Hamas insiste per attuare la seconda fase del cessate il fuoco
Pochi minuti dopo la fine dei 42 giorni della prima fase del cessate il fuoco a Gaza, Israele appoggia la proposta degli Stati Uniti di vedere il cessate il fuoco con Hamas esteso fino al Ramadan e alla Pasqua ebraica, durante i quali tutti gli ostaggi potrebbero potenzialmente essere rilasciati. Lo riporta il Times of Israel, sottolineando che il Ramadan, iniziato venerdì sera, dura fino al 29 marzo. La Pasqua ebraica termina il 20 aprile. La metà degli ostaggi – vivi e morti – saranno rilasciati il primo giorno del cessate il fuoco prolungato, afferma l’ufficio del primo ministro in una dichiarazione rilasciata dopo un incontro di quattro ore presieduto dal primo ministro Benjamin Netanyahu. I restanti ostaggi verranno rilasciati alla fine del periodo se verrà raggiunto un cessate il fuoco permanente, afferma l’ufficio del primo ministro, sottolineando che si tratta di un piano proposto dall’inviato speciale americano Steve Witkoff. Hamas deve ancora accettare il piano di Witkoff, dice Israele. “Se Hamas dovesse cambiare posizione”, afferma l’ufficio di Netanyahu, “Israele avvierà immediatamente i negoziati su tutti i dettagli del piano Witkoff“.
Netanyahu: “Su piano per tregua coordinati con Trump e staff”
Israele è “pienamente coordinato con il presidente Trump e il suo staff” sulla proposta di estendere la prima fase del cessate il fuoco con Hamas per altri 50 giorni. Lo ha affermato il primo ministro Benjamin Netanyahu all’inizio della riunione settimanale del gabinetto, come riportato dal Times of Israel. “Israele adotta il piano dell’inviato del presidente Trump, Steve Witkoff, per un cessate il fuoco temporaneo durante il mese di Ramadan e la Pasqua ebraica”, ha sottolineato.
Netanyahu: “Pronti per negoziati su fase 2”
“Il segretario di Stato Usa Steve Witkoff ha definito la sua proposta come un corridoio per i negoziati sulla fase due. Israele è pronto per questo”. Lo ha affermato il primo ministro Benjamin Netanyahu all’inizio della riunione settimanale del gabinetto, come riportato dal Times of Israel. La prima fase del cessate il fuoco tra Israele e Hamas, che includeva un’impennata di aiuti umanitari, è scaduta sabato. Le due parti devono ancora negoziare la seconda fase, in cui Hamas avrebbe dovuto rilasciare decine di ostaggi rimasti in cambio del ritiro israeliano e di un cessate il fuoco duraturo. Israele ha affermato di sostenere una proposta per estendere la prima fase del cessate il fuoco fino al Ramadan e alla Pasqua, ovvero il 20 aprile, arrivata dall’inviato in Medioriente dell’amministrazione Trump, Steve Witkoff.
Hamas insiste per seconda fase del cessate il fuoco
Hamas insiste nell’attuazione della seconda fase del cessate il fuoco a Gaza nel conflitto contro Israele e ha ribadito il suo “pieno impegno nell’attuazione di tutti i termini dell’accordo in tutte le sue fasi e dettagli” e ha invitato la comunità internazionale a fare pressione su Israele affinché proceda immediatamente alla seconda fase. Basem Naim, un membro dell’ufficio politico di Hamas, ha detto all’Associated Press che non c’erano stati “progressi” prima che i negoziatori israeliani tornassero a casa venerdì.
Ex negoziatore, Netanyahu fermi guerra Hamas si sradica con soluzione politica
“Non c’è un compromesso possibile: da questo stallo si esce o con l’inizio della fase due dell’accordo, o con la guerra”. Lo dice in una intervista a Repubblica l’ex negoziatore Gershon Baskin. Nel 2011 negoziò per Israele il rilascio del caporale Gilad Shalit, e da allora ha sempre mantenuto i canali aperti con i palestinesi. “Israele vuole continuare con l’accordo per lo scambio ostaggi-prigionieri senza mettere fine alla guerra, ma Hamas ha accettato l’intesa sul cessate il fuoco a gennaio principalmente perché la fase due prevedeva il ritiro israeliano da Gaza – afferma – Credo che Israele non abbia mai avuto l’intenzione di arrivare al ritiro. Netanyahu pensava di convincere Trump ad appoggiare il prolungamento della fase uno e che Hamas l’avrebbe accettato, ma Hamas non lo accetterà”. Dal suo punto di vista, Netanyahu non vuole la fine della guerra “per sopravvivenza politica”. “Ha sacrificato gli ostaggi a lungo per questo. I suoi alleati minacciano di togliere l’appoggio al governo se consentirà ad Hamas di rimanere a Gaza. Non ha fatto nulla per lavorare con gli Stati arabi né per rafforzare l’Autorità palestinese in modo tale che sia in grado di assumersi la responsabilità di Gaza”, sottolinea. L’obiettivo del governo israeliano resta “sradicare Hamas”, ma “la soluzione è solo politica”.
Israele blocca ingresso beni e forniture a Gaza
Israele sta bloccando l’ingresso a Gaza di beni e forniture. L’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu ha rilasciato una dichiarazione in base alla quale “il premier israeliano ha deciso che a partire da questa mattina cesseranno tutti gli ingressi di beni e forniture nella Striscia di Gaza”.
Usa appoggiano Israele su stop ingresso aiuti a Gaza
“Israele ha negoziato in buona fede fin dall’inizio di questa amministrazione per garantire il rilascio degli ostaggi tenuti prigionieri dai terroristi di Hamas. Sosterremo la loro decisione sulle prossime mosse, dato che Hamas ha dichiarato di non essere più interessato a un cessate il fuoco negoziato”. Lo ha dichiarato il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, Brian Hughes, esprimendo il proprio sostegno alla posizione di Israele, che ha deciso di interrompere il flusso di aiuti umanitari a Gaza al termine della prima fase dell’accordo che scadeva ieri. Lo riporta il Times of Israel.
Israele: “Ulteriori conseguenza se Hamas non accetta accordi”
L’Ufficio del primo ministro ha avvertito anche di “ulteriori conseguenze” se Hamas non accetta quella che, secondo Israele è una proposta degli Usa per una estensione del cessate il fuoco. “Israele non consentirà un cessate il fuoco senza il rilascio dei nostri ostaggi. Se Hamas continua a rifiutare, ci saranno ulteriori conseguenze”. Hamas e Israele devono ancora negoziare la seconda fase del cessate in fuoco, in cui Hamas avrebbe dovuto rilasciare decine di ostaggi rimasti in cambio del ritiro israeliano e di un cessate il fuoco duraturo.
Hamas: “Usa interrompano rapporti con Netanyahu”
Hamas chiede agli Stati Uniti di interrompere il supporto al “criminale di guerra” Netanyahu. Il gruppo palestinese ha esortato il governo degli Stati Uniti ad agire più come un mediatore neutrale nel processo di cessate il fuoco. Lo riporta al Jazeera citando una nota di uno dei portavoce di Hamas, Hazem Qassem.”Chiediamo all’amministrazione statunitense di interrompere la sua parzialità e allineamento con i piani fascisti del criminale di guerra Netanyahu, che prendono di mira il nostro popolo e la sua esistenza sulla loro terra”, ha affermato Hamas in una lunga dichiarazione. “Affermiamo che tutti i progetti e i piani che aggirano il nostro popolo e i suoi diritti acquisiti sulla loro terra, l’autodeterminazione e la liberazione dall’occupazione sono destinati al fallimento e alla sconfitta – prosegue Hamas – Riaffermiamo il nostro impegno a implementare l’accordo firmato nelle sue tre fasi e abbiamo ripetutamente annunciato la nostra disponibilità ad avviare i negoziati sulla seconda fase dell’accordo”.
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