Netanyahu: "Si chiama 'Muro di Ferro e serve a portare sicurezza". Jihad islamica: "Affrontare Idf con ogni mezzo"
L’esercito israeliano (Idf) e lo Shin Bet hanno lanciato un‘operazione su larga scala nella città di Jenin, in Cisgiordania. Secondo una fonte citata dal Times of Israel dovrebbe durare “diversi giorni” e sarebbe iniziata con diversi attacchi di droni contro alcune infrastrutture.
Le vittime
Il ministero della Salute dell’Anp ha dichiarato che è salito a otto il numero di palestinesi uccisi a Jenin in Cisgiordania in seguito all’operazione su larga scala lanciata dalle forze armate israeliane. Inoltre ci sono almeno 35 feriti.
Netanyahu: “Raid Jenin per portare sicurezza in Cisgiordania”
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che l’operazione su vasta scala dell’Idf nella città di Jenin in Cisgiordania è “un altro passo verso il raggiungimento dell’obiettivo che ci siamo prefissati, rafforzare la sicurezza in Giudea e Samaria”. L’operazione denominata ‘Muro di Ferro’, secondo quanto riportano i media israeliani, durerà diversi giorni. “Stiamo operando in modo sistematico e deciso contro l’asse iraniano ovunque invii le sue armi, a Gaza, in Libano, in Siria, nello Yemen, in Giudea e in Samaria”, ha detto Netanyahu in una dichiarazione rilasciata dal suo ufficio.
Jihad islamica: “Affrontare Idf a Jenin con ogni mezzo”
Il movimento della Jihad islamica ha invitato il popolo palestinese della Cisgiordania “ad affrontare, con tutti i mezzi, la campagna militare israeliana in Cisgiordania e a contrastarne gli obiettivi”. È quanto chiede il gruppo dopo che l’esercito israeliano (Idf) ha lanciato una vasta operazione militare nel campo profughi di Jenin. “Il lancio dell’operazione Muro di Ferro in Cisgiordania è un anello della serie di genocidi lanciati dall’entità usurpatrice contro il nostro popolo”, aggiunge la Jihad come riporta Al Jazeera.
Hamas: “Pronti a dialogare con Trump, tregua merito suo”
“Siamo pronti a dialogare con l’America e a raggiungere intese su tutto“. Lo ha detto al New York Times Mousa Abu Marzouk, leader di Hamas residente in Qatar. “Se non fosse stato per il presidente Trump, per la sua insistenza nel porre fine alla guerra e per l’invio di un rappresentante decisivo, l’accordo non si sarebbe mai concretizzato”, ha aggiunto Abu Marzouk, riferendosi al nuovo inviato in Medio Oriente Steve Witkoff, “il merito di aver posto fine alla guerra spetta a Trump”.
Capo Idf Halevi annuncia le dimissioni il 6 marzo
Il capo di stato maggiore dell’Idf, tenente generale Herzi Halevi, ha notificato al ministro della Difesa Israel Katz che intende dimettersi il 6 marzo. Lo riportano i media israeliani.
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