L'ex capo di Stato del Paese condannato per appropriazione indebita

Il tribunale di Tbilisi ha condannato l’ex presidente Mikheil Saakashvili per appropriazione indebita e gli ha inflitto una pena detentiva di altri nove anni. Saakashvili, che è stato presidente della Georgia dal 2004 al 2013, sta già scontando una condanna a sei anni di carcere per abuso di potere. È stato condannato in contumacia nel 2018 e arrestato nel 2021 al suo ritorno in Georgia. Nel nuovo caso contro Saakashvili, i pubblici ministeri georgiani lo accusano di aver sottratto e speso 9 milioni di lari georgiani (circa 3 milioni di euro) di fondi statali incanalati attraverso il Servizio di sicurezza statale per varie spese personali, tra cui beni di lusso e l’istruzione dei suoi figli. La difesa di Saakashvili ha negato le accuse e ha insistito sul fatto che fossero politicamente motivate. La nuova sentenza significa che Saakashvili, 57 anni, rimarrà probabilmente in carcere fino al 2030. La sentenza di oggi ha anche ordinato a Teimuraz Janashia, l’ex capo del Servizio di sicurezza statale, di pagare una multa di 300.000 lari georgiani (circa 99.000 euro). Il verdetto ha suscitato le proteste dei suoi sostenitori in aula, che hanno gridato al giudice “schiavo di Bidzina”, riferendosi a leader del partito di governo Sogno Georgiano Bidzina Ivanishvili

In una dichiarazione pubblicata sui social, Saakashvili ha definito sarcasticamente il verdetto “un’enorme sorpresa” e “la volontà dell’oppressore”. Ha sostenuto che le autorità “mi hanno praticamente condannato all’ergastolo per le spese ufficiali dell’ufficio presidenziale”. Tina Bokuchava, presidente del suo partito, il Movimento nazionale unito, ha affermato che il verdetto “dimostra che il regime russo di Ivanishvili vede lo Stato georgiano e l’idea dello Stato georgiano come un suo nemico”. “Stanno combattendo contro il presidente Mikheil Saakashvili, che ha dedicato tutta la sua vita allo Stato georgiano”, ha aggiunto, “non spaventeranno nessuno con questo verdetto, né fermeranno nessuno. Al contrario, combatteremo fino alla fine”.

Saakashvili guidò la Rivoluzione delle Rose

Saakashvili divenne famoso dopo aver guidato le proteste della cosiddetta Rivoluzione delle Rose nel 2003, che estromisero il suo predecessore. Come presidente, varò una serie di ambiziose riforme per contrastare la corruzione ufficiale in Georgia. Ha anche presieduto una breve ma feroce guerra con la Russia nel 2008, che si è conclusa con l’umiliante perdita degli ultimi punti di appoggio in due territori separatisti. Nel 2012 il partito Movimento Nazionale Unito di Saakashvili perse le elezioni a favore del partito Sogno Georgiano fondato da Bidzina Ivanishvili. Saakashvili partì per l’Ucraina nel 2013, ottenne la cittadinanza ucraina e nel 2015-16 fu governatore della regione meridionale di Odessa. Nell’ottobre 2021 tornò in Georgia per cercare di sostenere le forze di opposizione prima delle elezioni municipali nazionali ma fu arrestato.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata