Confermata l'identità dei 4 ostaggi israeliani morti restituiti. Rilasciati oltre 600 detenuti palestinesi

Hamas ha dichiarato di essere pronta a negoziare la prossima fase del cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, dopo lo scambio in cui ha consegnato i resti di quattro ostaggi in cambio della liberazione di oltre 600 prigionieri palestinesi detenuti da Israele. È stato l’ultimo scambio concordato tra le due parti come parte della tregua che dovrebbe terminare questo fine settimana. I negoziati per una seconda fase, in cui Hamas rilascerebbe decine di ostaggi rimanenti in cambio di altri prigionieri e di un cessate il fuoco duraturo, non sono ancora iniziati. Hamas ha dichiarato che “l’unico modo” per Israele di garantire il rilascio degli ostaggi rimanenti è attraverso i negoziati e il rispetto dell’accordo. L’organizzazione ha avvertito che qualsiasi tentativo di ritrattare la tregua “porterà solo a più sofferenza” per i prigionieri e le loro famiglie.

Idf su 7 ottobre ammette fallimento: “Sottovalutato Hamas” 

 Un’indagine dell’esercito israeliano ha stabilito che Hamas è stata in grado di portare a termine l’attacco del 7 ottobre 2023, quello con più vittime nella storia di Israele, perché l’Idf ha valutato male le intenzioni di Hamas e ne ha sottovalutato le capacità. I risultati dell’inchiesta, pubblicati oggi, potrebbero spingere il primo ministro Benjamin Netanyahu a lanciare un’indagine più ampia e ampiamente richiesta per esaminare il processo decisionale politico che ha preceduto l’attacco. Molti israeliani ritengono che i fallimenti del 7 ottobre vadano oltre l’esercito e accusano Netanyahu di una politica fallimentare di deterrenza e contenimento negli anni precedenti l’attacco, citando per esempio il fatto di avere consentito al Qatar di inviare denaro a Gaza e il fatto che sia stato messo da parte il rivale di Hamas, cioè l’Autorità nazionale palestinese (Anp) internazionalmente riconosciuta. Il primo ministro israeliano non si è assunto la responsabilità, affermando che risponderà alle domande più dure solo dopo la guerra. Nonostante la pressione pubblica, anche da parte delle famiglie delle circa 1.200 persone uccise nell’attacco del 7 ottobre e delle 251 prese in ostaggio a Gaza, Netanyahu ha resistito alle richieste di una commissione d’inchiesta.

Hamas: “Se Israele resta in Corridoio Filadelfia viola accordo”

Hamas ha dichiarato che qualsiasi tentativo da parte di Israele di mantenere una zona cuscinetto nel cosiddetto corridoio di Filadelfia, sul lato di Gaza al confine con l’Egitto, sarebbe una “palese violazione” dell’accordo di cessate il fuoco. Il rispetto dell’accordo, ha aggiunto l’organizzazione, è l’unico modo per Israele di garantire il rilascio delle decine di ostaggi ancora detenuti a Gaza. Un funzionario israeliano ha affermato che l’esercito israeliano deve rimanere nel corridoio per prevenire il contrabbando di armi di Hamas. Israele dovrebbe iniziare a ritirarsi dal corridoio sabato, l’ultimo giorno della prima fase dell’accordo, e completare il ritiro entro otto giorni. Non ci sono state reazioni immediate dall’Egitto, che si oppone a qualsiasi presenza israeliana sul lato di Gaza del confine.

Ufficio Netanyahu: “Squadra negoziale a colloqui per fase 2” 

La squadra negoziale israeliana inizierà i colloqui al Cairo sulla fase due del cessate il fuoco a Gaza. Lo conferma l’ufficio del premier Benjamin Netanyahu, citato da Haaretz. 

Netanyahu: “Lavoreremo instancabilmente per rilascio ostaggi rimasti” 

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso le sue condoglianze alle famiglie dei quattro ostaggi israeliani uccisi, i cui corpi sono stati restituiti a Israele durante la notte. “Tutto Israele vi abbraccia e condivide il vostro dolore”, ha detto. Netanyahu ha poi promesso che “continueremo a lavorare instancabilmente finché non riporteremo indietro tutti” gli ostaggi. 

Hamas: “Se Israele resta in Corridoio Filadelfia viola accordo”

Hamas ha dichiarato che qualsiasi tentativo da parte di Israele di mantenere una zona cuscinetto nel cosiddetto Corridoio di Filadelfia, sul lato di Gaza al confine con l’Egitto, sarebbe una “palese violazione” dell’accordo di cessate il fuoco. Il rispetto dell’accordo, ha aggiunto l’organizzazione, è l’unico modo per Israele di garantire il rilascio delle decine di ostaggi ancora detenuti a Gaza. Un funzionario israeliano ha affermato che l’esercito israeliano deve rimanere nel Corridoio per prevenire il contrabbando di armi di Hamas. Israele dovrebbe iniziare a ritirarsi dal Corridoio sabato, l’ultimo giorno della prima fase dell’accordo, e completare il ritiro entro otto giorni. Non ci sono state reazioni immediate dall’Egitto, che si oppone a qualsiasi presenza israeliana sul lato di Gaza del confine. 

Israele: “Non ci ritireremo da Corridoio Filadelfia”

Israele non lascerà il Corridoio di Filadelfia, nonostante l’accordo sul cessate il fuoco relativo agli ostaggi preveda il ritiro dell’Idf dalla zona di confine Egitto-Gaza al termine della prima fase. Lo ha comunicato un funzionario israeliano, come riporta Times of Israel. “Non lasceremo il Corridoio di Filadelfia. Non permetteremo che gli assassini di Hamas vaghino di nuovo lungo i nostri confini con i pickup e le armi, e non permetteremo loro di rifornirsi di armi attraverso il contrabbando”, ha affermato il funzionario, sostenendo che Hamas stava utilizzando il percorso per far entrare armi a Gaza. 

Rilasciati da Israele oltre 600 detenuti palestinesi

Hamas ha confermato che oltre 600 detenuti palestinesi sono stati rilasciati durante la notte nell’ambito dello scambio con Israele, che ha ricevuto i corpi di quattro ostaggi. La maggior parte dei detenuti rilasciati da Israele erano stati arrestati dopo l’attacco del 7 ottobre 2023. Alcuni dei prigionieri rilasciati si sono inginocchiati in segno di gratitudine dopo essere scesi dagli autobus nella città meridionale di Khan Younis. Nella città di Beitunia, in Cisgiordania, decine di prigionieri sono stati accolti da folle di parenti e sostenitori. I detenuti rilasciati, alcuni dei quali stavano scontando l’ergastolo per attacchi mortali contro israeliani, indossavano magliette fornite dal servizio carcerario israeliano con un messaggio in arabo sul perseguimento dei propri nemici. Alcuni di loro hanno gettato le magliette a terra o le hanno bruciate.

Confermata l’identità dei 4 ostaggi morti restituiti a Israele

Il Forum delle famiglie degli ostaggi, gruppo israeliano che rappresenta le famiglie degli ostaggi detenuti da Hamas, ha dichiarato che i resti di tutti e quattro gli ostaggi restituiti nelle prime ore della mattina sono stati identificati. I corpi di Ohad Yahalomi, Itzhak Elgarat, Shlomo Mantzur e Tsachi Idan sono stati restituiti a Israele. Hamas ha consegnato i quattro corpi alla Croce Rossa a Gaza durante la notte senza una cerimonia pubblica.

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