoltato gli avvertimenti del nostro presidente a questo proposito e abbiano capito che tali decisioni potrebbero portare a una situazione qualitativamente nuova“, ha affermato l’ambasciatore, ricordando che il presidente russo Vladimir Putin “ha ripetutamente sottolineato che la consegna di armi straniere a lungo raggio all’Ucraina non cambierà in alcun modo la situazione in prima linea o l’equilibrio di potere nella zona del conflitto”. Il diplomatico ha poi rimarcato: “Tuttavia, questo passo potrebbe portare a una situazione qualitativamente nuova. È noto che i soldati ucraini non sono in grado di utilizzare i moderni sistemi d’arma stranieri a lungo raggio, compresi i missili Taurus. Sorge quindi la domanda: chi dovrebbe occuparsi dell’acquisizione dei bersagli, del lancio dei missili e del funzionamento di questi sistemi d’arma?”.
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