(LaPresse) – Gli islandesi si recheranno alle urne oggi per eleggere un nuovo parlamento dopo che i disaccordi su immigrazione, politica energetica ed economia hanno costretto il primo ministro Bjarni Benediktsson a staccare la spina al suo governo di coalizione e a indire elezioni anticipate. Questa sarà la sesta elezione generale in Islanda da quando la crisi finanziaria del 2008 ha messo in ginocchio l’economia e ha inaugurato una nuova era di instabilità politica. I sondaggi d’opinione suggeriscono che il paese potrebbe essere destinato a un altro sconvolgimento, con il sostegno ai tre partiti di governo in calo. Benediktsson, che è stato nominato primo ministro ad aprile in seguito alle dimissioni del suo predecessore, ha lottato per tenere insieme l’improbabile coalizione del Partito dell’Indipendenza, conservatore, con il centrista Partito Progressista e Sinistra-Movimento Verde. Gli elettori sceglieranno 63 membri dell’Althingi, il parlamento islandese fondato nel 930, in un’elezione che assegnerà i seggi sia per circoscrizioni regionali che per rappresentanza proporzionale. I partiti hanno bisogno di almeno il 5% dei voti per vincere seggi in parlamento. Otto partiti erano rappresentati nel parlamento uscente e 10 partiti si stanno candidando a queste elezioni.
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